fontana di Nicola Pisano (?) (sec. XIII)

fontana,

La fontana ha una pianta ad U includente quattro bocche zoomorfe ( una quinta è scomparsa agli inzi del secolo) rappresentanti tre teste canine ed una equina. Le bocche sono sovrastate da una lapide con lettere gotiche, alludenti all'anno della fondazione. In alto è visibile un bassorilievo con l'immagine devozionale della Vergine inginocchiata davanti a Gesù Bambino. A destra ed a sinistra sono poi visibili due stemmi nobiliari. Sia le bocche che le lapidi presentano tracce di consunzione per gli agenti atmosferici. Fonte dei Canali, già detta"Fonte delle serpi in amore"

  • OGGETTO fontana
  • MATERIA E TECNICA pietra verrucana/ scultura
  • LOCALIZZAZIONE palazzo
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La fonte come attesta la stessa lapide, fu eseguita al tempo di Ugelino Assopardi, capitano di Piombino, dell'Elba e di Porto Baratti, sotto la direzione Dorgodorio, maestro,e Cambio, operaio, nell'anno 1248, indizione quinta. Ugolino è il capitano, incaricato dal comune di Pisa, come governatore civile e militare di Piombino. Dorgodorio e Cambio sono, con grande probabilità, i capimastri dell'opera. Le fonti, di norma poste vicino poste all specchio antistante il porto, dovevano provvedere all'approvvigionamento idrico della città e delle navi. Stilisticamente le teste, secondo il Bucci, sarebbero assimilabili all'opera di Nicola Pisano, ipotesi questa che troverebbe riscontro nella corrispondenza tra la testa di cavallo della fonte con quella che, qualche anno dopo, viene scolpita da Nicola nel pulpito del Battistero pisano. Esisterebbero, secondo il Bucci, anche corrispondenze stilistiche tra le teste di cane delle bocche piombinesi, con il muso del drago che sta ai piedi dell'Arcangelo Michele (Victoria and Albert Museum di Londra) attribuito a Nicola e all'atelier di Nicola. Interessante è poi lo specchio marmoreo rettangolare con la raffigurazione di due serpi sovrapposte, che danno, secondo la tradizione popolare, il nome alla fonte di "serpi in amore". Lo stemma inquartato appartiene ad Iacopo IV Appiano, mentre l'altro, a bande longitudinali caricate da una trasversale, è, con probabilità, di una famiglia di Piombino. Nell'autore del bassorilievo in pietra, sovrastante la fonte, la tradizione vuol riconoscere l'opera di A. Guardi. Data la forte erosione, non è possibile datare con precisione l'opera, anche se sembra più tarda e legata ad una produzione popolaresca
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900067057
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • ISCRIZIONI nella lapide - HOC OPUS...D. FACTUM TEMPORE D(OMI)NI UGOLINI ASSOPARDI CAPITANEI PLUMBINI ILB(A)E ET PORT'(I) BARTOLI-AN(N)I D(OMI)NI MCCXLVIII-INDICTIONE QUINTA-ET MAGISTRI DORGODORII ET CANBII OP(ER) ARII. MIC FONS IAM PLE(A)E SIT AQ(A)E NU(N)C (ET)SEMPER AMEN(A)E - lettere capitali - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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