Cristo crocifisso

crocifisso,

Il crocifisso è costituito da una croce di ebano priva dell'originaria base, i terminali, il teschio, la raggiera ed il cartiglio sono in ferro battuto dorato; il Cristo in bronzo dorato a tutto tondo, e privo della corona di spine, è rappresentato secondo l'immagine del "Cristo vivo"

  • OGGETTO crocifisso
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ doratura
    legno di ebano
  • ATTRIBUZIONI Jean De Boulogne Detto Giambologna (bottega): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Proveniente come gli altri sette crocifissi da tavolo dall'arredo che decorava gli altari della chiesa. La serie presenta, secondo una consuetudine diffusa (per es. San Pietro a Roma), le due diverse immagini del "Cristo vivo"e del "Cristo morto" nonostante che più recente e fortunata fosse, dalla seconda metà del Cinquecento, l'iconografia del primo tipo, simboleggiante, secondo gli orientamenti della Chiesa post-tridentina, il Cristo triumphans. Il modello, qui del tipo del "Cristo vivo", deriva dal noto prototipo del Giambologna alla Santissima Annunziata (cfr. E. Casalini, Due opere del Giambologna all'Annunziata di Firenze, in "Studi Storici dell'Ordine dei Servi di Maria", XIV, fasc. I-IV, pp. 169-176) dal quale molte redazioni furono tratte nella bottega dello scultore dagli stessi allievi. Questo di San Gaetano appare del tutto identico nella disposizione del corpo, nel modellato, nei particolari del perizoma e nelle misure, seppur con irrilevanti differenze, ai Crocifissi dello Smith College di Northampton, del convento della Santissima Annunziata e di una collezione privata esposti recentemente alla Mostra del Giambologna (cfr. Cat.: Giambologna sculptor to the Medici, Edimburgo-Londra-Vienna 1978, pp.141-142, nn. 101-103): la convincente attribuzione del primo Antonio Susini, giustamente estesa dalla Watson (in Cat. Mostra op. cit., p.142) anche agli altri, sembra dunque convenire pure a questo. Tuttavia l'uso tradizionale di continuare a trarre bronzi dalle "forme" esistenti in bottega non può certo fare escludere la possibilità che dai modelli di Antonio (che nel 1622 eseguì 10 crocifissi: 5 "vivi" e 5 "morti" cfr. U.Utz, in "Paragone", 1971, p. 73), morto nel 1624, il nipote Giovan Francesco, subentrato allo zio nell'atelier del Giambologna, non abbia tratto nuove repliche richieste frequentemente da famiglie e ordini religiosi. L'ipotesi sembrerebbe avvalorata dai rapporti dal Susini giovane con i teatini nel 1634 e nel '48 (cfr. schede nn. 249-358)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900132100
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • ISCRIZIONI cartiglio in alto - INRI -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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