Lucio Albinio accoglie sul carro le Vestali in fuga da Roma

dipinto, 1812 - 1814

Dipinto, realizzato ad olio e tempera su intonaco e poi trasferito su altri supporti (tela e faesite), rappresenta una scena storico-mitologica con varie figure

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco staccato/ applicazione su tela
    intonaco staccato/ pittura a olio
    intonaco staccato/ pittura a tempera grassa
    intonaco staccato/ applicazione su faesite
  • ATTRIBUZIONI Borghesi Giovanni Battista (1790/ 1846): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dipinto realizzato ad olio e tempera su intonaco e poi trasferito su altri supporti (tela e faesite), rappresenta una scena storico-mitologica con varie figure: in primo piano, a sinistra un gruppo di donne con diversi oggetti (bacili, statuette, anfore …), al centro un uomo a cavallo, a destra un cocchio trainato da cavalli con donne e bambini, e due soldati a terra; sullo sfondo architetture classiche di templi e altre figure. Rappresenta l’episodio della fuga delle Vestali da Roma all’arrivo dei Galli, e in particolare quello descritto nel V libro di Tito Livio quando “Lucio Albino, uomo della plebe, accoglie sopra il suo carro le Vestali fuggite e cariche dei sacri arredi, e ne fa discendere la propria moglie e i figli”. Proprio Lucio Albino è il personaggio rappresentato a cavallo, al centro tra le vestali, bellissime figure in abiti preziosi che fuggono portando con sé il sacro fuoco di Vesta e gli altri arredi del tempio (la statuetta della dea e gli strumenti dei sacrifici), e il carro su cui sta la propria famiglia. La Roma antica è evocata da Borghesi tramite la veduta del Pantheon sul fondo a sinistra, di altri edifici, tra cui la piramide cestia, e di una statuetta classica in marmo, mentre l’episodio storico dell’invasione dei Galli è ricordato dalle figure sulla destra, colte evidentemente durante la fuga dalla città. Le scelte compositive del pittore appaiono più equilibrate rispetto all’altro grande pannello rappresentante Achille: qui non ci sono disparità e sproporzioni tra i gruppi di figure e queste risultano meglio inserite nel paesaggio e in miglior rapporto con le architetture di fondo. Si conferma anche in questa scena l’ottima capacità di Borghesi di usare il colore, con il drappo rosso in perfetto pendant con quello dell’Achille. Il dipinto appartiene ad un ciclo di tredici pannelli dipinti da Giovan Battista Borghesi nel 1812-1814 nella casa parmigiana dello zio Pietro Borghesi. Era in una sala, non sappiamo a quale funzione era adibita, perché è difficile ricavarlo dai soggetti della decorazione; i pannelli sono infatti tutti di soggetto mitologico, ma non legati tra loro: “Achille che trascina il corpo di Ettore”, “La fuga delle Vestali”, “Perseo e Minerva”, “Ganimede”, “Leda”, due coppie di putti e sei nudi maschili e femminili. Noto fin dall'Ottocento, il ciclo è stato nominato e datato 1812 da Tommaso Gasparotti in un suo scritto relativo al Borghesi; Enrico Scarabelli Zunti lo ha invece riferito al 1814, mentre Giovan Battista Jannelli ne ha riportato la collocazione e una successiva replica in casa Marianelli in strada San Michele. Come sottolineato da Godi e Mingardi (1997), questi dipinti sono un prezioso esempio della primissima attività del Borghesi. Il ciclo si può considerare una delle sue prime prove autonome e consente di conoscere il suo primo stile fortemente legato ad esempi neoclassici, francesi ma anche italiani (si pensi alle opere di Andrea Appiani e Pietro Benvenuti), ma soprattutto già improntato ai modelli cinquecenteschi locali e non solo: più che Correggio, comunque presente e che diventerà nel corso del tempo un punto di riferimento importante per Borghesi, il richiamo è qui a Parmigianino, evidente nelle figure dei nudi a monocromo dalle forme slanciate e serpenti nate, e al Giulio Romano di Palazzo del Te. Demolito il palazzo nel 1951, le pitture sono state salvate, grazie all'interessamento di Giovanni Copertini (Parma per l’arte, 1951, III, p. 154), da un collezionista privato. Rimaste sul mercato antiquario fino al 1997, sono state poi acquistate dalla Fondazione Cariparma ad un’asta di Finarte (Milano, 23 ottobre 1997) e collocate in modo da ricostruire l’ambiente originario
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800682348-2
  • NUMERO D'INVENTARIO F 1803a
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2020
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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