putti

pilastrino, 1370 - 1410

Soggetti profani. Figure: putti. Vegetali: arbusto fiorito. Decorazioni: foglie

  • OGGETTO pilastrino
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Veneta
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Pisano Andrea
    Giovanni Pisano
    Maestranze Fiorentine
    Giovanni Pisano (scuola)
    Tino di Camaino
  • LOCALIZZAZIONE Fiesole (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il frammento è parte di un gruppo costituito da due pilastrini che sostengono due mensole a voluta tutti conservati nel Museo Bandini (cfr. Rif. or). Collocati precedentemente nell'Oratorio di S. Ansano, sostenevano la mensa dell'altare, ma la loro originaria collocazione era l'altare del Battistero di Firenze, come informa il Lumachi, da cui furono rimossi nel 1732, per essere poi comprati dal Bandini quali oggetti dell'eredità del proposto Anton Francesco Gori, maestro del Bandini stesso. L'altare del Battistero, eseguito tra il 1313 e il 1315, era a forma di tabernacolo e le mensole del Bandini, tuttavia più tarde, potevano essere state aggiunte alla base. Vasari le attribuisce ad Andrea Pisano (attribuzione non condivisa dal Milanesi e respinta da Venturi e Tooesca) mentre Tramontani le attribuisce a Giovanni Pisano, alla cui scuola le riferisce il Paatz. Giglioli parla di scuola fiorentina della prima metà del secolo XIV, mentre il Valentiner le accomuna coi capitelli del coro della Cattedrale di Prato e col Vescovo Benedicente nella sala del Trecento del Bargello e le attribuisce a Tino di Camaino databile 1316-1317. La datazione appare per la prima volta troppo precoce al Brunetti (com. or). Ragghianti (com. or), individua connessioni stilistiche con un autore da lui ricostruito denominato 'maestro dei putti', a cui attribuisce il portale del Duomo di Città di Castello (1356) e i putti del portale del Battistero di Pistoia. Accetta la collocazione in ambito fiorentino la Bandera mentre lo rifiuta, a ragione per chi scrive, la Giusti nella scheda ministeriale del 1975, secondo la quale l'esuberanza della decorazione vegetale dell'opera costituisce un primo rimando ad ambito veneziano, che sembra trovar conferma nei caratteri della parte figurativa: particolarmente i putti tra il fogliame, sia tipologicamente che per la qualità del modellato, non sembramo poi molto distanti da quelli issati tra i fogliami della porta della Carta, opera dei Buon. Inoltre il loro particolare tipo fisiognomico, caratterizzato dall'alta fronte convessa, sotto cui si aprono gli occhi allungati e la bocca accennante un sorriso ancora gotico, mentre resta priva di riscontri nella scultura toscana contemporanea ne trova, e piuttosto stringenti, con gli angeli reggicandelabro sull'architrave della Scuola Vecchia della Misericordia, a Venezia. Un nesso ulteriore si può stabilire tra il Santo Pontefice e le figure allegoriche scolpite da Bartolomeo Buon sul pozzo nel cortile della Ca' d'Oro, che siedono analogamente su due protomi leonine divergenti, assai vicine tra loro anche per l'energia resa fisiognomica. Sono noti, d'altronde i ripetuti contatti tra Firenze e Venezia, nel campo della scultura alla fine del Trecento e nei primi decenni del Quattrocento, e non soltanto in direzione da Firenze a Venezia, se nel 1401-1402 un Urbano di Andrea da Venezia è ricordato tra gli scultori impegnati con l'opera di S. Maria del Fiore
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900022017
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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