disputa dei Padri della Chiesa sull'Immacolata Concezione

dipinto, ca 1531 - ca 1534

Soggetti sacri. Personaggi: Adamo; San Giovanni Evangelista; San Girolamo; Sant'Ambrogio; Sant'Agostino; San Gregorio; San Bernardo da Chiaravalle; Madonna; Dio Padre. Figure: angeli; angioletti

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Sogliani Giovanni Antonio (1492/ 1544)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria dell'Accademia
  • LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Niccolò di Cafaggio (ex)
  • INDIRIZZO via Ricasoli, 58/60, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Vasari ricorda che la pala fu commissionata al Sogliani per S. Francesco dell'Osservanza fuori porta S. Miniato da Giovanni Serristori, che però morì prima del compimento dell'opera. Questa passò quindi al genero ed erede Alamanno di Jacopo Salviati, che la donò alle monache di S. Luca. Il dipinto è citato nella chiesa di S. Luca da Cinelli (1677); secondo Richa (1757), dopo la riunione del monastero di S. Luca con l'ospedale di S. Bonifacio (1734), rimase nella chiesa. Poiché la chiesa di S. Luca fu abbattuta nel 1792, è probabile che il dipinto sia passato a quest'epoca nell'ospedale di S. Bonifacio, dove lo videro Fantozzi (1842) e Milanesi. Il passaggio a S. Maria Nuova avvenne probabilmente nel 1887. Il dipinto risultava esposto agli Uffizi già nel 1901 (Paatz, Kirchen Florenz 1941). La critica non ha mai messo in dubbio l'autografia della 'Disputa sulla Santissima Concezione', che è citata tra le opere del Sogliani dal Vasari. Generalmente il dipinto viene datato dagli studiosi (Venturi 1925, Degenhart in Thieme-Becker, XXXI, 1937, p. 213) ad una fase piuttosto avanzata, definita "manierista", dell'attività del pittore e avvicinata alle opere pisane. Fa eccezione Spalletti (Uffizi catalogo 1980), che suggerisce una datazione al 1522 o al 1528, evidentemente perché Degenhart prende in esame la 'Disputa' dopo aver parlato della 'Pala di Santa Brigida' (1522) e prima di accennare ai lavori svolti dal Sogliani a Pisa che iniziarono nel 1528. Ma il Vasari, indicando che l'opera era ancora incompleta alla morte del committente Giovanni Serristori, ci fornisce gli elementi per datarla. Non è nota la data del decesso del Serristori, ma poiché sappiamo che egli fece rogare il testamento il 10 di settembre 1531 (cfr. Bagni 1924) e che nella decima del 1534 alcune proprietà risultano già a nome della sua unica figlia ed erede Costanza, poi moglie di Alamanno Salviati (cfr. Karwacka Codini/ Sbrilli, L'archivio Salviati, 1987), si può concludere che ciò avvenne nell'arco di tempo tra il 1531 e il 1534. Tale lasso di tempo dovrebbe essere indicativo anche per l'esecuzione della grande tavola del Sogliani. Disegni collegati sono al GDSU
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900160661
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 3203
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria dell'Accademia di Firenze
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1987
    2005
    2006
  • ISCRIZIONI sul cartiglio retto dal putto a sinistra - TOTA PULCHRA ES ET / MACULA NON EST IN TE - Canticum canticorum, 4, 7 - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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