reliquiario a gruppo scultoreo - bottega romana (terzo quarto sec. XVII)

reliquiario a gruppo scultoreo, 1650 - 1674

Reliquiario con basamento rettangolare avanzato al centro in rame dorato, con sul fronte tre teche con cartelle in argento, ornate da volute fogliate, conchiglie e testa di cherubino su quella centrale; mentre lateralmente altre due teche con scudo liscio sempre in argento. Sopra la base poggiano lateralmente due angeli a tutto tondo in rame dorato con ali in lamina d'argento come la nuvola che hanno sotto i piedi. Le due figure sostengono con la mano destra un mazzo di gigli in argento, mentre con l'altra la teca a forma di vaso ansato, con corpo centrale in cristallo profilato d'argento dorato e decorato da foglie di quercia alla base, baccellature sul coperchio e anse a volute con fiori. Sotto il vaso e fra i due angeli, uno scudo racchiuso da due foglie di palma legate da nastro in argento parzialmente dorato

  • OGGETTO reliquiario a gruppo scultoreo
  • MATERIA E TECNICA lega di rame/ fusione
    argento/ cesellatura
    argento/ doratura
    argento/ fusione
    argento/ sbalzo
    CRISTALLO
  • AMBITO CULTURALE Bottega Romana
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Bottega fiorentina
  • LOCALIZZAZIONE Vicchio (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Con gli ultimi studi condotti da Riccardo Gennaioli per la realizzazione della mostra "Sacri Splendori" (2014), è stato possibile stabilire che il reliquiario in questione faceva parte dei beni dell'eredità del cardinale Leopoldo de' Medici, uno dei tanti arredi della cappella personale del prelato, registrati con precisione nell'inventario redatto alla sua morte, nel 1675, dove si evince che la maggior parte di queste reliquie furono consegnate da Diacinto Maria Marni a Vittoria della Rovere (ASF, Guardaroba Medicea 826). Successivamente, nel 1698, tutto l'arredo confluì nella Cappella delle Reliquie e dall'inventario si ha notizia che il nostro reliquiario oltre a contenere nel vaso di cristallo i resti di S. Venerosa, nella teca della base erano custoditi anche quelli di S. Celestina; attualmente le due teche sono vuote, ma le reliquie erano presenti ancora nel 1961, quando l'oggetto venne esposto alla mostra fiorentina di "Arte Sacra Antica" (tav. XLVI). Successivamente, nel 1785, l'oggetto si ritrovava nel gruppo di reliquiari medicei distribuiti dall'arcivescovo Antonio Martini alle pievi e chiese della diocesi fiorentina, su incarico di Pietro Leopoldo di Lorena. E' sicuramente in tale occasione che il reliquiario giunge alla pieve di S. Giovanni Maggiore a Panicaglia, dove vi rimane fino al 1983 per poi essere spostato nel deposito diocesano di S. Stefano al Ponte e dal 1990 esposto nel museo del Beato Angelico di Vicchio. L'arredo, sempre secondo lo studio condotto dal Gennaioli, presenta certe affinità con un'altro, esposto anch'esso nella stessa mostra (pp. 230-231, n. 57), proveniente dalla pieve di S. Maria a Dicomano. Nella figura dell'angelo che regge la teca poligionale, nella resa delle finiture e nell'alternanza di superfici dorate e argentate. Altro raffronto è stato fatto con il reliquiario dei santi Pancrazio e Pietro Battista della pieve di S. Pancrazio in Collina a San Pancrazio Val di Pesa, anch'esso proveniente dalla Cappella delle Reliquie di Palazzo Pitti. Qui è ben evidente la somiglianza nella posa dei due angeli, nel trattamento delle vesti e nella resa dei volti, delle mani e dei piedi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900013221
  • NUMERO D'INVENTARIO 356
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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