Madonna con Bambino in trono tra San Martino e San Sebastiano

dipinto,
Maestro Di Tavarnelle (attribuito)
notizie 1510-1515 ca

Personaggi: Madonna; Gesù Bambino; San Martino; San Sebastiano. Figure: angeli; mendicante. Attributi: (San Martino) pastorale; piviale; mitra; obolo. Attributi: (San Sebastiano) palma; frecce. Oggetti: trono; corona; ciotola. Architetture: loggiato; castello. Paesaggi: colline. Mare

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Maestro Di Tavarnelle (attribuito)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Scuola Del Ghirlandaio
  • LOCALIZZAZIONE Tavarnelle Val di Pesa (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto proveniente dalla soppressa chiesa dedicata a S. Martino a Cozzi, già demolita ai tempi del Biadi (1848), ha soggiornato per lungo periodo nella chiesa di S. Maria al Morrocco, alla quale nel 1792 era stato trasferito il titolo di parrocchia, dove fu sistemato nel coro e quindi in sacrestia e in canonica. La tavola rappresenta al centro la Madonna con il Bambino seduta su un trono tra San Martino, santo titolare della chiesa di provenienza, e San Sebastiano. Il santo vescovo è qui rappresentato in un'accezzione un pò particolare, non come legionario romano o nell'atteggiamento consueto di dividere il mantello con il povero. Il vescovo di Tours è rappresentato nell'atto di versare l'obolo al mendicante. Quest'iconografia, del tutto inconsueta in Italia, è piuttosto rara anche nel nord Europa dove venne diffusa da una leggenda secondaria, dà la chiave di lettura necessaria a comprendere la cultura del nostro artista. La tavola è stata pubblicata da Federico Zeri nel 1976 e contemporaneamente assegnata negli elenchi del Fahy ad un pittore ghirlandaiesco battezzato da questo dipinto 'Maestro di Tavarnelle'. Sotto quest'etichetta convenzionale si celerebbe, secondo il Fahy, un allievo e collaboratore di Filippino Lippi, nei pannelli della National Gallery, per il quale lo studioso propone un'ipotetica identificazione con Niccolò Cartoni. Per lo stesso maestro Federico Zeri, che giustamente accetta solo in parte il gruppo delle opere assegnategli dal Fahy, preferisce utilizzare il nome di Maestro dei Cassoni Campana, prediligendo l'origine francese del nostro artista, caso singolare, secondo lo studioso, di un fenomeno di emigrazione dalla Francia in Toscana, dove avrebbe lavorato nei primi decenni del secolo XVI. Il gruppo di opere riunite intorno a quest'artista non corrisponde negli elenchi dei due studiosi che concordano solo su alcuni dipinti; i 'cassoni' della collezione Campana, la 'pala' della Pieve vecchia di Sugana, ora esposto al Museo di Arte Sacra di San Casciano, ecc... . La compresenza nel nostro dipinto di elementi francesi e italiani, quali l'icongrafia nordica accanto a elementi architettonici italiani come il loggiato e il trono, colti negli aspetti più vistosi e ornamentali, collocano l'opera in un momento non distante dalle " Storie di Minosse", " Pasifae e Arianna", verso il 1510-1515. E' da sottolineare nel nostro dipinto come nel San'Antonio Abate, San Sebastiano e San Rocco della Pieve vecchia di Sugana la sensibilità di questo pittore nella descrizione analitica del paesaggio toscano ( notizie come da catalogo)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900117841
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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