Madonna in trono con Bambino

dipinto, post 1250 - ante 1280

Dipinto a tempera su tavola a fondo oro raffigurante la Madonna in trono con il Bambino

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola di rovere/ pittura a tempera
  • AMBITO CULTURALE Ambito Tedesco
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale del Bargello
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello o del Podestà già del Capitano del Popolo
  • INDIRIZZO v del Proconsolo, 4, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Sono tratte dalla scheda di S.CASTRI, 1989 (v.Bibliografia). Il dipinto conserva abbondanti tracce di antichi restauri: gli incarnati, i contorni del trono ed alcune lumeggiature dorate sulle vesti (restauro cinque-seicentesco) e gran parte del fondo oro (sec.XIX); le aureole, invece, sono quasi completamente originarie (MARCUCCI 1965). La tavola giunse alla collezione Carrand prima del 1862, perché a quella data non si trovava più nella Wiesenkirche di Soest, in Westfalia, dalla quale dovrebbe provenire (KOHLER 1975). Stilisticamente l’opera è stata attribuita alla “scuola bizantina” (inv.Carrand) ed all’ambiente veneziano del sec.XIV (SANGIORGI 1895), mentre ROSSI (1890) e BODE (1891) ne avevano indicato la provenienza dalla Germania del Nord, in particolare dalla Westfalia, che ha trovato concorde la critica. L’autore è stato riconosciuto in un ignoto pittore di Soest che dipinse tra l’altro una Trinità proveniente ancora dalla Wiesekirche di questa città ed acquistata nel 1862 dai Musei di Berlino (inv.n.1216 B); l’artista, operante dal 1250 al 1280 circa, mostra di essersi ispirato all’incoronazione della Madonna Elusa (ALPATOFF-LASAREV 1925), con le figure rappresentate in un tenero atteggiamento effusivo: lo scettro di Regina Coelis e la pera che la Vergine offre al Bambino sono elementi simbolici che l’arricchiscono (CASTRI 1989). La tavola, di dimensioni ridotte per una pala d’altare, mostra anche nell’attenzione con cui sono condotti i panneggi scheggiati e frammentati, toccati da lumeggiature d’oro, la sua destinazione privata (STANCE 1930). Proprio per questa esecuzione nervosa e la vasta gamma cromatica avvicinano il nostro dipinto allo Zackenstil di Turingia e Sassonia, una corrente gotica che dà molta importanza alla linea scattante ed “accartocciata”, sviluppando moduli bizantineggianti tardo-romanici e dando vita tra il 1230 ed il 1290 circa ad uno stile che proprio a Soest ed in tutta la Westfalia ebbe il suo apice dalla metà del secolo XIII, e che produsse opere come la Trinità già alla Wiesenkirche e la decorazione a fresco della cappella di San Nicola (Soest); fuori dalla città, la lastra tombale del vescovo Hermann von Katenelnbogen (Marienfeld, chiesa del monastero) e l’affresco con un re Mago nel coro settentrionale della chiesa di Lohne, entrambi databili al 1250-1275 circa (KLAMT 1972)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900130752
  • NUMERO D'INVENTARIO Collezione Carrand 2037
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1991
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE