Ritratto di Anita Sangiorgi

dipinto,

Ritratto a pastello entro cornice lignea dorata

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pastello
  • ATTRIBUZIONI Bianchi Alberto (1882/ 1969)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Seghezzi-Gambalunga poi Fagnani-Pani ora Cardi
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Anita Sangiorgi, qui ritratta seduta su una poltrona, a mezzo busto, su uno sfondo nei toni del verde, era la madre del pittore Alberto Bianchi, la cui arte è corposo nucleo di opere di sua mano, in prevalenza ritratti dei membri della famiglia, tra cui un Autoritratto del pittore eseguito intorno al 1910 (Inventario generale n. 40; NCT 0800686737). La compostezza e l'eleganza della donna è evidente nella posa con le braccia conserte e il volto lievemente inclinato lateralmente, con lo sguardo fiero e un sorriso appena accennato. Indossa una raffinata collana di perle bianche a tre fili, orecchini pendenti e un abito nero con un ampio colletto bianco. Nata nel 1860 a Massa Lombarda, nei pressi di Ravenna, da Giulia Delucca e Luigi Sangiorgi, sorella di Giuseppe Sangiorgi - il celebre intellettuale, collezionista e antiquario, fondatore della Galleria in Palazzo Borghese a Roma - Anita visse tra Milano, Monza, Roma e Rimini. Si formò a Milano, dove visse dal 1878 e sposò il fotografo e pittore monzese Martino Bianchi -fratello del più noto pittore Mosè che ad Anita dedicò il ritratto presente in collezione (Inventario generale n. 13, NCT 0800686668)- con il quale ebbe due figli: il pittore Alberto Bianchi (Rimini 1882 - Milano 1969), autore del ritratto in esame, e Giulia Bianchi (Monza 1881 - Napoli 1930). Tra l'87 e l'88 si separò dal marito e si trasferì a Roma, dove rimase stabilmente fino al 1893 unendosi al Generale Carlo Castellazzi con il quale ebbe una figlia, Maria (Roma 1889-Rimini 1974). Traferitasi a Rimini nel 1897, grazie anche all'aiuto del fratello e del figlio, Anita fondò la scuola di arazzi e ricami, nota come Laboratorio Sangiorgi, specializzata nel recupero di modelli e motivi antichi di cui si era persa la tradizione. Presto rinomato in tutta Italia e all'estero, il laboratorio ebbe illustri committenti (la Regina Margherita, Casa Rondinelli a Firenze, Casa Goretti, Borletti a Milano ecc.) e vinse numerosi premi nazionali e internazionali. Ebbe una vita ricchissima di contatti e di amicizie in ambienti letterari ed artistici, con frequentazioni, fra gli altri, di Corrado Ricci, Muratori, Cordula Poletti, Balla e D'Annunzio. Fu anche presidente della Croce Rossa riminese. Alla sua morte (Rimini 1959), l'attività della scuola continuò grazie alla figlia Maria, che fu educata a Rimini presso il Collegio delle nobili fanciulle di Sant'Onofrio e visse fra Bologna, Roma e Rimini, con molti spostamenti a Nizza e Fenestrelle, Chambery, Volterra. Maria Castellazzi ebbe un'esistenza ricca di relazioni cosmopolite. Fu direttrice del Collegio femminile del Regio Conservatorio di Volterra per un anno nel 1929; continuò poi l'attività della madre, passando nel 1934 a dirigere, la Casa di cura Villa Alina a Faenza e negli anni Cinquanta una colonia di Rimini
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800686738
  • NUMERO D'INVENTARIO Inventario generale n. 41
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ISCRIZIONI in alto, a destra - Bianchi/ 21 - Bianchi Alberto -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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