angelo con strumento della passione: lancia

statua,

Figure: angelo. Simboli della passione: lancia. Abbigliamento: all'antica

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA stucco/ modellatura
  • ATTRIBUZIONI Ciceri Giovan Battista (notizie Fine Sec. Xvii/ 1715)
  • LOCALIZZAZIONE Pescia (PT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le quattro statue raffiguranti angeli con i simboli della passione furono correttamente, anche se genericamente, attribuiti da Innocenzo Ansaldi alla mano di Giovan Battista Ciceri. Stucchino di grande abilità e fama,il suo mome compare tra i famosi artisti che, dal 1691 al 1694, lavorarono all'arredo della cappella, progettata da Giovan Battista Foggini, di patronato della famiglia Feroni nella chiesa della Santissima Annunziata di Firenze. Sempre su disegno del Foggini nel 1698 realizza gli stucchi nella chiesa fiorentina di San Gaggio dove nelle figure dei santi dalle vesti panneggiate e negli angioletti paffuti dallo sguardo languido e dal modellato morbido lascia impresso il suo inconfondibile stile. Dopo di che la collaborazione con l'architetto Ferri e gli artisti più in vista della Firenze granducale gli procurò una serie di prestigiosi interventi nei cantieri patrocinati sia dagli ordini ecclesiastici che dall'aristocrazia nobiliare. In Valdinievole arrivò per eseguire gli stucchi nella villa e nella cappella del marchese Feroni a Borgo a Buggiano per i quali fu pagato settanta scudi nel dicembre 1699. Il cantiere della villa di Bellavista costituì il punto di riferimento culturale e sociale per l'aristocrazia pesciatina che nella fastosa residenza vedeva il segno del potere economico espresso attraverso l'impiego dei nuovi principi decorativi. Come i riflessi del cantiere del santuario di Santa Maria della Fontenuova di Monsummano, agli inizi del Seicento, influenzarono il rinnovamento edilizio e ornamentale in Pescia e dintorni, nel primo Settecento fu il complesso di Bellavista ad attrarre lo spirito di emulazione e rivalsa dei pesciatini. Per questo diversi artisti attivi per i Feroni, tra cui il Ciceri, lavorarono anche a Pescia nei cantieri di Santa Maria Assunta, dell'oratorio della Misericordia, di Sa n Francesco e in Santa Maria Maddalena . Quì l'intervento prevedeva il completo riassetto dell'apparato architettonico che doveva però privilegiare la zona absidale in cui sarebbe stata collocata la venerata immagine del Crocifisso. Lo spazio sacro diventa perciò il fulcro, un palco teatrale, svelato da angioletti, sul quale si ripropone la sofferenza del Cristo. I grandi angeli con i simboli della passione intervengono ad impostare un percorso penitenziale che metaforicamente, attraverso i segni da essi sostenuti, indicano al fedele il sommo sacrificio del Dio fattosi uomo. La schedatrice rileva il riferimento stilistico, iconografico e tipologico di queste statue con gli angeli, di identico soggetto, scolpiti dagli allievi del Bernini e sistemati sul ponte di Castel Sant'Angelo a Roma. Anche Antonio Paolucci e Francesca Petrucci evidenziano le tangenze stilistiche del Ciceri con gli artisti di formazione berniniana rilevando nei lineamenti affettati e nell'elegante modellato influenze e modi vicini allo scultore Antonio Raggi. Se interessanti risultano i punti di contatto iconografici con il prototipo romano altrettanto curiose emergono le affinità iconologiche e le possibili influenze, o connessioni, sia culturali che politiche tra la Curia romana e i componenti della Compagnia della Maddalena. Infatti non dobbiamo dimenticare che gli angeli sistemati sul famoso ponte romano furono commissionati, nel 1669, al Bernini dal pistoiese Giulio Rospigliosi, papa Clemente IX, il quale riesumava un'antica tradizione medioevale comparsa lungo le strade dei grandi pellegrinaggi. Il tema penitenziale, apparso assieme alle stazioni della Via Crucis per accompagnare il viaggio dei fedeli verso i santuari, viene quì riprodotto, all'interno della chiesa, nell'apparato architettonico e decorativo che in un ideale pellegrinaggio riassume , concentrandola, la storia del Cristo, della fede e della Chiesa. Gli ang eli con la scala e con la croce, posti sul diaframma tra presbiterio e navata, identificano il luogo e il tempo del sacrificio divino, mentre quelli con lancia e spugna, posti ai lati dell'altare maggiore, rammentano le sofferenze patite dal figlio di Dio
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900033994
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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