Le Chien qui danse. Saltimbanco che si esibisce con un cane danzante
gruppo scultoreo,
ca 1759 - ca 1759
Fanciullo che fa ballare un cane in abiti femminili, osservato da bambini divertiti
- OGGETTO gruppo scultoreo
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MATERIA E TECNICA
BISCUIT
- AMBITO CULTURALE Manifattura Di Sèvres
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo delle Porcellane
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
- INDIRIZZO P.za Pitti, 1, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La composizione raffigurante “Le Chien qui danse” è unanimemente riferita allo scultore Étienne-Maurice Falconet, che la eseguì su invenzione del pittore François Boucher (vedi É. Bourgeois, “Le biscuit de Sèvres au XVIII siècle”, Paris, Groupil, 1909, vol. I, pp. 43, 47; L. Reau, “Étienne-Maurice Falconet”, Paris 1922, p. 511), come rivelato anche dall’iscrizione apposta sotto un’incisione del 1758 che la riproduce, seppur in controparte: “F. Boucher inv.; Falconet Filius del.; Beauverlet Sculpit.; de la Manufacture Royale de Seve.; A Paris chez Joullain quay de la Megisserie a la Ville de Rome [...]” (V. Desrante, in “La Manufacture des Lumières. La sculpture à Sèvres de Louis XV à la Révolution”, catalogo della mostra a cura di T. Prèaud, G. Scherf, Dijon 2015, p. 184, cat. 147b). Il Falconet fu attivo presso la Manifattura di Sèvres dal 1757 con la carica di capo modellatore, ma nell’elenco conservato presso l’archivio della fabbrica (vedi X. de Chavagnac, de Grollier, “Histoire des manufactures françaises de porcelaine”, Paris, Alphonse Picard et fils éditeur, 1906, p. 271, nota 5 e p. 272), dove sono indicate le sue creazioni in biscuit, non compare il nostro gruppo del quale peraltro non è noto neanche il modello impiegato per ricavare le forme in gesso necessarie alla sua traduzione in porcellana. L'unico documento archivistico che per la nostra attuale conoscenza è riconducibile nell’invenzione del nostro gruppo al Falconet è la voce in uno dei registri di forno della fabbrica, dal quale risulta che il 2 novembre 1758 venivano estratti dal forno di Sèvres “4 Groupes de M. Falconet dont 2 due Chien qui danse” (vedi Bibliothèque de l'Institut de France, ms 5673, “Défournement de biscuit”, senza numerazione delle pagine). La composizione è molto rara, probabilmente perché di essa venivano eseguite un numero inferiore di esemplari rispetto alla produzione degli altri soggetti in biscuit. Tuttavia dai registri di fabbrica risulta che per la prima volta ne furono venduti cinque nel 1758 e ancora tre nel 1759, mentre nel 1760 quattro e due nel 1761. Nei successivi sei anni la vendita si limita a cinque di cui l'ultimo esemplare il 31 dicembre 1767. Il gruppo era uno dei più costosi tra le realizzazioni in biscuit, aveva un prezzo di 300 livres, anche se in seguito fu abbassato a 240 livres. Presumibilmente l’esemplare a Palazzo Pitti è da identificarsi con uno dei due gruppi menzionati nell'inventario della “Real Canditeria” redatto nel 1802 e indicato come proveniente dal palazzo Ducale di Parma: “Porcellana di Francia bianca latte senza vernice Gruppi, e Figure [...] 2 detti [gruppi] di 5 puttini, ed un cane” (Parma, Archivio di Stato, “Corti Borboniche di Lucca e di Parma”, busta 1, spedito n. 29, p. 20). Non c'è dubbio che questi gruppi fossero tra quelli che Claude Bonnet, l'agente parmense a Parigi, comprò per la corte nell'autunno del 1759. Dal Poirier acquistò tra l’altro “un grand groupe Le Chien qui danse” per 360 livres, mentre dal Dulac, un altro commerciante parigino, comprò per 444 livres “un groupe de porcelaine de Seve en biscuit rapresentant un chien habillé en femme et [...] huit petits bases de la meme porcelaine pour mettre de fleurs avec leurs pieds d'Estaux”. Conservate all’Archivio di Stato di Parma, le fatture che attestano questi acquisti da parte dei duchi Borbone–Parma furono pagate rispettivamente l’una al Poirer il 27 settembre 1759 e quella al Dulac tre giorni dopo (Computisteria farnesiana e borbonica, “Tesoreria en la Corte de Paris y Corresponsales”, 1092). Dal resoconto della fabbrica per le vendite effettuate durante gli ultimi tre mesi del 1759, risulta che il Poirer e il Dulac avevano comprato ciascuno un esemplare del gruppo col cane che balla al ‘primo’ prezzo di 300 livres, a cui però è stato sottratto lo sconto del rivenditore
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900006068
- NUMERO D'INVENTARIO AcE 1406
- ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
- DATA DI COMPILAZIONE 1972
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2000
2006
2020
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0