San Giovanni Gualberto

reliquiario a busto,

Il busto poggia su una base in legno dorato con quattro gambe a pomolo. La fascia inferiore è costituita da una serie di archetti trilobati ognuno dei quali sostiene uno scomparto a doppia cuspide in cui è incisa e smaltata una scena, serie di venti, della vita del Santo. Gli smalti sono traslucidi nei colori blu, verde, viola, giallo. Sopra è una fascia cesellata con scritta a caratteri capitali intervallata da fiori stilizzati. La scultura vera e propria rappresenta il Santo le cui spalle sono coperte dall'abito monacale. La faccia con barba è rivolta verso il riguardante, gli occhi sono in smalto bianco e nero. La calotta cranica presenta delle cerniere poichè contiene il teschio del Santo, che è visibile attraverso un globo di vetro; la chiusura è sigillata da una ceralacca. Sulla testa è una aureola raggiata decorata con vetri colorati e smalti

  • OGGETTO reliquiario a busto
  • MATERIA E TECNICA argento/ sbalzo/ cesellatura/ incisione/ doratura/ pittura a smalto traslucido
    vetro strass
    legno/ intaglio/ doratura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Fiorentina
  • LOCALIZZAZIONE Tavarnelle Val di Pesa (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Molto scarsa è la letteratura circa questo bellissimo busto reliquiario, uno dei pochi esempi che ci rimangono di arte orafa sacra di questo livello. Secondo il Carocci, nell'inventario del 1886, questa scultura è da collocarsi all'interno del XV secolo, forse rifacendosi a quanto detto da Don Placido Locatelli, il quale nella sua Vita di S. Giovanni Gualberto, lo collocava verso il 1440. In seguito gli studiosi che si sono occupati del reliquiario, Rossi e Toesca, si sono trovati d'accordo nel ritenere la base con gli smalti anteriore, di gusto ancora gotico, alla scultura vera e propria che mostra chiaramente i caratteri della statuaria quattrocentesca che si ispira a quella classica. Si può supporre che il fregio con gli smalti sostenesse in origine un altro reliquiario andato perduto, e che questo ne sia un'altra versione. Ciò sarebbe confermato da quanto lo Schiavo ha letto in un libro di Ricordanze della Badia, di cui non precisa la collocazione. In esso si direbbe che nel 1440 Don Placido Locatelli fece rifare il reliquiario a spese di tutto l' Ordine. Lo Schiavo commette però un errore quando afferma che l'opera è omogenea ed eseguita nello stesso tempo. Ancora lo Schiavo ci informa che il reliquiario fu restaurato nel 1638 da Don Tommaso Davanzati
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900130301-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI fascia sopra gli archetti - CAP. SCI?. IOHANIS. ABBIS - lettere capitali - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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