Anne Appleby, For East wall #1 (left), 2000. dipinto monocromo appartenente a una serie
installazione ambientale,
ca 2000 - ca 2000
Anne Appleby (1954)
1954
Dipinto monocromo dipinto a olio e cera su tela con una materia ottenuta tramite 30/40 stesure di colore atte a esaltare la luminosità della superficie
- OGGETTO installazione ambientale
- AMBITO CULTURALE Camera Di Fetonte
-
ATTRIBUZIONI
Anne Appleby (1954): pittrice
- LUOGO DI CONSERVAZIONE GALLERIE ESTENSI
- LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Musei
- INDIRIZZO Largo Porta Sant’Agostino, 337 – 41121 MODENA, Modena (MO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il celeste silenzio della pittura monocromatica genera talvolta, nel riguardante, un improvviso spaesamento. Sorpresa, panico, emozione possono toccare il visitatore, di primo acchito, all’ingresso della Camera di Fetonte nella Delizia Estense. Gli azzurri di Anne Appleby, i suoi blu incastonati nelle cornici ostendono la loro oggettiva realtà entro i limiti imposti dalle barocche cornici a stucco. Anne ha lavorato su tele sulle quali ha stratificato da trenta a quaranta mani di stesure di colore ad olio e cera per ottenere una raffinatissima modulazione delle superfici. Sui bordi della tela si intravvedono ancora i vari strati. Gli spazi dell’artista, nell’azzurra leggerezza dei toni, si avventurano nell’esplorazione della gamma del blu per fare emergere estensioni di forma-colore al limite tra piano e oggetto, tra astrazione ed evocazione, tra geometria e labilità, perfette per intessere un rinnovato dialogo con il mito di Fetonte narrato da Jean Boulanger. La gamma dei blu non si trova però nei cieli percorsi nel mito e dunque le liriche e inafferrabili modulazioni cromatiche realizzate dall’artista non alludono ai cieli della caduta: i blu intensi e accesi cercano piuttosto ispirazione e riscontro nella luce e nell’atmosfera dello spazio architettonico della Delizia Estense. Il muto silenzio dell'oggetto artistico dispensa infatti echi inequivocabili del minimalismo classico. Opere spregiudicate e severe, sia nella forma sia nei dettagli, contraddicono la ricerca di senso e di significato anche se non c’è più qui la severità delle origini. Nel contesto attuale, anche la pittura minimalista e completamente monocroma come quella di Appleby sembra accogliere possibilità allusive perché è difficile fare a meno della referenzialità, della sensazione che tutti i dipinti si colleghino ad altri dipinti per influenza, somiglianza e ambito. È chi guarda che nell’indagare la sensazione percettiva della pittura cerca il sussurro indulgente e rassicurante dei rimandi culturali e delle metafore. L’essenzialità di titoli come For East wall oppure For North wall dichiarano esplicitamente che l'immaginario non è più il mezzo migliore attraverso il quale tali dipinti possono essere concretamente interpretati e fruiti. Ogni variazione di blu diventa sé stessa ed è percepibile per quel che è solo quando l’osservatore si concentra e scopre la bellezza di quella particolare declinazione di colore. Questa sensualità cromatica interna ai dipinti di Appleby è la loro essenza e la sensualità di cui parliamo non rimanda a nostalgici sentimenti quanto alla percezione fisico/visiva. Piuttosto che rappresentare, queste opere diventano un aspetto del reale: hanno realizzato la loro specifica qualità che vuole incontrare il nostro esame su un piano che dovrebbe confermare, percettivamente, la nostra partecipazione al mondo che vediamo e in cui ci muoviamo. Nella Camera di Fetonte l’opera site specific, nella sua complessa articolazione di dieci tele, nacque, esattamente con queste intenzioni, nel contesto della mostra intitolata «Monochromatic Light» (settembre 2001-settembre 2002), curata da Filippo Trevisani, all’epoca soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico di Modena e Reggio Emilia. Da allora queste e altre opere della rassegna sono rimaste collocate nelle antiche cornici dell’appartamento, dorato e stuccato. Gli orientamenti dell’opera dell’artista sono espressione dello snodo minimalista e ci conducono sul crinale che divide il moderno dal post moderno, lungo l’orizzonte centrale, per tradizione, dell’artistico e del sentimento della pittura. In questo modo la Camera di Sassuolo rende omaggio a uno dei maestri riconosciuti dell’arte contemporanea e, grazie alla donazione Panza del 2005, può ostentare un ulteriore arricchimento del proprio patrimonio artistico, coerentemente con la tradizione del grande collezionismo estense
- TIPOLOGIA SCHEDA opere/oggetti d'arte contemporanea
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800676934
- NUMERO D'INVENTARIO Inventario R.G.C.E. n. 17877
- ENTE SCHEDATORE Palazzo Ducale di Sassuolo - Gallerie Estensi
- DATA DI COMPILAZIONE 2018
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0