Madonna in trono con Bambino, san Giovanni Battista, santo Stefano e otto angeli
dipinto
post 1375 - ante 1399
Gerini Niccolò Di Pietro (attribuito)
notizie dal 1368/ 1414-1415
Dipinto a tempera su tavola centinata a fondo oro, con la Madonna in trono col Bambino, due santi e otto angeli
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera
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MISURE
Altezza: 80 cm
Larghezza: 50 cm
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ATTRIBUZIONI
Gerini Niccolò Di Pietro (attribuito): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale del Bargello
- LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
- INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Assai citato, ma non studiato approfonditamente, questo dipinto presenta delle difficoltà di attribuzione per i caratteri comuni ad alcuni pittori fiorentini del Trecento e per la mancanza di documenti sulla sua provenienza. Nominate velocemente negli inventari SOLENNE (1888) e FERRI (1889), che lo attribuiscono al periodo rinascimentale (definito “Risorgimento”), e dato alla “scuola fiorentina del sec. XIV” da SUPINO (1898) e dalle schede dattiloscritte della collezione Carrand (anonime, ma tratte da SUPINO e rivestite da Filippo ROSSI nel primo dopoguerra; com.or. del caposervizio del Bargello, Moscadelli), il dipinto è avvicinato dal resto della critica all’entourage dei Gerini: per primo da Richard OFFNER (1927) che pensa ad un “immediato seguace di Niccolò di Pietro Gerini”, ipotesi ribadita nei successivi studi sulla pittura fiorentina (1969 e 1981); BERENSON (1932 e 1936) vi vede la mano del giovane Lorenzo di Niccolò: in “Dedalo” (1932) confronta il nostro dipinto con una Madonna col Bambino e San i pubblicato a pag.11 senza ubicazione (forse a quel tempo sul mercato antiquario?) ritenendo la tavola Carrand “un poco più progredita e più vicina a Niccolò” di questa, e la stessa proposta appare successivamente (1969); sempre BERENSON (1963, ma in realtà successivo allo studio del 1969) sposta l’attribuzione al Maestro dell’Incoronazione dell’Arte della Lana, che tuttavia pensa potersi riferire ad una fase giovanile di Lorenzo da Niccolò: il nome è dato da BERENSON all’ignoto autore dell’Incoronazione della Vergine nel palazzo fiorentino dell’Arte della Lana, un tabernacolo sormontato da una lunetta con la Madonna col Bambino di Jacopo del Casentino. L’attribuzione a Lorenzo di Niccolò Gerini è accettata da ROSSI (1938), ma non da BOSKOVITS (1975), che dà il dipinto a Niccolò di Pietro Gerini datandolo al 1395-1400. Forse la tavola non è sempre stata esposta, contrariamente a molte altre della collezione Carrand, perché non viene citata nel catalogo di Maud CRUTTWELL (A Guide to the Paintings in the Churches and minor Museums of Florence, London-New York 1908), ma ha partecipato alla mostra per il centenario della donazione di Louis Carrand (1989). Il gruppo principale della Madonna col Bambino riprende il tema del “colloquio” inaugurato dall’opera omonima di Giovanni Pisano (c.1245-c.1314) al Museo della Primaziale di Pisa e svolto più appassionatamente nelle Madonne più tarde dello stesso Giovanni e poi in quelle di Pietro Lorenzetti (c.1280-1348): nella nostra tavola il motivo rivela un’intimità profonda, con i volti che quasi si toccano e gli occhi intenti in una contemplazione reciproca e totale, che esclude ogni contatto con l’ambiente circostante; questo è concepito secondo il tipico schema del Trecento fiorentino, ma con una variante nei quattro angeli ai piedi del trono disposti a cuneo verso l’interno. Sono entrambi caratteri propri di Jacopo di Cione, il pittore fiorentino fratello di Nardo e di Andrea Orcagna, attivo fra il 1368 ed il 1398: tuttavia la Madonna del Bargello non dovrebbe essere opera sua, perché meno rigida nel disegno e nel modo di trattare i panneggi. I contatti con Jacopo sono tanti: la Madonna in trono col Bambino ed otto Santi del Friedrich Museum di Berlino può aver suggerito la disposizione degli angeli, che ricorre anche in altre opere di Jacopo e dell’ambiente orcagnesco, come altri motivi stilistici: i volti dai lunghi occhi e dallo strano sorriso un po’ duro di molte sue figure (che nella tavola del Bargello contraddistinguono la Vergine ed il Bambino), le mani con dita lunghe e nervose della Madonna dell’Umiltà di Jacopo (Galleria fiorentina dell’Accademia, n.dep.132) e della sua Annunciazione (chiesa parrocchiale di Rosano, Pontassieve); gli angeli dal collo lungo e flessuoso sono egualmente orcagneschi (di Jacopo di Cione, l’arcangelo Gabriele nell’Annunciazione di Cadenzano, San Niccolò), ma nella tavola del Bargello hanno minor saldezza plastica ed espressione più mite: quello in alto a sinistra, in particolare, richiama l’angelo con la corona in un tondo della Pala di San Matteo degli Uffizi, commissionata nel 1367 all’Orcagna dall’Arte del Cambio e terminata da Jacopo nel 1378 (BOSKOVITS (1975) assegna il contributo di Jacopo al Maestro della predella dell’Ashmolean Museum di Oxford, attivo prima nella bottega di Andrea poi in quella di Jacopo di Cione fino al penultimo decennio del Trecento; tra le opere eseguite dal Maestro in collaborazione con Jacopo cita una Madonna col Bambino, angeli e Santi datata 1379, già nella collezione Fiscele di Vienna, con gli angeli disposti come nella tavola del Bargello, e la Crocifissione di Londra, National Gallery , del 1370-1375). Molto vicina al dipinto Carrand è una Crocifissione pubblicata da BERENSON e da lui attribuita ad un “seguace degli Orcagna (Quadri senza casa. [continua in AN]
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900130759
- NUMERO D'INVENTARIO Collezione Carrand 2029
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1991
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0