Lettera A

miniatura,

Iniziale a fondo d'oro, a corpo rosso e rosa con motivi vegetali a filigrana in bianco e giallo. Cornice interna azzurra. Campo interno a fondo arancio, diviso in due parti, con un motivo ornamentale a simmetria bilaterale. Nella parte superiore, fiore di loto giallo centrale; desinenti in rosette bianche e azzurre ai due lati; nella parte inferiore, testa muliebre alata, dalla base della quella nascono un fiore di loto e due girali vegetali desinenti in cornucopie, in giallo, verde, azzurro e rosa. Dai bordi dell'iniziale nascono foglie di acanto in verde, che invadono il margine della carta con volute in verde, rosso e azzurro con rosette in rosso e azzurro su fondo oro, e boli dorati ornati da filigrana a inchiostro bruno

  • OGGETTO miniatura
  • MATERIA E TECNICA pergamena/ inchiostro/ doratura/ pittura a tempera/ miniatura
  • ATTRIBUZIONI Monte Di Giovanni Del Fora (1448/ 1532-1533)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dell'Opera del Duomo
  • INDIRIZZO piazza del Duomo, 9, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il codice presenta iniziali istoriate assai complesse ed eseguite in modo elegante e pregevole: per motivi stilistici è da attribuire al maggiore miniatore che all'inizio del Cinquecento era attivo per l'Opera del Duomo, ossia a Monte di Giovanni. L'attribuzione è proposta dal Milanesi (1950), che per primo descrive il codice e pubblica alcuni documenti di pagamento relativi all'attività di Monte di Giovanni come miniatore per l'Opera del Duomo, datati 1519; 1525; 1528. I primi due sono relativi ad altri codici. L'ultimo documento, però, cita due antifonari, non specificando quali, e potrebbero riferirsi anche al nostro codice. Mentre lo stile delle nostre iniziali istoriate è confrontabile con quello delle miniature dei codici 542 e 543 del Museo di S.Marco, attribuite a Monte di Giovanni da M.Paola Masini (cfr.M.Paola Masini, in: A.A.V.V., Codici liturgici miniati dei Benedettini in Toscana, Firenze, 1982, pp.75-103. Cfr.anche: Soprintendenza B.A.S., Firenze, Codici 542 2 543 del Museo di S.Marco, schede a cura della sottoscritta), la scrittura rotonda a inchiostro bruno è eguale a quella del codice M25 del Museo dell'Opera del Duomo, attribuita dalla Levi D'Ancona a Don Filippo di Polidoro (cfr.scheda relativa, e M.D'Ancona, 1962, pp.246-250), ricordato nei documenti dell'Archivio Opera del Duomo per aver scritto antifonari miniati da Frate Eustachio e da Monte di Giovanni (cfr.Archivio Opera del Duomo, Libro debitori e creditori, FF.serie VII,I.53, 1519-1521, in : M.Levi D'Ancona, 1962, p.210). Il documento sopra ricordato tratta di quattro granducali "chon più prinripii ricchi cho più figure doro macinato e fogliami et altri ornamenti et più lettere di pennello e fogliami doro et molte altre lettere fiorite rosse e azzurre". Il documento è citato dal Milanesi (1850), dal Bradley (1888), dal D'Ancona (1914), dal Colnaghi (1928), dal Martini (1956), dalla Levi D'Ancona, che lo pubblica (1962), ma non è riferito in modo particolare al nostro codice. L'Antifonario DII n°8 non è ricordato espressamente nel catalogo del Museo dell'Opera del Duomo (1970), anche se la Francini Ciaranfi fu menzione di alcuni codici alluvionati e restaurati, con miniature di Francesco di Antonio del Chierico, di Attivante, del Bocciardino, di Gherardo e Monte di Giovanni. L'attribuzione a Monte del nostro antifonario è sicura, perché lo stile di Monte, per la sua complessità e per la sua attenzione alle innovazioni nel campo del chiaroscuro e della prospettiva, che rivelano l'influenza sia del Ghirlandaio che del Durer, si può confondere solo con quello del fratello Gherardo, che però muore nel 1497. E' assai probabile che lo scriptor del nostro codice sia Domenico di Pulidoro, anche i documenti sopra citati riportano il suo nome, ma - come già detto - non si riferiscono in particolare al codice DII n°8. Ma comunque il codice non può essere anteriore al 1500. L'antifonario è una delle più eleganti e preziose testimonianze dell'attività di Monte di Giovanni per l'Opera del Duomo, da confrontare con il mosaico raffigurante S.Zanobi, datato 1504, ora esposto nel Museo (cfr.L.Becherucci, op.cit., II, pp.286-288) eseguito dallo stesso autore, da inserire nel quadro più vasto della produzione nell'ambito delle cosiddette "arti minori" che fervevano a Firenze nel primo trentennio del Cinquecento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900161204-2.3
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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