martirio di sant'Ansano

dipinto, ca 1440 - ca 1440
Giovanni Di Paolo (attribuito)
1395-1400 ca./ 1482

Dipinto a tempera su tavola raffigurante il martirio di sant'Ansano. La cornice lignea è dorata e intagliata

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Giovanni Di Paolo (attribuito): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale del Bargello
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
  • INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Appena entrata a far parte del museo del Bargello, la piccola tavola è citata nell’inventario Solenne (1888) come “parte di un gradino esprimente un martirio dipinto su Tavola, con cornice quadra dorata”, e consegnata al Rinascimento (indicato con il termine “Risorgimento”): quindi l’attuale cornice deve essere la stessa acquistata dal Carrand con il dipinto o fatta aggiungere quando l’opera era già nella loro collezione. Anche l’inventario FERRI (1889) cita “Il Martirio di un Santo”, ma è SUPINO (1898) che per primo lo attribuisce a Giovanni di Paolo, seguito dopo l’iniziale incertezza della CRUTTWELL (1908), da tutta la critica successiva: BERENSON (1909, 1932 e 1936) non identifica ancora il Santo e dà a Giovanni di Paolo anche il Giudizio di Paride della collezione Carrand, sempre al Bargello (n.2026; oggi attribuito alla scuola fiorentina della prima metà del XV secolo); VAN MARLE (1927) trova il “frammento di predella” del Bargello della “stessa maniera” di Giovanni di Paolo, mentre MASON PERKINS (1932) nota l’uso dell’argento per lo stendardo e gli scudi; ancora a Giovanni di Paolo danno il dipinto le schede dattiloscritte della collezione Carrand, anonime, ma tratte da SUPINO e riviste nel primo dopoguerra dell’allora direttore del Bargello Filippo ROSSI (com.or.del caposervizio). Il primo a riconoscere in Ansano Il Santo raffigurato è POPE HENNESSY (1937), che data il dipinto a circa il 1453 ed avvicina la figura del carnefice a quelle di due partecipanti all’Apparizione di San Nicola da Tolentino sulle mura di una città, altro frammento di predella (Vienna, Accademia Albertina): negli scudi e nell’insegna del cavaliere vede i colori di Siena, che ha lo stemma bianco-nero. L’anno successivo ROSSI (1938) parla ancora di “Decapitazione di un Santo”, assegnando a Giovanni di Paolo anche il citato Giudizio di Paride come già aveva fatto BERENSON (1936); a BRANDI (1941) si deve il secondo intervento, dopo POPE HENNESSY, volto a collocare la tavoletta in un determinato periodo dell’opera di Giovanni: benché il dipinto sia citato in nota, vi sono notizie importanti come l’individuazione di un altro elemento della stessa predella, il San Ansano che battezza della Galleria di Esztergom (Ungheria); BRANDI (1941) data questa predella non dopo il 1445, pur considerandola più tarda di quella di cui rimane la Preghiera nell’Orto alla Pinacoteca Vaticana (1436-1440): “anche le aureole conservano il tipo cognito fra il ’40 ed il ‘45”; non è d’accordo sui paralleli che POPE HENNESSY avrebbe condotto tra il paesaggio del Martirio di San Ansano e quelli dei due elementi della predella di San Nicola da Tolentino (quello già citato dall’Accademia Albertina di Vienna ed un altro nella collezione Johnson di Philadelphia), ma il confronto di POPE HENNESSY era limitato alle sole figure di due astanti nel dipinto dell’Albertina. Più tardi BERENSON (c.1963) accoglie l’identificazione di Ansano e prende atto dell’esistenza del pannello di Esztergom; BERTI (1969) e la guida del Bargello a c. di BAROCCHI e GAETA BERTELA’ (1984) ricordano il “Martirio di un Santo di Giovanni di Paolo”, che è stato esposto alla mostra per il centenario della collezione Carrand al museo Nazionale (1989). Anche la didascalia della foto Alinari non riporta il nome del Santo, mostrando un’immagine dell’opera senza variazioni rispetto allo stato attuale. Il piccolo dipinto raffigura il martirio di un Santo molto venerato a Siena: Ansano, infatti, era nato in questa città, e dopo la sua morte sotto l’imperatore Diocleziano, nel 303, ne divenne il patrono; forse POPE HENNESSY ha ragione nel vedere i colori di Siena negli scudi e nello stendardo degli uomini oltre il corso d’acqua. Dopo le ricerche di BRANDI conosciamo un altro elemento dello stesso complesso, ma non sappiamo se San Ansano sia stato il dedicatario della pala o una figura secondaria; è certa invece l’attribuzione a Giovanni di Paolo, che anche in questo Martirio mostra la sua passione miniaturistica (l’attività di miniatore occupa un posto non irrilevante nella sua lunga carriera): la verità e la delicatezza dei colori si uniscono al gusto dell’ornamentazione e del particolare ricercato, e l’effetto è accresciuto dalle piccole dimensioni del dipinto; il paesaggio è visto quasi come dall’alto, a volo d’uccello, secondo il ricordo di quelli trecenteschi dei Lorenzetti e di Ambrogio da Milano, e l’attenzione naturalistica verso i gruppi di alberi, anche se in misura minore che in altre sue opere, rivela l’attaccamento ad uno dei maggiori canoni tardo-gotici; Giovanni vi sarà sempre fedele, anche quando accoglierà certe istanze formali del Rinascimento (soprattutto da Paolo Uccello). [continua nelle Annotazioni]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900130768
  • NUMERO D'INVENTARIO Collezione Carrand 2019
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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