crocifissione di Sant'Andrea
dipinto,
1639 - 1639
Lippi Lorenzo (1606/ 1665)
1606/ 1665
Soggetti sacri. Personaggi: Sant'Andrea Apostolo. Attributi: (Sant'Andrea Apostolo) croce decussata. Figure maschili: carnefici; soldati; astanti. Animali: cavallo. Oggetti: corda; scala; vessillo. Architetture: edificio merlato. Abbigliamento: abbigliamento contemporaneo
- OGGETTO dipinto
-
ATTRIBUZIONI
Lippi Lorenzo (1606/ 1665)
- LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Agata
- INDIRIZZO via San Gallo, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE S. Andrea è raffigurato in ginocchio a sinistra di chi guarda. In primo piano a destra, è raffigurato un soldato seduto. Eseguita per la chiesa di San Frediano, da dove fu trasferita in S. Pietro in Monticelli, questa tela fu vista dal Moreni nel 1793, prima che il quadro giungesse, all'inizio dell'Ottocento, sull'altare maggiore di S. Agata, in sostituzione della tavola dell'Allori. Assegnato a Domenico Passignano sin dal suo arrivo nella nostra chiesa, mantenne questa attribuzione fino al Marangoni nel 1915 e al Paatz nel 1940. A togliere questo dipinto dal catalogo delle opere del Passignano e ad attribuirlo a Lorenzo Lippi, è stata Fiorella Sricchia nel 1963, seguita da Mina Gregori nel 1965 e da Luciano Bellosi nel 1970. Dobbiamo al contributo della Sricchia se si è potuto far luce sulla parsonalità e sulle opere di questo pittore fiorentino del primo Seicento, a tutti noto più per le sue edizioni letterarie che pittoriche. Stilisticamente il dipinto poteva a ragione essere assegnato al Passignano, tanto era vicino nei suoi particolari a opere di questo pittore, se non fosse stata scoperta la firma del Lippi. In confronto però alle opere del Passignano, del Cigoli e di Matteo Rosselli, la tela datata 1639 appartiene ad una cultura più completa dal momento che ritornano nel quadro citazioni di un certo naturalismo di tipo caravaggesco, come è possibile vedere nel S. Andrea, nei due carnefici che lo circondano o nel crudo verismo di certi particolari in primo piano, dove ritroviamo, specialmente nel colore delle riprese da una certa pittura guercinesca. Questo naturalismo era entrato nella cultura fiorentina per mezzo delle opere di Artemisia Gentileschi e di artisti che appartenevano a questa corrente, le cui tele venivano raccolte in questi anni nelle collezioni granducali, attraverso l'illuminato mecenatismo dei Medici (cfr. bibl.). Nel volto del personaggio, in alto a destra, è forse da ritrovare un probabile autoritratto di Lorenzo Lippi, ciò proverebbe anche l'importanza data a questo dipinto da parte del suo autore. Di questo dipinto, fra i più celebri della pittura fiorentina del primo Seicento, si ricordò anche qualche anno dopo, nel 1646, il Dolci al momento della stesura del piccolo 'Martirio di S. Andrea' della Galleria Palatina, dove ritornano evidenti le dipendenze dal nostro pittore. La tela è stata dal 1805 al 1952 ca. sopra l'altare maggiore della chiesa di S. Agata, in sostituzione della tavola di Alessandro Allori passata in quel periodo nelle collezioni granducali. Così la videro vari autori di guide fiorentine nell'Ottocento, fra i quali lo stesso Fantozzi
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900070848
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
- DATA DI COMPILAZIONE 1976
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI in alto a sinistra, nel vessillo - S(enatus) P(opulus) Q(ue) R(omanus) - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0