Le Jaloux. giovani amanti e una figura di anziano che li osserva

gruppo scultoreo, ca 1769 - ca 1769

Gruppo costituito da tre figure. Pecore e altri animali alludenti alla vita pastorale

  • OGGETTO gruppo scultoreo
  • MATERIA E TECNICA BISCUIT
  • MISURE Altezza: 24 cm
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Di Sèvres
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo delle Porcellane
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
  • INDIRIZZO P.za Pitti, 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1909 Emile Burgeois ha ricondotto l’iconografia del gruppo in biscuit alla “Opéras-comiques” di Charles-Simon Favart intitolata “Les Vandages de Tempé”. Fu rappresentata per la prima volta il 28 agosto 1745 al Teatro del Foire Saint-Laurent a Parigi (“Le biscuit de Sèvres au XVIII siécle”, 2 voll., Paris 1909, vol. I, p. 17) e in forma più ampia replicata nel 1752 al Théatre des Italiens con il titolo di “La Vallée de Montmorency”. Il nostro esemplare rappresenta Lisette corteggiata da un giovane pastore alla presenza del padre di quest’ultimo, Mathurin, che segretamente li sta osservando da dietro un pilastro. Tamara Préaud ne ha individuato l’archetipo nella versione dipinta da François Boucher su uno dei sovrapporta eseguiti nel 1737 per la sala dell’udienza negli appartamenti del principe a Hôtel de Soubise a Parigi (vedi G. Zick, “D'après Boucher”, in “Keramos”, luglio 1965, p. 30; A. Laing, in “François Boucher 1703-1770”, catalogo della mostra, New York 1986, p. 173-177, cat. nn. 30-31). La fortuna di questa pittura presso la Manifattura di Sèvres si deve alla versione a incisione eseguita da André Laurent nel 1742, poiché essa è da ritenersi la fonte che ha ispirato il modellatore Van der Voort per l’esecuzione della sua versione in terracotta ampiamente rivisitata e attualmente conservata al Musée national de Céramique-Sèvres. Ciò potrebbe giustificare anche la scelta di variare il titolo da “Le Pasteur galant” con “Le Jaloux”, nonostante sia noto che la ridenominazione di alcune composizioni a tema pastorale sia avvenuta nella manifattura tardivamente, durante gli anni cinquanta-sessanta del Settecento (A. Dawson, in “La Manufacture des Lumières. La sculpture à Sèvres de Louis XV à la Révolution”, catalogo della mostra a cura di T. Prèaud, G. Scherf, Dijon 2015, pp. 193-194 e p. 197, cat. 163. Per approfondimenti sull’incisione, vedi A. Laing, in “François Boucher 1703-1770”, catalogo della mostra, New York 1986, p. 175, cat. nn. 30-31). Sono noti più esemplari in biscuit con questa composizione tra cui quello conservato al Musèe des Art décoratifs (inv. 25935) e uno recentemente apparso sul mercato antiquario e datato intorno al 1760 (“Fine European Ceramics”, catalogo di vendita, Bonhams, Londra, 15 giugno 2016, lotto 183A), oltre al nostro che peraltro sotto la base ha una “B” impressa, probabilmente da ricondurre alla sigla del modellatore Jean-Jacques Bachelier (vedi N. Birioukiva, “Figurines et groupes en porcelaine des manifactures francaises du XVIIIe siècle”, Paris 1962, p. 242), che fu attivo in manifattura come capo modellatore dal 1749 al 1757 e ancora dal 1766 al 1773. Tuttavia, di questa composizione è nota anche una versione datata intorno al 1752 ed eseguita in porcellana invetriata con notevoli varianti, tra cui la più evidente è il monumentale vaso dietro il quale vi è un giovane pastore apparentemente indifferente alla scena (vedi Wadeworth Atheneum, Hartford, Connecticut, USA, inv. 1917.954A). Sembra pertanto evidente che anche se è noto solamente il citato modello attribuito a Van der Voort, ne è stato eseguito un altro per la fabbrica ritenuto da Svend Eriksen di un possibile altro autore, sia per la qualità artistica, che per la resa dei dettagli (S. Eriksen, “Le porcellane francesi a Palazzo Pitti, Firenze 1973, p. 84, cat. 44). Tali considerazioni lo hanno indotto a individuare come esecutore della seconda versione Étienne-Maurice Falconet, che in effetti su invenzione del Boucher ideò modelli scultorei di gruppi e figure da realizzare in biscuit per la Manifattura di Sèvres, dove fu attivo dal 1757 con la carica di capo modellatore (vedi al Museo delle porcellane di Palazzo Pitti, inv. nn. 1406, 1412, 1414, 1415, 1651, 1652). Nei registri di vendita della fabbrica il modello del nostro esemplare viene solitamente denominato “Groupe de Vandrevole”, mentre più raramente è indicato come “Groupe de Vandrevole ou le Jaloux”. Si presume che “Vandrevole” sia una storpiatura del nome dell’autore del modello, il citato Van der Voort, scultore poco conosciuto che intorno alla metà del Settecento lavorava a Parigi. Dallo spoglio dei registri di fabbrica si apprende che il gruppo è stato venduto per la prima volta il 30 giugno 1753 al prezzo di 120 livres, mentre un altro è stato venduto nello stesso anno per 72 livres, forse perché di minore qualità. L'anno seguente è registrata un’altra vendita di un solo esemplare a livres 120. Le vendite riprendono nel 1756 con due esemplari, di cui uno al prezzo di livres 288 e l'altro di livres 300 e ancora nel 1757 sempre con due gruppi a livres 288 ciascuno. Negli anni successivi la composizione fu venduta ad un prezzo fissato in livres 300. L’analisi della variazione delle tariffe ha indotto Eriksen a ritenere che nel 1756 sia stata messa in commercio una versione di migliore qualità. Fra il 1757 e il 1770 del gruppo risulta una vendita complessiva di 34 esemplari. E' probabile che quello di Palazzo Pitti sia da ricondurre al biscuit menzionato nell'“Inventario della Real Canditeria” del 1802 del palazzo di Parma come: “Porcellana di Francia bianca latte senza vernici Gruppi e Figure [...] 1 Detto [gruppo] di tre figure rappresentante la Gelosia” (Parma, Archivio di Stato, Corti Borboniche di Lucca e Parma, Busta 1, Spedito n. 29, p. 20). Nella fattura del commerciante parigino Testard, tra i manufatti consegnati alla corte di Parma durante l'anno 1769 sono presenti vari gruppi in biscuit, tra di essi: “1 Detto [gruppo] du Jaloux” il cui prezzo è indicato di 300 livres (Parma, Archivio di Stato, Computisteria Farnesiana e Borbonica, Tesoreria en la Corte de Paris y Corresponsales, 1095). Pervenuto da Torino, Parma, Piacenza, Sala, Bologna il 30.9.1867
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900006087
  • NUMERO D'INVENTARIO AcE 1404
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
  • DATA DI COMPILAZIONE 1972
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2020
  • ISCRIZIONI sulla base - "B" impressa - lettere capitali - a incisione -
  • STEMMI sotto la base - di fabbrica - Marchio - rombo con volute esterne, o “L” incrociate, oppure monogramma reale, in blu sotto vernice
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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