salita di Cristo al monte Calvario

dipinto, post 1250 - ante 1299
Maestro Del Crocifisso Di Castellare (attribuito)
notizie seconda metà sec. XIII

Dipinto a tempera su tavola a fondo oro raffigurante la Salita di Cristo al Calvario (terzo riquadro)

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Maestro Del Crocifisso Di Castellare (attribuito): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale del Bargello
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
  • INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Si tratta del dipinto più antico della collezione raccolta da Jean-Baptiste Carrnd e da suo figlio Louis, donata poi al Bargello nel 1888: malgrado la qualità non elevatissima, la tavola ha una sua importanza per la curiosa asimmetria della composizione con le storiette su un solo lato del gruppo principale; che non sia stata tagliata a sinistra, infatti, è dimostrato dall’oggetto della tavola, simile a quello del lato destro, come aveva già notato anche GARRISON (1947) e che formava una sorta di “cornice naturale” del dipinto. Definito di “maniera bizantina” ed attribuito al “Risorgimento” per indicare il periodo rinascimentale degli inventari SOLENNE (1888) e FERRI (1889), è citato dalla CRUTTWELL (1908) nella sala della torre al secondo piano del Bargello ed assegnato alla scuola bizantina del XIII secolo. Non compare nel catalogo del SUPINO (1898) in quello di Filippo ROSSI nelle edizioni del 1932 3 1938, ma la scheda anonima compilata dai due studiosi (Rossi vide le note del Supino nel primo dopoguerra, com.or. del caposervizio del Bargello, Moscadelli) mantiene il dipinto all’ “arte bizantina del sec.XIII”. Il primo studio approfondito sull’opera si deve a GARRISON (1947), che è stato anche il primo a pubblicarla: ne collega la strana simmetria a motivi probabilmente economici, che avrebbero costretto l’autore a terminare più velocemente il lavoro, e che proprio per questo di dovrebbe parlare di una bottega o di un esecutore abituato ad operare in serie piuttosto che di un maestro vero e proprio; influenzato da Giunta Pisano e Berlinghiero, l’autore della nostra Madonna è identificato da GARRISOM con quello della framentaria Madonna col Bambino della chiesa pisana delle SS. Eufrasia e Barbara (1240-1250 circa), quasi identica tranne piccole differenze nella figura del Bambino, della Croce della chiesa di Castellare (Vico Pisano) del 1250-1260 circa, dove le storiette della Passione mostrano somiglianze notevoli con quelle della nostra tavola, soprattutto nei colori e nei gesti, e forse anche di un affresco lunettato con la Madonna ed il Bambino che venne staccato dalla chiesa pisana di San Sebastiano perché in cattive condizioni: il pittore viene chiamato “Maestro del Crocifisso di Castellare”, per la sua opera più rappresentativa, e secondo GARRISON avrebbe dipinto la Madonna Carrand verso il 1260-1270. Lo studioso identifica l’artista con Ugolino di Redice, pur trovandolo stilisticamente più vicino, molto vicino, ad Enrico di Redice, in una scheda successiva (GARRISON 1949) lo indica più genericamente come Maestro del Crocifisso di Castellare, artista pisano con influenze lucchesi, mantenendo la datazione al 1260-1270. Una breve nota di LASAREFF (1955) dissente dall’identificazione del Maestro con Ugolino di Redice proposta da GARRISON, così come la MARCUCCI (1958) per la quale l’autore della Madonna Carrand è “più chiaramente collegato ai tardi modi giunteschi ed al tempo stesso ad iconografie più precisamente arcaiche”, in particolare per Giunta l’opera di seguaci più tardi (San Francesco e storie della sua vita nella chiesa di San Francesco a Pisa e San Verano e storie della sua vita nella chiesa di San Verano a Piccioli presso Pisa), e, per le influenze arcaiche, quelle del lucchese Berlinghiero che aveva già notato GARRISON, ma che MARCUCCI vede come vago ricordo iconografico, indeterminato, che proprio per questo rendono arcaicamente provinciale la Madonna Carrand, opera di bottega non sostenuta dall’ispirazione, di buona tecnica, ma di scarso valore silicico. Per il fatto che sia opera di bottega la MARCUCCI non è d’accordo su ciò che aveva sostenuto GARRISON sullo siluppo nello stile dei dipinti da lui attribuiti al Maestro del Crocifisso di Castellare, ma assegna l’opera allo stesso artista datandola verso il 1270 dopo aver notato i tagli nella parte superiore ed inferiore e le aureole ornate a pastiglia come il trono, forse in argento poi ossidato e caduto o restaurato a macchia in epoca antica. Segue più strettamente GARRISON lo HAGER (1962) nella sua breve citazione sulla Madonna del Bargello, esposta nel 1989 alla grande mostra della collezione Carrand con l’attribuzione alla “scuola pisana (?) del XIII secolo”. È infatti a questo ambiente, e più precisamente al Maestro del Crocifisso di Castellare, che possiamo assegnare il nostro dipinto dall’esecuzione talvolta “meccanica” (come nei panneggi delle figure principali), ma così particolarmente nella composizione, che sia dovuta o no a motivi economici, con una datazione al settimo decennio del sec.XIII (il gesto della Vergine si ritroverà anche alcuni anni più tardi: la Madonna col Bambino di Cimabue agli Uffizi, per esempio, fu dipinta per Santa Trinita nel 1279-1280.)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900130757-3
  • NUMERO D'INVENTARIO Collezione Carrand 2006
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1991
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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