Sant'Anna in trono con Maria bambina e due angeli

dipinto, post 1390 - ante 1410

Dipinto a tempera su tavola cuspidata a fondo oro raffigurante sant'Anna con Maria bambina e due angeli adoranti. La cornice dorata della tavola fa corpo con il dipinto

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • AMBITO CULTURALE Ambito Fiorentino
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale del Bargello
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
  • INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Da grande tavola, in mediocri condizioni, ha una scarsa bibliografia per la probabile lunga permanenza nei magazzini e la qualità non elevata: descritta nell’inventario SOLENNE (1888) come “dipinto in Tavola di forma acuminata rappresentante Sant’Anna seduta in trono che tiene sulle ginocchia la piccola Maria, e due angioletti in adorazione sui lati (Scuola Toscana del secolo XIV)”, viene citata allo stesso modo dal successivo inventario FERRI (1889), ma taciuta da tutte le guide del Bargello, sia antiche che recenti; nelle schede dattiloscritte della collezione Carrand si attribuisce egualmente alla “scuola toscana del XIV secolo” trovando la “cornice rapportata originale assai guasta” (le schede, anonime, sono tratte da note di Igino Benvenuto SUPINO riviste da Filippo ROSSI nel primo dopoguerra, quando era direttore del Bargello; com.or.caposervizio del museo, Moscadelli); esposta poi nella sala degli avori, l’opera ha partecipato nel 1989 alla grande mostra per il centenario dell’acquisizione della collezione Carrand. Le grandi dimensioni rivelano che doveva essere stata eseguita per l’altare di una chiesa; la tavola è semplicemente cuspidata, senza decorazioni ad intaglio, secondo un modello in voga nel secolo precedente e nei primi decenni del Trecento, ma le particolarità stilistiche indicano che è stata eseguita molto più tardi: gli angeli adoranti inginocchiati sul trono sono abbastanza rari, mentre in piedi compaiono per esempio in una miniatura del codice segnato D nel Museo dell’Opera del duomo di Prato (Santo Stefano in trono ed angeli), della cerchia di Rossello di Jacopo Franchi (c.1377-1456), e sempre affacciati sul trono ed in piedi nella Madonna col Bambino e Santi di Bicci di Lorenzo (1373-1452) alla Galleria fiorentina dell’Accademia, n.3134; vi è anche il tentativo di costruire plasticamente la figura di Sant’Anna, che non ha una posizione del tutto frontale, e mentre ruota obliquamente verso la nostra destra offre il fianco opposto ad una luce più intensa; sono indizi di una certa apertura a qualcosa di nuovo, come la forma a mandorla dei due stemmi, che è tipicamente quattrocentesca anche se qualche raro esempio compare nell’ultimo Trecento. Accanto a questi segni di rinnovamento restano tracce non irrilevanti della tradizione gotica, che si esprime nell’alto trono arcato, nella decorazione della veste di Maria sparsa come su di un piano, nella forma della tavola senza guglie o altri ornamenti che già alla metà del Trecento era diventata una rarità. Quanto all’autore del dipinto, alcuni motivi farebbero pensare alla bottega o ad un artista molto vicino a Mariotto di Nardo (Firenze, dec. dal 1394 al 1424), ma non sono tali da caratterizzare l’ intero dipinto: si tratta dei panneggi che ricordano un po’ sovrabbondanti e più corti sulle ginocchia, quelli dei due angeli inginocchiati, i loro volti e le mani dalle dita incurvate, le ali “corpose” ed i triangolini puntinati intorno alle aureole degli angeli, ma soprattutto le incertezze prospettiche negli archetti laterali del trono; se ne ha addirittura un esempio identico in un’ opera di Mariotto, l’Annunciazione del museo di Pistoia con i due Santi laterali di Rossello di Jacopo Franchi: qui lo stesso modulo architettonico con l’arco trilobo non costruito bene poggiante su identiche colonnine tortili non sembra una semplice coincidenza; nella stessa tavola il gusto per il decorativismo minuto che caratterizza anche quella del Bargello, mentre le aureole con triangolino puntinati all’esterno tornano nella Madonna in trono col Bambino, due Santi e quattro angeli, già nella collezione Chalandon a Parcieux e in due elementi ottagonali di predella con la Circoncisione ed il Battesimo del Cristo nella collezione Crawford a Balcarres (le tre opere sono pubblicate da B.BERENSON, Italian Pictures of the Renaissance. Fiorentine School, London 1963, vol.I, n.518). Tuttavia l’influenza di Mariotto di Nardo è meno avvertibile nella figura di Sant’Anna, perché vi manca quel neo-giottismo quasi nostalgico che Mariotto diffonde per tutto l’arco della sua carriera, specialmente nelle prime opere: questa Sant’Anna, dal manto rosa come quella di Masolino nella Sant’Anna Metterza degli Uffizi, spicca delicatamente sul grigio del trono che invade quasi tutta la composizione lasciando poco spazio anche al fondo oro, un trono costruito piuttosto ingenuamente da un pittore che per adesso dobbiamo mantenere nell’ambito generico della scuola fiorentina degli ultimi decenni del XIV-inizio del XV secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900130764
  • NUMERO D'INVENTARIO Collezione Carrand 2008
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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