Nudo maschile
dipinto,
1812 - 1814
Borghesi Giovanni Battista (1790/ 1846)
1790/ 1846
Dipinto realizzato ad olio e tempera su intonaco e poi trasferito su altro supporto (tela e faesite), presenta una decorazione con: al centro un ovato con un nudo maschile visto di fronte, con in mano una cetra, a monocromo verde; in alto un medaglione dorato con una maschera policroma; in basso un putto in piedi con un drappo rosso e un ramo, con alle spalle un trofeo; tutto intorno foglie a monocromo e finta cornice
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
intonaco staccato/ applicazione su faesite
intonaco staccato/ applicazione su tela
intonaco staccato/ pittura a olio
intonaco staccato/ pittura a tempera grassa
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MISURE
Altezza: 153 cm
Larghezza: 49 cm
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ATTRIBUZIONI
Borghesi Giovanni Battista (1790/ 1846): pittore
- LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il pannello è uno di quelli minori e rappresenta un partito decorativo con un ovato contenente un nudo maschile a monocromo verde, una cornice a foglie monocrome marroni e due medaglioni su fondo dorato con una maschera a un putto. Nel ciclo ci sono altri cinque pannelli simili a questo che erano destinati ad intervallare i riquadri figurati. In essi è evidente una ripresa della tradizione manierista: le figure sinuose e serpenti nate a monocromo ricordano infatti quelle cinquecentesche di Parmigianino, Bedoli e Bertoja (Godi-Mingardi, 1997). Questi dipinti di contorno, insieme agli altri con putti e le figure mitologiche, sono quelli che meglio dimostrano la capacità del Borghesi come autore di pitture decorative di buon effetto visivo e coloristico. Il dipinto appartiene ad un ciclo di tredici pannelli, dipinto da Giovan Battista Borghesi nel 1812-1814 nella casa parmigiana dello zio Pietro Borghesi. Era in una sala, non sappiamo a quale funzione era adibita, perché è difficile ricavarlo dai soggetti della decorazione; i pannelli sono infatti tutti di soggetto mitologico, ma non legati tra loro: “Achille che trascina il corpo di Ettore”, “La fuga delle Vestali”, “Perseo e Minerva”, “Ganimede”, “Leda”, due coppie di putti e sei nudi maschili e femminili. Noto fin dall'Ottocento, il ciclo è stato nominato e datato 1812 da Tommaso Gasparotti in un suo scritto relativo al Borghesi; Enrico Scarabelli Zunti lo ha invece riferito al 1814, mentre Giovan Battista Jannelli ne ha riportato la collocazione e una successiva replica in casa Marianelli in strada San Michele. Come sottolineato da Godi e Mingardi (1997), questi dipinti sono un prezioso esempio della primissima attività del Borghesi. Il ciclo si può considerare una delle sue prime prove autonome e consente di conoscere il suo primo stile fortemente legato ad esempi neoclassici, francesi ma anche italiani (si pensi alle opere di Andrea Appiani e Pietro Benvenuti), ma soprattutto già improntato ai modelli cinquecenteschi locali e non solo: più che Correggio, comunque presente e che diventerà nel corso del tempo un punto di riferimento importante per Borghesi, il richiamo è qui a Parmigianino, evidente nelle figure dei nudi a monocromo dalle forme slanciate e serpenti nate, e al Giulio Romano di Palazzo del Te. Demolito il palazzo nel 1951, le pitture sono state salvate, grazie all'interessamento di Giovanni Copertini (Parma per l’arte, 1951, III, p. 154), da un collezionista privato. Rimaste sul mercato antiquario fino al 1997, sono state poi acquistate dalla Fondazione Cariparma ad un’asta di Finarte (Milano, 23 ottobre 1997) e collocate in modo da ricostruire l’ambiente originario
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800682348-5
- NUMERO D'INVENTARIO F 1803c2
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0