Ritratto di Napoleone Bonaparte Imperatore. Ritratto di Napoleone Bonaparte Imperatore
scultura,
ca 1808 - ca 1813
Lorenzo Bartolini (attribuito)
Savignano di Prato, 7 gennaio 1777 – Firenze, 20 gennaio 1850
Busto in marmo di Napoleone Bonaparte imperatore. L'imperatore viene rappresentato nelle vesti indossate durante le sua incoronazione a imperatore dei Francesi
- OGGETTO scultura
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MISURE
Altezza: 76 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Toscano
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ATTRIBUZIONI
Lorenzo Bartolini (attribuito): scultore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Estense
- LOCALIZZAZIONE Gallerie Estensi
- INDIRIZZO Largo Porta Sant’Agostino, 337 - 41121 MODENA tel. 0594395727 - fax 059230196 pec: mbac-ga-esten@mailcert.beniculturali.it ga-esten@beniculturali.it, Modena (MO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L’opera è un esemplare di raffinata qualità della ritrattistica napoleonica per come si configura agli inizi dell’Ottocento, nella produzione carrarese, quando, il 29 aprile 1806, con decreto imperiale, Elisa Bonaparte e il consorte Felice Baciocchi prendono possesso degli Stati di Massa e Carrara. La creazione della Cassa di Soccorso detta «Banca Elisiana» (1807) col sostegno alle Manifattura delle sculture (capitale di 300.000 franchi e 420 dipendenti) coincide con la prima rivoluzione industriale del settore marmifero carrarese. La maggiore attività della Banca e del sostegno alla sua manifattura è occupata dall’imitazione dall’antico, dalla creazione di elementi d’ornato e soprattutto dalla produzione di busti di Napoleone. Sempre nello stesso periodo (ottobre 1807) Lorenzo Bartolini (1777-1850) è nominato direttore della scuola di scultura presso l’Accademia di Carrara con un ruolo che fu anche di trait d’union tra l’istituzione accademica, la Banca e i suoi ateliers. Ma guardiamo ora la specificità della scultura. Il mezzo busto che noi osserviamo mi pare abbia, innanzitutto, precisi riferimenti al celebre ritratto di Antonio Canova una cui copia è conservata a Palazzo Pitti e in cui lo scultore idealizza il soggetto per conferirgli una dimensione tale da collocare la figura di Napoleone fuori dal tempo. Non abbiamo più di fronte a noi la rappresentazione veritiera del condottiero ma un soggetto che si mostra quale ritratto ideale e all’antica. L’autore del busto della Galleria Estense, con estrema sapienza, introduce qui quella medesima torsione atta a creare un senso di naturale movimento della testa. Continuiamo a osservare il ritratto: la fronte del viso è alta, incorniciata da una corona d’alloro simile a quella che incorona il busto d’analogo soggetto eseguito da Bartolini (Louvre, 1805 ca. bronzo), ampiamente diffuso dalla «Banca Elisiana», e dal quale mutua il sistema della corona con auree foglie d’alloro, una corona funzionale a esaltare il ruolo imperiale. Le ciocche di capelli che ricadono sulla fronte, levigatissima, con calcolatissima e finta trascuratezza richiamano le soluzioni di Bartolini. Gli occhi, privi di pupilla, sono incavati mentre lo sguardo si perde lontano. Il naso, assai pronunciato, dà un’impronta virile. La bocca sottile non lascia trasparire emozioni. Lo scultore fissa l’immagine aulica dell’imperatore abbigliato stavolta da un manto di velluto e dall’ermellino. Una sciarpa bordata di pizzo, minutamente traforata, trattiene il colletto pieghettato della camicia mentre sul petto brillano le onorificenze e la collana della Legion d’onore. È però qui la naturalezza della postura a emergere, una naturalezza estranea al severo classicismo in voga. Il risultato finale è di una bellezza che sicuramente non apparteneva al reale Napoleone. Lo scopo del ritratto era infatti quello di nobilitare al massimo le sembianze dell’imperatore, di esprimere un’idea forte e convincente trasponendola nell’eroicità del mito. La produzione dei busti carraresi si basava essenzialmente su copie o variazioni desunti da modelli tratti da Canova, Bartolini, Chinard, Chaudet, Bosio, riprodotti a Carrara con la tecnica della «messa ai punti». Tuttavia in questo caso lo scultore è andato ben oltre la semplice attività di un copista. Siamo davanti all’opera di uno scultore che opera con sopraffino talento e con qualità elevatissima, uno scultore da riferire alla ristretta cerchia che operava attorno e con la collaborazione di Lorenzo Bartolini. La scultura è attestata nella Galleria Palatina, in Palazzo Ducale, già nell’inventario del 1866 («stanza XI» – n. 578) cioè nella stessa sala in cui erano esposti il busto del Bernini e quello di Alfonso I d’Este di Alfonso Lombardi detto Cittadella, a testimonianza di una qualità esecutiva riconosciuta
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800676920
- NUMERO D'INVENTARIO R.C.G.E. 568
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA GALLERIA ESTENSE
- ENTE SCHEDATORE GALLERIA ESTENSE
- DATA DI COMPILAZIONE 2019
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0