San Giovanni Battista

dipinto, ca 1630 - ca 1635
Stanzione Massimo (attribuito)
1585 ca./ 1658 ca

Dipinto olio su tela raffigurante San Giovanni Battista, entro cornice dorata

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Stanzione Massimo (attribuito): pittore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI andrea vaccaro
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’opera costituisce un’importante testimonianza della pittura napoletana del XVII secolo. Il dipinto è noto agli studi in quanto incluso nel corpus degli autografi di Massimo Stanzione nella monografia di Sebastian Schutze (“Massimo Stanzione. L’opera completa”, Napoli 1992, pp. 42 [tav. XII], 202 [scheda A31] e 301 [fig. 151]), che ne esaltava le ricercate qualità formali precisandone la collocazione nel percorso del maestro a ridosso delle Storie del Battista eseguite, su probabile commissione vicereale, per il Palacio del Buen Retiro a Madrid (ora al Prado) nella prima metà degli anni Trenta. Non vi è dubbio che l’indiscutibile nobiltà artistica di questo San Giovanni Battista e le sue diramate connessioni stilistiche rendano l’opera particolarmente rappresentativa sia nell'elaborazione di questo specifico tema iconografico di radice caravaggesca, sia nell'ambito degli svolgimenti della pittura a Napoli tra terzo e quarto decennio del secolo. Più precisamente, a giudizio di Giuseppe Porzio della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico di Napoli (Prot. 1430 del 19/02/2014), i caratteri morfologici del San Giovanni (in particolare le terminazioni appuntite delle mani e la marcata spigolosità dei panneggi) consentono di proporne un riferimento alternativo e ancor più interessante ad Andrea Vaccaro, del quale la tela costituirebbe perciò una rara e importante primizia: nel caso, l’opera permetterebbe di sostanziare la fase più antica di un assoluto protagonista della cultura napoletana del XVII secolo e il cui percorso è ancora di difficile ricostruzione per gli anni che precedono il 1636, data della “Maddalena” nell'omonima cappella della Certosa di San Martino. Tale attribuzione è in grado, inoltre di dar conto anche delle discrepanze anatomiche rilevate da Schutze nella lettura di alcuni dettagli, mentre si tratta di elementi che rientrano perfettamente nel linguaggio di Vaccaro
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800682351
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2020
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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