paesaggio con Androcolo e il leone

dipinto, ca 1617 - ca 1625

Paesaggi: paesaggio con Androcolo e il leone. Piante: alberi. Personaggi: Androcolo. Animali: leone

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA rame/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Van Poelenburgh Cornelis (1594-1595/ 1667)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria degli Uffizi
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo degli Uffizi
  • INDIRIZZO piazzale degli Uffizi, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE II quadretto fu inviato da Palazzo Pitti alla Villa Medicea di Castello nel 1702. Ricordato ancora in questa sede insieme con altri tre in un inventario della Villa del 1761 (n. 141), venne probabilmente trasferito alla Galleria degli Uffizi nel XIX secolo. Qui fu però separato dagli altri, ed entrò poi a far parte, senza attribuzione, della collezione delle miniature, dove ancora si trova. Non c'è dubbio che in questo piccolo rame vada riconosciuto il quarto dipinto che faceva serie con altri tre e descritto come "un pastore che cava uno stecco dalla zampa di un leone", nel documento d'invio alla Villa di Castello nel 1702 (vedi Doc.). Nel soggetto è rappresentata la storia di Androcolo, schiavo fuggito al suo padrone ma ripreso. Condannato a essere sbranato da un leone, fu messo nel recinto con quello che lui aveva curato e che non volle sbranarlo. In seguito a ciò, Androcolo fu graziato. Il dipinto con il numero 1890, n. 1094, recò in passato un'attribuzione all'Elsheimer, cambiata a partire dal 1890 in quella al Poelenburgh, il n. 7902 risulta nello stesso inventario come anonimo. Lo stile indica il n. 7902 come di mano del Poelenburgh, attribuzione che viene sostenuta dal fatto che esso era parte della stessa serie di numeri, e che ha particolari affinità coi nn. 1094 e 1194, del quale sembra proseguire idealmente il paesaggio (probabilmente il quadretto era stato concepito per essere posto alla sinistra del suo compagno, come suggerisce la composizione degli alberi. Non sappiamo le vicende precedenti del dipinto e del suo probabile "pendant". Tuttavia lo stile molto legato a quello dell'Elsheimer e la sua presenza nelle collezioni fiorentine all'inizio del XVIII secolo fa presupporre che si tratti di uno dei dipinti eseguiti dal pittore alla corte medicea durante il suo soggiorno fiorentino. Come in altri casi (vedi ad es. alcuni dei quadri dell'Honthorst), il fatto che essi non fossero menzionati in Palazzo Pitti dall'origine farebbe supporre che, insieme con altri, il quadretto avesse trovato la via di una delle ville, forse quella del Poggio Imperiale, appartenente a Maria Maddalena d'Austria, moglie di Cosimo III de' Medici, che vi collocò le sue collezioni personali
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900159211
  • NUMERO D'INVENTARIO Inventario 1890, n. 7902
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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