Un bosco in Maremma al tramonto. paesaggio con alberi

dipinto, 1851 - 1899

N.P

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Senno Pietro (1831/ 1905)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria d'Arte Moderna
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
  • INDIRIZZO P.zza Pitti, 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nella composizione di questo quadro appare fondamentale il ricordo della cultura di Barbizon: il motivo delle grandi querce che dominano la composizione, la trasparenza ed i riflessi delle acque palustri in primo piano ricordano molto da vicino Daubigny e soprattutto Theodore Rousseau, mentre il cielo rosseggiante sullo sfondo scade ad elemento di maniera e la figurina che conduce la mucca corrisponde ad una volontà di liricizzare la composizione, per il contrasto che viene a determinarsi fra le sue piccole proporzioni ed il bosco incombente, e sembra dunque risentire addirittura di ricordi del Romanticismo maturo. Nonostante la mancanza di letteratura specifica contemporanea questo paesaggio può considerarsi tipico esempio della produzione di Pietro Senno, un pittore che non sembra aver goduto neanche in vita di grande fortuna, se il Rosai - scrivendo nel 1905 la presentazione per una mostra organizzata per commemorare la sua scomparsa - alludeva alla "sacrificata semplicità senza forti impressioni e senza grandi successi" di un artista che gli appariva sincero ma certamente "molto modesto", che "trattò la macchia ma non fu macchiaiolo. Ebbe l'occhio aperto al nuovo orizzonte, ma gli mancò l'ala robusta ad innalzarsi" (cfr. G. Rosadi, Di Pietro Senno Pittore, Firenze 1905). Decisamente elogiativo è invece un articolo apparso su "Natura e Arte" nel 1905, nel quale Pietro Senno è considerato, nell'ambito della pittura di paesaggio, addirittura un innovatore: "Egli prendeva posto tra i paesisti - asserisce l'anonimo autore dell'articolo - nel momento in cui la pittura del Markò e dell'Azeglio suscitavano una religiosa ammirazione in Italia. Fu vera e consapevole audacia quella di sfidare il plebiscito d'allora, di staccarsi [...] dal convenzionalismo accademico, e muovere decisamente verso il verismo, verso la fedele rappresentazione di ciò che si offriva al suo sguardo, sempre però diffuso dalla luce della sua propria fantasia e adombrato da una singolare velatura d'idealità. Fuse mirabilmente la fedeltà alla forma con l'artificio dell'espressione; il verismo con l'ideale, i quali soltanto non disgiunti possono essere motivo di arte perfetta" (cfr." Pietro Senno", in Natura e Arte, 1904-1905, pp. 236-237). Una lettura, questa del cronista di "Natura e Arte", che conferma la dipendenza stilistica del Senno dai pittori di Barbizon i quali appunto considerevano la natura come sfondo di effusioni sentimentali; un precedente culturale che negli anni sessanta trattiene l'artista fuori dalla contemporanea linea di ricerca "positiva" dei macchiaioli di fronte alla quale dunque questo paesaggio dimostra una certa arretratezza, se pure appare più spontaneo nel confronto con i contemporanei Donnini e Markò
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900158775
  • NUMERO D'INVENTARIO Acc. n. 379
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1978
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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