Spiaggia di Rio. marina

dipinto, 1840 - 1860
Donnini Emilio (notizie Seconda Metà Sec. Xix)
notizie seconda metà sec. XIX

N.P

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Donnini Emilio (notizie Seconda Metà Sec. Xix)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria d'Arte Moderna
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
  • INDIRIZZO P.zza Pitti, 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto fu acquistato da Vittorio Emanuele II all'Esposizione Italiana per le Collezioni reali del 1861 (cfr. Catalogo illustrativo..., p. 49) per lire 250, e collocato in una delle stanze di facciata del quartiere al pianonobile, dove risulta ancora nell'inventario del 1911. Nel 1927 fu concesso in deposito alla Corte d'Appello di Firenze. Il soggetto è consueto nella produzione del Donnini che fino agli anni quaranta esponeva regolarmente alle Promotrici Fiorentine quadri di paese spesso ispirati a luoghi dell'Isola d'Elba: nel 1853 viene infatti citato in una recensione come "conosciuto specialmente per molte marine" (cfr. Il Buon Gusto, 1853). Confrontato con l'altro paesaggio delle collezioni di Palazzo Pitti, "Marina presso Rio" (O. d. A. 1370) il quadro sembra trattenere qualche maggiore intenzione di immediatezza nell'inquadratura. Il pittore ha infatti scelto un punto di vista sul litorale stesso, respingendo gli scogli con poca vegetazione al margine destro della composizione, risolta quasi per intero nella spiaggia animata da alcune figurine di genere e nella superficie del mare con i pescherecci in primo piano ed in lontananza. Analogamente nella resa pittorica il Donnini appare meno interessato alla resa minuziosa dei particolari, con tentativi di rilevare attraverso pennellate più dense e libere le zone in luce, come appare soprattutto nella striscia di spiaggia e nelle tende dell'imbarcazione in primo piano a sinistra. Il quadro, dipinto probabilmente non molto prima dell'apertura dell'Esposizione del 1861 alla quale fu acquistato da Vittorio Emanuele II appare un tentativo da parte del Donnini di staccarsi dagli schemi della locale scuola di pittura ancora esemplata sullo stile "nordico" di Carlo Markò, perpetuato in quegli anni dai figli di lui Andrea e Carlo junior; tale tentativo - che la scarsezza di documenti figurativi sull'attività del Donnini non permette di stabilire se sia da considerarsi sporadico o meno - è da intendere non tanto come un aggiornamento sulle sperimentazioni del gruppo dei Macchiaoli, quanto come un tentativo di aggiornarsi sulla pittura francese di paesaggio: un tentativo però ormai fuori tempo anche rispetto ai precedenti esperimenti di pittura "en plein air" della scuola di Staggia, un gruppo al quale non risulta che il Donnini avesse partecipato intorno alla metà degli anni cinquanta
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900158773
  • NUMERO D'INVENTARIO OdA Pitti, n.1479
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1978
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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