Piastra fissa di base in bronzo dorato a forma di ciotola. Il bordo (fuso insieme) è formato da foglie a tre punte. Al centro della piastra coppetta per una grossa pietra ovale, circondata da tralci in filigrana che ricoprono riccamente tutta la superficie. A prima vista nonsembra che la disposizione decorativa sia stata studiata, ma le quattro pietre sul bordo poste a forma di croce, che si alternano lilla e gialle, accennano a una suddivisione in quattro segmenti di cerchio che è valida anche per gli altri elementi decorativi. Per esempio in ognuno degli spazi ci sono due volute in filigrana più piccole e sopra due più grandi. Le spirali contrapposte sono dirette verso un punto centrale segnato da una piccola pietra (alternativamente rossa e verde). Tutti i castoni sono cilindrici. la filigrana è formata da profilati martellati a nastro, saldati di taglio. Da ogni voluta partono nuemrose diramazioni, le cui estremità racchiudono delle piccole sfere d'oro o sono agtorcigliate a spirale. Per fissare la fibula all'abito c'era una montatura a spillo di cui sul retro rimangono solo i fori dei ribattini per la cerniera e per la fermezza. Le foglie del bordo sono in parte spezzate
- OGGETTO fibula
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MATERIA E TECNICA
argento/ doratura
bronzo/ doratura
PIETRA
- AMBITO CULTURALE Manifattura Europea
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale del Bargello
- LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
- INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il tenativo di datare le grosse fibule rifacendosi a termini noti della poesia medioevale come: NUsche, Furspan, Bratsche ecc. finora non ha dato risultati. Lo stesso tipo di fibula discende, senza interruzione nel tempo, dalle fibule a disco merovingiche e bizantine. Nella fibula del Bargello si possono ancora scorgere addirittura certi particolari figurati caratteristici di quell'epoca antica: come il rilievo dato alla parte centrale e la simmetria, che si nota fra l'altro nel colore delle pietre sul bordo. SE la si confronta con le fibule a disco dell'XI e XII secolo si vede che manca la struttura rigida e il motivo degradante dal centro. L'orefice trovava più importante di ricoprire tutta la superficie ricurva con riccioli e volute. Questo tipo di filigrana a profilati martellati e messi di taglio compare già nel X secolo. Gli esemplari si moltiplicano nel XII e XIII secolo. Ma è il disegno della filigrana che può servire da spunto per la datazione e cioé il grosso tralcio a spirale da cui partono tante graziose volute e ricci che all'estremità racchoiudono piccole sfere d'oro. F. Steenboch (Der KIrliche Prachteinband, 1965, n. 88, p. 183) è d'opinione che probabilmente questi lavori hanno avuto per modello opere in filigrana d'influenza bizantina. Questo tipo di filigrana viene chiamata "Ringenfiligran" (cioé filigrana ad anelli o ricci) e sembra sia caratteristica dell'oreficeria tardo-romana nella zona della Lorena e della Mosa. L'ornamentazione a viticci sul calice di San Godehard a Hildesheim è quella che somiglia di più alla fibula del Bargello. Ugglas (p. 142) lo considera del secondo venticinquennio del XIII secolo. Non è possibile datarlo oltre la metà del secolo, perché allora è già avvenuto il mutamento per cui l'ornamentazione a foglie diventa naturalistica
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900132837
- NUMERO D'INVENTARIO Carrand 1001
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
- DATA DI COMPILAZIONE 1980
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0