Perseo e Minerva

dipinto, 1812 - 1814

Dipinto, realizzato ad olio e tempera su intonaco e poi trasferito su altro supporto (tela e faesite), rappresenta due figure mitologiche

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco staccato/ applicazione su tela
    intonaco staccato/ pittura a olio
    intonaco staccato/ pittura a tempera grassa
    intonaco staccato/ applicazione su faesite
  • ATTRIBUZIONI Borghesi Giovanni Battista (1790/ 1846): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dipinto realizzato ad olio e tempera su intonaco e poi trasferito su altro supporto (tela e faesite). Rappresenta due figure mitologiche: una femminile, con elmo, scudo e corona di alloro in mano, seduta di profilo, e una maschile, seminuda, con un ramo di ulivo in mano, in piede su un gradino; l’ambientazione è quella di un edificio classico con alte colonne doriche. Il pannello, sviluppato in verticale, rappresenta le due figure mitologiche di Perseo e Minerva all’interno di quello che sembra un peristilio classico con alte colonne ioniche, una grande tenda dorata e piante all’interno. Perseo è in piedi sulla sinistra, coperto solo da un mantello rosso, mentre porge un ramo di ulivo a Minerva, seduta più in basso, di profilo, coperta da un manto bianco, con l’elmo sul capo e una corona di alloro nella mano alzata, mentre con l’altra tiene lo scudo usato per sconfiggere Medusa. Il dipinto appartiene ad un ciclo di tredici pannelli, dipinto da Giovan Battista Borghesi nel 1812-1814 nella casa parmigiana dello zio Pietro Borghesi. Era in una sala, non sappiamo a quale funzione era adibita, perché è difficile ricavarlo dai soggetti della decorazione; i pannelli sono infatti tutti di soggetto mitologico, ma non legati tra loro: “Achille che trascina il corpo di Ettore”, “La fuga delle Vestali”, “Perseo e Minerva”, “Ganimede”, “Leda”, due coppie di putti e sei nudi maschili e femminili. Noto fin dall'Ottocento, il ciclo è stato nominato e datato 1812 da Tommaso Gasparotti in un suo scritto relativo al Borghesi; Enrico Scarabelli Zunti lo ha invece riferito al 1814, mentre Giovan Battista Jannelli ne ha riportato la collocazione e una successiva replica in casa Marianelli in strada San Michele. Come sottolineato da Godi e Mingardi (1997), questi dipinti sono un prezioso esempio della primissima attività del Borghesi. Il ciclo si può considerare una delle sue prime prove autonome e consente di conoscere il suo primo stile fortemente legato ad esempi neoclassici, francesi ma anche italiani (si pensi alle opere di Andrea Appiani e Pietro Benvenuti), ma soprattutto già improntato ai modelli cinquecenteschi locali e non solo: più che Correggio, comunque presente e che diventerà nel corso del tempo un punto di riferimento importante per Borghesi, il richiamo è qui a Parmigianino, evidente nelle figure dei nudi a monocromo dalle forme slanciate e serpenti nate, e al Giulio Romano di Palazzo del Te. Demolito il palazzo nel 1951, le pitture sono state salvate, grazie all'interessamento di Giovanni Copertini (Parma per l’arte, 1951, III, p. 154), da un collezionista privato. Rimaste sul mercato antiquario fino al 1997, sono state poi acquistate dalla Fondazione Cariparma ad un’asta di Finarte (Milano, 23 ottobre 1997) e collocate in modo da ricostruire l’ambiente originario
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800682348-3
  • NUMERO D'INVENTARIO F 1803b
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2020
  • ISCRIZIONI al centro, sulla colonna - AL / SIGNOR PIETRO / BORGHESI - maiuscolo -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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