Madonna e San Giovanni Battista intercedono presso Cristo con San Rocco e San Sebastiano
dipinto,
Signoroccio Paolo Detto Fra' Paolino (1490 Ca./ 1547)
1490 ca./ 1547
La tavola originariamente centinata è stata squadrata e parzialmente coperta dalla cornice ottocentesca e dalle strutture dell'altare
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera grassa
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ATTRIBUZIONI
Signoroccio Paolo Detto Fra' Paolino (1490 Ca./ 1547)
- LOCALIZZAZIONE Prato (PO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'attribuzione del Marchini (v. vecchie schede 1966) ad ambito di Fra' Bartolomeo è convincente per i caratteri stilistici dell'opera improntata ad una composizione rigorosamente chiara, ispirata dal nuovo, ma aristotelico, concetto di chiarezza illustrativa e devozionale. I monumenti raffigurati ci suggeriscono una datazione anteriore al 1531 (V. RODOLICO - MARCHINI, 1962, p. 166; MARCHINI, 1964, p. 78; RAPPORTO, 1895, p. 5. GUASTI, 1861, p. 38) e la lettura iconografica dell'opera, come una preghiera dei santi protettori della Compagnia di risparmiare la città da altri flagelli, ci può forse indicare come "post quem" la peste del 1526, cui fanno riferimentoo le scene di accampamento fuori le mura e quella funebre a S. Anna. I colori lucidi e vivi ed una certa legnosità nel modellato, si noti soprattutto il Cristo, caratterizzano quest'autore che per il resto è pienamente debitore a Fra' Bartolomeo dei suoi modi e che può essere riconosciuto in quel Fra' Paolino da Pistoia, presente a Prato nel 1516 con il maestro per la tavola dell'Assunta della chiesa di S. Maria in Castello, oggi nelle Gallerie di Napoli. E' infatti molto vicina ad un'altra opera a lui riferibile nel periodo giovanile quando più forte è l'influsso del maestro, e forse anche l'aiuto, prima di quella semplificazione geometrizzante delle forme che caratterizza la sua attività avanzat, e cioè quel "Cristo in gloria con il Savonarola ed altri monaci domenicani" della chiesa di S. Domenico a Fiesole (v. scheda 314 ad locum). La vicinanza nel concetto raffigurato e nello stile è notevole. Vale la pena di ricordare come fossero strettissimi i legami fra il convento di S. Marco di Firenze e la Compagnia di S. Sebastiano di Prato. Nel 1496 infatti (NUTI, 1938, pp. 5-7) il Savonarola viene a predicare nell'adiacente convento di S. Domenico allineandolo alla riforma di quello di S. Marco e la Compagnia cambierà i propri statuti riedificando fra l'altro la propria sede. Da tutto ciò deriva la possibilità di attribuire quest'opera a Fra' Paolino da Pistoia e di collocarla subito dopo il 1526
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900130911
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
- DATA DI COMPILAZIONE 1980
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0