Decorazione musiva della teofania del catino absidale della basilica di San Vitale di Ravenna, con particolare del Cristo seduto al centro

disegno architettonico,

Disegno su carta a matita e acquerellatura. Decorazione musiva della teofania del catino absidale della basilica di San Vitale di Ravenna, con particolare del Cristo seduto al centro. Sul verso, a matita, lucidi dei mosaici dei monumenti di Ravenna, ridotti col pantografo al quinto del naturale. Formato irregolare, una giunta per inserire la mano destra di Cristo

  • OGGETTO disegno architettonico
  • MATERIA E TECNICA carta/ matita/ acquerellatura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Ravennate
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Monastero benedettino di San Vitale (ex)
  • INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il disegno, anonimo, raffigura un dettaglio della decorazione a mosaico della volta del catino absidale della Basilica di San Vitale. In particolare, esso rappresenta la figura centrale di Cristo seduto sul globo nella scena della Teofania. Tale disegno si inserisce nel contesto di studio e progettazione per il restauro delle superfici musive. I primi consistenti interventi ai mosaici della basilica di San Vitale risalgono alla seconda metà del XIX secolo, affidati in particolare al mosaicista Felice Kibel, il quale ricevette pagamenti per gli interventi di restauro dell’abside tra il 1863 e il ’64 (AVSRa, RA 5/36). Dagli stessi documenti emerge anche una lettera del 12/12/1863 scritta dall’ingegnere Filippo Lanciani, direttore del Regio Genio Civile fino al 1883, a Kibel stesso, evidenziando tuttavia alcune irregolarità riscontrate nell’esecuzione dei restauri e chiedendone l’immediata correzione. Era infatti emersa ben presto la problematica della tecnica di restauro applicata da Kibel, per cui il mastice utilizzato causava il distacco precoce di porzioni di superficie musiva. I più importanti e significativi interventi di restauro proseguirono tra la fine del XIX e i primi trent’anni del XX secolo. Si intervenne per sanare i precedenti interventi e si optò sempre più per reintegri di porzioni musive a pittura, invece che solamente con nuove tessere. Oltre al mosaicista Carlo Novelli, lavori ben documentati furono quelli affidati – prima nel 1897 e poi ripresi negli anni ’20 del ‘900- ad Alessandro Azzaroni e Giuseppe Zampiga. Questi ultimi furono incaricati, tra il 1926 e il 1928 di eseguire le tavole storiche che riproducessero i mosaici della basilica, al fine di studiarne le parti originali e quelle reintegrate, proponendo diversi progetti di ricostruzione e procedendo poi negli anni successivi ai lavori di restauro. I documenti dell’Archivio della Soprintendenza di Ravenna, infatti, testimoniano l’accettazione dell’incarico dei lavori di restauro, con le previsioni di spesa, nel 1928, a cui seguirono ricevute di pagamento ai due artisti, tra il 1928 e i primi anni ’30, per i lavori svolti (AVSRa, RA 2/17, AVSRa, RA 1/15, AVSRa, RA 51/373)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800690435
  • NUMERO D'INVENTARIO ADS RA 57
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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