sigillo del gobbo

sigillo,

Sigillo in legno e piombo

  • OGGETTO sigillo
  • MATERIA E TECNICA LEGNO
  • ATTRIBUZIONI Bartolini Lorenzo (1777/ 1850)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Seghezzi-Gambalunga poi Fagnani-Pani ora Cardi
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Appena nominato Maestro di Scultura all'Accademia di Belle Arti di Firenze, in una celebre lezione tenutasi il 4 maggio 1840, Bartolini presentò ai suoi allievi come modello per la rappresentazione un "Esopo meditante le sue favole" la raffigurazione di un "gobbo". Tale scelta esplicitava l'insegnamento rivoluzionario di Bartolini sul Bello Naturale, in contrasto con il classicismo imperante nell'Accademia fiorentina, ossia: "Tutta la natura è bella relativa al soggetto da trattarsi. E chi sa copiare tutto saprà fare". La lezione suscitò grande clamore: in aperta polemica con il mondo accademico, lo scultore decise di assumere la rappresentazione del Gobbo come emblema della sua poetica. Con l'immagine del Gobbo fece realizzare il sigillo in esame, usato per siglare la corrispondenza, quindi il castone di un anello che teneva sempre al dito come documentato dal marmo raffigurante la mano dello scultore (post 1850, collezione privata), uno stendardo di seta (oggi nel Museo Civico di Prato), e, nel 1843, la stele marmorea corredata dall'iscrizione della frase citata e in origine posta nel giardino di casa Bartolini in Borgo Pinti a Firenze oggi nella Galleria d'arte moderna di Firenze. Appartenuta a Giulia Bartolini, figlia dello scultore Lorenzo, l'opera è entrata a far parte della collezione sul finire degli anni Sessanta dell'Ottocento, quando Giulia, a seguito del matrimonio con Cesare Fagnani Pani (1869), si trasferì da Firenze nel palazzo riminese, portando con sé diversi esemplari del patrimonio paterno, tra cui sculture, dipinti, stampe, disegni, taccuini, lettere, cimeli, parte della biblioteca e una notevole raccolta di fotografie che raffigurano l'entourage di Bartolini, realizzate da importanti studi attivi nella seconda metà del XIX secolo (Alinari, Brogi, Alvino, Montatone, Powers, Schemboche, Hautmann) (Cardi 2011, p. 3). "Grazie a Giulia Bartolini, casa Fagnani Pani ampliò notevolmente il proprio circuito di relazioni divenendo un importante raccordo per la cultura italiana tra Otto e Novecento, per le relazioni tra Rimini e le più importanti città italiane ed europee" (si veda M. Cavalli, Collezione Fagnani Pani Cardi di Rimini. Dipinti, sculture, disegni, cimeli, tessuti, mobili e oggetti d'arredo nel Provvedimento di tutela DDR 236_84 del 2015 in allegato)
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800686788
  • NUMERO D'INVENTARIO Inventario generale n. 231
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2021
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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