Le due parti smenbrate raffigurano, uno la Madonna in veste rossa e manto azzurro con le mani giunte assieme a San Sebastiano, dall'aspetto elegante con un manto soppannato di vaio che incede con grazia ruotando leggermente il capo verso sinistra, ha in mano la palma e le frecce, simbolo del suo martirio. Nell'altro scomparto sono raffigurati San Giovanni in atteggiamento di preghiera con mantello rosa a bordi dorati, dietro di lui è San Rocco in veste grigia-verde con bastone da pellegrino in atto di mostrare la ferita alla gamba; tutte le figure campeggiano su fondo oro

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Neri Di Bicci (1419/ 1492): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Tavarnelle Val di Pesa (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I dipinti probabilmente dovevano costituire un'unica tavola, in entrambi si intravede una decorazione che suggerisce un'immagine centrale. La presenza dei due dolenti, la Vergine in una tavola e nell'altra il San Giovanni, fa ritenere che al centro fosse rappresentato un Cristo in croce. Le Tavole sono probabilmente da identificare, anche se non corrispondono perfettamente i santi, con quelle descritte dal Tolomei Gucci nel 1791: "in detto coro vi sono due quadri bislunghi, che in uno vedesi la SS. Nonziata con San Donnino Martire dietro, nell'altro l'Angelo che annunziò la SS. Vergine, e San Rocco. I detti due antichi quadri con gli altri due surriferiti posti nel Presbiterio, oggetti schedati ai nn. 8 e 9 del catalogo, formano l'antica tavola dell'Altare Maggiore prima che questo fosse rimodernato". Dalle 'Ricordanze' di Neri di Bicci si sa che la tavola dell'altare maggiore doveva rappresentare la Trinità. Nella Ricordanza in data 30 aprile 1475, n. 797, si parla dell'abbellimento della chiesa e si dice: "e de(l) resto che avanzasse, fatto la detta cisterna ove pozo, vole ch'el detto Neri ne facc(ia) una tavola a l'a(l)tare magiore di detta chiesa...., la quale tavola sia fatta e formata in quello modo e forma che parà al detto Neri, facendovi drentro una Trinità per devozione di detto Nicholò". Si può dunque suggerire che la Trinità venisse rappresentata secondo l'iconografia del Cristo in croce, rappresentazione che giustificherebbe la presenza dei due dolenti. Infatti, se è pur vero che quest'iconografia ha avuto ampia diffusione e lunga peristenza nell'Europa settentrionale più che in Italia, esistono nel territorio fiorentino alcuni esemplari eseguiti in quegli anni che rappresentano la Trinità secondo tale iconografia: la' Trinità e Santi ' di Neri di Bicci nel Museo di Santa Croce, proveniente dalla Badia fiorentina e la ' Trinità con i Santi Stefano, Benedetto, Giovanni e Eufrosino ', nella chiesa di Santo Stefano a Montefioralle nel comune di Greve in Chianti, di scuola fiorentina del secolo XV, vedi scheda OA 0900078829. Quest'iconografia pone sovente accanto alla Trinità, come nel caso del Morrocco, i due santi protettori contro la peste, San Sebastiano e San Rocco; vedi lo ' Stendardo della 'Trinità' dipinto da Raffaello di Città di Castello e la ' Trinità ' del Foschi a San Miniatello a Montelupo. La nostra tavola doveva avere una predella della quale facevano probabilmente parte i due scomparti, schede del catalogo nn. 8 e 9, rappresentanti Niccolò Sernigi e Fra Luca Lanfranchini, fondatori della chiesa e convento di S. Maria del Morrocco. Lo smembramento della pala risale probabilmente agli anni quaranta del Seicento quando vennero creati i quattro altari, 1643, decorati con tele del pittore Nanni da San Gimignano. Le due tavole, prima di essere state appese nel refettorio, erano state nel coro della chiesa e in sacrestia ( notizie come da catalogo )
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900117844A-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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