Madonna con Bambino in trono tra San Rocco e San Alberto di Sicilia

dipinto,
Antonio Del Ceraiolo (maniera)
notizie 1500-1549

Personaggi: Madonna; Gesù Bambino; San Rocco; San Alberto di Sicilia. Attributi: (San Rocco) bastone da pellegrino; ferita. Attributi: (San Alberto di Sicilia) veste carmelitana; giglio; libro. Figure: fratelli di Compagnia. Oggetti: trono; tendaggio

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Antonio Del Ceraiolo (maniera)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Pittore Toscano
  • LOCALIZZAZIONE Tavarnelle Val di Pesa (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, d'icongrafia consueta, presenta ai piedi del trono due figure oranti incappucciate e vestite da una tunica, cioè i committenti della tavola i fratelli della Compagnia. Infatti l'opera è ricordata dal Biadi (1848) nell'Oratorio attiguo alla chiesa di S. Maria al Morrocco dove si radunava una confraternità sotto il titolo dell'Assunzione di Maria Vergine ed è così descritta: " La tavola all'altare è una buona dipintura in legno rappresentante la Madonna col figlio in mezzo a due Santi, e due piccole figure nella parte inferiore ". La confraternita, i cui capitoli furono dettati dal padre carmelitano Antonio Renuccini del Morrocco e confermati nel 1591 dal cardinale Alessandro Medici, arcivescovo fiorentino e poi nel 1626 dal suo successore Alessandro Marzimedici, era ancora in vita a metà del secolo XVIII ed usava ammantarsi con veste cerulea. Suoi scopi erano di portare in processione la prima domenica del mese l'immagine di Maria Santissima, di celebrare la festa dell'Assunta e di trasferirsi il giovedì santo formalmente alla parrocchia della Sambuca, rilasciando in offerta due libbre di cera bianca. I confratelli godevano del privilegio della sepoltura nella chiesa di S. Maria al Morrocco. L'opera presenta tutte le caratteristiche di un dipinto di scuola fiorentina della prima metà del secolo XVI. La Vergine si rifà evidentemente ad un prototipo raffaellesco, e il Bambino mostra influssi seppure semplificati di Lorenzo di Credi. La composizione è trattata secondo una lineare semplicità con senso di misura neo-quattrocentesca; i Santi sono rappresentati come tipi dimessi, quasi 'naives'. Oltre a ciò alcuni arcaismi evidenti nella rappresentazione dei due oranti incappucciati a figura ridotta secondo la concezione iconografica trecentesca rimandano all'ambito dei ' petits maitres ' che si formarono nell'orbita di Lorenzo di Credi e suggeriscono, anche se in maniera dubitativa, il nome di Antonio del Ceraiolo, come propone Antonio Paolucci. Le opere più tarde del nostro artista, attivo fino al quarto decnnio del secolo XVI, mostrano una certa stanchezza ed un innegabile scadimento di qualità. Questa tavola sembra avere i rapporti più stretti con il dipinto della chiesa di Santo Spirito a Firenze, assegnato ad Antonio del Ceraiolo dal Gamba e accettato dubitativamente dallo Zeri fra le opere di questo pittore. La corince, in legno intagliato e dorato, è sicuramente più tarda , da assegare già al XVII secolo (notizie come da catalogo)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900117848
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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