Il ritrovamento della Madonna dell'Impruneta. Madonna con Bambino

rilievo,

Bassorilievo in marmo scolpito rappresentante il ritrovamento della Madonna dell'Impruneta

  • OGGETTO rilievo
  • MATERIA E TECNICA marmo/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Fiorentino
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Bassorilievo attribuito variamente a Michelozzo (Reymond, 1897, pp.74 sgg.; Reymond, 1898, p.207; Schubring, 1905, p.62, tav.55), a Benedetto da Rovezzano (vecchi inventari della Chiesa), a Pagno di Lapo (Bellini 1948, p.67), a Luca Della Robbia (Procacci 1947, p.19, n.12; Planiscig 1948,tav.79; Cagnacci 1969, p.45). Nonostante le numerose citazioni (v.Bibliografia) questo bassorilievo è sempre stato studiato superficialmente (escludendo però il recente studio del Middeldorf). E ciò sia perché le terrecotte di Luca della Robbia nella Chiesa hanno monopolizzato l’attenzione degli studiosi, sia perché risulta difficile collocare esattamente questo bassorilievo nell’ambito della cultura fiorentina da cui, pur essendone fortemente influenzato (soprattutto dalla concezione spaziale de Masaccio nella Chiesa del Carmine), si distingue notevolmente. Infatti, come rileva il Middeldorf (1973), la scultura fiorentina che si basa per lo più su canoni Ghibertiani, è caratterizzata da figure libere di proporzioni grandi e classiche che si muovono in uno spazio prospettico (così Luca Della Robbia, Donatello, Michelozzo). Qui, invece, siamo di fronte ad un’opera assolutamente al di fuori da questo ambito perché figure relativamente piccole stanno in un paesaggio largo, che è disseminato fino all’orlo superiore di montagne. Da notare poi, per sottolineare l’indipendenza del bassorilievo dalla scultura contemporanea fiorentina che mentre il Ghiberti, nelle porte del Battistero fiorentino, racchiude le singole scene della narrazione in uno spazio omogeneamente costruito, il nostro autore distribuisce i diversi episodi qua e là su diversi piani. Sempre il Middeldorf vi legge un’attuazione prospettica e scenica alquanto caligrafica e prerinascimentale che ricollega addirittura a certi paesaggi di Berlinghieri o di Guido da Siena. L’unico elemento per cui il Middelford si vede una influenza del Ghiberti o di Masaccio è il rimpicciolimento delle persone e delle cose poste sui piani più lontani. Secondo una concezione ed una cultura ignote al Rinascimento fiorentino gli homini e le scene si rifanno alla vita quotidiana e non dominano il paesaggio e, in oltre, le tozze proporzioni ed i visi dei personaggi sono tutt’altro che classici, senza, comunque essere nemmeno influenzati dal Gotico cortese che ancora nel secolo XV era vivo in altre parti della penisola italiana. Da queste considerazioni il Middelford giunge all’attribuzione del bassorilievo al Filarete. Lo studioso vi ravvisa alcuni tratti simili alle porte bronzee in san Piero a Roma (e vi nota lo stesso modo di rappresentare la vegetazione e la chioma degli alberi distinta per specie botanica) od ad alcune placchette di varie collezioni in Europa (tra cui una nella collezione Garnier di Parigi dove è rappresentato un bue analogo)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900017584
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 1974
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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