altare maggiore di Del Turco Flaminio (sec. XVII)
Altare di forma classica; 4 gradoni sagomati sottostanno alla mensa in marmo bianco, sostenuta da 4 piccole colonne, sagomate e parzialmente intarsiate con inserti di marmo nero, terminanti in capitelli ionici. Lo spechio interno, sotto la mensa, presenta al centro una lapide rattangolare con cornice a rilievo scolpita a palmette. All'interno è un'articolata decorazione graffita. L'iscrizione è racchiusa da una cornice ottagonale che pare sostenuta dalle ali aperte di un'aquila in marmo nero. Sopra la mensa è uno zoccolo graffito a tarsie di marmo policromo. Al centro di esso è il ciborio. Nella parete di fondo si apre ad arco la grande nicchia che contiene, in basso, le due statue di S. Bernardino e di S. Caterina da Siena, al centro la teca contenente il simulacro della Vergine, sostenuta da due angioletti. Dietro tale teca è una grande raggiera in metallo dorato. Sopra la teca due angioletti in volo sostengono una corona. La nicchia è inscritta in un rettangolo, nei cui angoli superiori sono gli emblemi della famiglia De Vecchi. Applicato al di sopra della nicchia è un baldacchino mistilineo con l'armatura in legno e il festone a nappe in lamina di metallo sbalzato, che presenta all'interno, sopra una raggiera, l'occhio di Dio soprastante la colomba dello Spirito Santo....
- OGGETTO altare maggiore
-
MATERIA E TECNICA
Marmo
METALLO
Stucco
-
ATTRIBUZIONI
Del Turco Flaminio (1560-1565/ 1634)
- LOCALIZZAZIONE Siena (SI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Altare di forma classica, che può considerarsi il prototipo di tutti gli altri altari della chiesa, dai quali si differenzia per una logica e maggiore monumentalità. I modi e i tempi della costruzione e dei successivi interventi dell'altare sono documentati punto per punto nei manoscritti conservati nell'Archivio dell'Opera di Provenzano. Così il primo libro delle Deliberazioni, alla data 7 marzo 1617, registra l'allogagione dell'altare a Flaminio Del Turco; notizia poi confermata dai puntuali pagamenti, registrati nei libri delle Entrate ed Uscite dell'Opera dal 1 febbraio 1623 al 2 dicembre 1631, e diretti tutti allo stesso Del Turco. Il secondo libro delle Deliberazioni, in data 3 gennaio 1635, contiene l'importante richiesta fatta dalle sorelle del Del Turco, già morto da circa un anno, per ottenere una parte del saldo dei pagamenti dovuti al fratello per la costruzione dei 3 altari della Collegiata, tra i quali è specificato anche l'altare maggiore. ed infatti nel 1635 (F-3, ms. cit.) il Granduca fa stimare a 2 scalpellini fiorentini gli altari già eretti nella chiesa, cioè l'altare maggiore, l'altare Piccolomini e l'altare Borghesi. Tutto ciò fa presumere che l'altare maggiore fosse già ultimato nel 1633, o al più tardi nel 1634. In data 5 agosto 1683 (B-3, ms. cit.) l'Opera incarica Francesco e Giovanni Antonio Mazzuoli di rifare in marmo la nicchia dell'altare, che era in legno. E benchè il documento sopracitato parli specificatamente del disegno della nuova nicchia presentato all'Opera dai due fratelli, i lavori del completamento dell'altare non furono mai iniziati. Solo nel 1724 (B-5, ms. cit.) si registra un nuovo intervento per trasformare la nicchia da legno, materiale infiammabile, come specifica il documento, in marmo. Intervento che viene portato a termine solo nel 1728 sacrificando però le due cornici d'argento, attorno alla nicchia, donate nel 1699 da Monsignore Fabio de' Vecchi, vescovo di Montalcino. A ricordo di tale donazione restano, per espressa volontà degli eredi del prelato, due cervi, emblema della famiglia, agli angoli del riquadro della nicchia (B-5, ms. cit.). Dalla stessa deliberazione si apprende che i 4 angeli, posti sul frontone dell'altare, vengono fatti eseguire in stucco da bartolomeo Mazzuoli (n. a Siena 1749) figlio di C. Antonio e nipote di Giuseppe Mazzuoli, come "modello per quelli di marmo", con i quali l'Opera intendeva sostituirli "quando vi sia lo aiuto di pie persone" (B-5, ms. cit. , c. 47 v.); e volontà questa rimasta a livello di progetto, visto che gli angeli dell'altare sono in stucco e quindi evidentemente da attribuirsi all'originale del Mazzuoli
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900151361
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto
- DATA DI COMPILAZIONE 1980
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI nella lapide sul frontone - TIBI SENATUS POPULIQ / SENESIS CUSTODI AB / IMMINENTI LUE EREPTI / CORDA HAE ARA DICANTUR / MDCXXXIII - lettere capitali - latino
- STEMMI angoli superiori della nicchia - gentilizio - Stemma - Famiglia De Vecchi - 2 - al piccolo cervo inscritto in un triangolo
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0