San Marco Evangelista
dipinto,
post 1611 - post 1611
Cresti Domenico Detto Passignano (1560 Ca./ 1636)
1560 ca./ 1636
Personaggi: San Marco Evangelista. Simboli: (San Marco) libro; leone
- OGGETTO dipinto
-
MISURE
Altezza: 200
Larghezza: 79
-
ATTRIBUZIONI
Cresti Domenico Detto Passignano (1560 Ca./ 1636): esecutore
- LOCALIZZAZIONE Tavarnelle Val di Pesa (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Questi affreschi dei quattro evangelisti, come gli affreschi della cappella maggiore e del coro e i tre quadri della cappella maggiore, vedi schede 0900130043, 048, 054, sono stati sempre ritenuti eseguiti tra il 1598 ed il 1600-1601 a causa delle date che si trovano sull'arco del coro e su quello d'ingresso alla cappella maggiore, cfr. G. Fornaciai, e secondo quanto affermato dallo Schiavo. Da un'indagine stilistica risulta invece un legame inequivocabile con opere più tarde del Passignano, quando era venuto a contatto con una cultura deiversa da quella vasariana del Naldini, più legata a pittori bolognesi ed in particolare al Reni. Questo porta conseguentemente uno spostamento della datazione di più di dieci anni, dopo cioè il soggiorno romano del 1611, periodo in cui il Cresti attese alla decorazione della cappella Paolina in S. Maria Maggiore. Infatti gli affreschi di Passignano si mostrano molto vicini a questi e tale datazione spiegherebbe anche certe influenze del Reni che pure lavorò in S. Maria Maggiore nello stesso periodo, 1610-1612. Secondo il baldinucci, Domenico Cresti fu mandato a Firenze per intraprendere l'arte del libraio, ma, in seguito all'interessamento dell'allora abate di Passignano, forse Don Cesare Mainardi, fu messo a bottega del pittore Girolamo Macchietti detto Girolamo del Crocifisso. Rivelate ben presto le sue capacità, passò in seguito sotto la guida del Naldini, pittore più affermato nell'ambiente fiorentino di quanto non lo fosse il primo. Il suo primo importante lavoro è del 1574, anno in cui collaborò con Federico Zuccari al completamento della cupola di S. Maria del Fiore, lasciata incompiuta per la morte del Vasari. Sempre al seguito dello Zuccari, il Passignano andò prima a Roma, 1579, poi a Venezia, 1583, tappa molto importante per l'influenza che ebbe su di lui il colorismo veneto. In seguito, Roma divenne la meta favorita del pittore, dove esguì gran parte della sua produzione, venendo a contatto con i maggiori artisti del momento. Tra le opere più importanti di questo periodo è da ricordare la decorazione per la sacrestia e il battistero della cappella Paolina in S. Maria Maggiore del 1611. Per un quadro completo della sua produzione si veda il Baldinucci (1846) e il Dizionario Bolaffi (1973). Il Baldinucci, nella sua precisa descrizione della vita e della produzione del Passignano, omette di citare la decorazione eseguita per la Badia di Passignano, e non riusciamo a comprendere il motivo. Secondo il Fornaciai, la ristrutturazione della cappella maggiore, dedicata a S. Michele Arcangelo, dall'allora abate Cesare Mainardi, vedi scheda n. 0900130057, il quale naturalmente volle avvalersi, per la decorazione pittorica, dell'ormai celebre artista nativo di Passignano. Le iscrizioni sugli archi del presbiterio e della cappella stessa testimoniano che tale ristrutturazione avvenne tra il 1598 e il 1600, ma la decorazione, per motivi che spiegheremo in seguito, è da ritenersi più tarda di oltre un decennio. A quel tempo il Passignano aveva già eseguito gli affreschi di Roma, era quindi un pittore più che affermato ed è incomprensibile il silenzio delle fonti su un ciclo che comprende una serie di affreschi e tre quadri, eseguiti per l'Ordine vallombrosano che il Passignano firmò per due volte. Lo Schiavo (1954) riporta una serie di documenti tratti da antichi libri della Badia, di cui per altro non fornisce il luogo di collocazione. in essi si leggerebbe che il rifacimento della cappella maggiore, voluta dal Mainardi, iniziò nel 1598, quando vennero interpellati: Domenico di Michele detto il Passignano, Francesco di Niccolò Balzimelli da Settignano e Francesco Uvigo d'Ambrogio da Lugano, architetto che aveva costruito la facciata di S. Trinita. Costoro dovevano fornire il disegno della nuova costruzione, ma sembra che il progetto finale fosse interamente del Passignano. Lo Schiavo prosegue affermando che nel marzo del 1601 fu portata a termine tutta la decorazione della cappella maggiore e che il quadro dell'altare maggiore fu comprato dal Passignano per 80 scudi
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900130040A-3
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
- DATA DI COMPILAZIONE 1979
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0