Ritratto di Johann Joseph Radetzky. Ritratto di Johann Joseph Radetzky

scultura, ca 1851 - ca 1851

Busto in marmo del feldmaresciallo Johann Joseph Radetzky

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco di Carrara
  • MISURE Altezza: 48 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Apuoversiliese
  • ATTRIBUZIONI Pelliccia Ferdinando (attribuito): scultore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Estense
  • LOCALIZZAZIONE Gallerie Estensi
  • INDIRIZZO Largo Porta Sant’Agostino, 337 - 41121 MODENA tel. 0594395727 - fax 059230196 pec: mbac-ga-esten@mailcert.beniculturali.it ga-esten@beniculturali.it C.F. 94180300363 - C.U.U. 2JMD21, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il busto del feldmaresciallo Johann Joseph Radetzky (Třebnice, Boemia, 1766-Milano 1858), il cui ritratto è indicativo degli stretti rapporti politico-militari con i sovrani austro-estensi, si trova oggi in deposito presso il Palazzo Ducale di Modena. Ne comprova l’antica appartenenza agli Este la sua iscrizione nell’«inventario del Reale Palazzo di Modena» (ASMo, Intendenza della Casa di sua Maestà Sabauda di Modena – 1860 – p. 176, n. 8678). Nonostante la palese qualità, la scultura è rimasta a lungo ignorata dalla critica (è stata esposta una volta sola, nel 1996, nella rocca di Vignola con l'attribuzione generica a «Scultore attivo alla metà del XIX secolo»). Le fonti archivistiche non lasciano però dubbi nell’attribuzione a Ferdinando Pelliccia. Nel carteggio tra il conte modenese Gandini e Giuseppe Forni (ASMo, Archivio Forni, C 23, Massa 14 aprile 1851) si legge dell’incarico dato allo scultore, allora direttore dell'Accademia di Belle Arti di Carrara, da parte dell’industriale inglese William Walton, nota figura di sagace imprenditore e di intraprendente commerciante di marmo a largo raggio, fino a fornirne per la costruzione del Campidoglio di Washington. Nella lettera, citata precedentemente, si parla della committenza e dell’intenzione di donare l’opera al duca Francesco V. Ferdinando Pelliccia era uno scultore conosciuto e apprezzato dagli Este. Francesco IV, nel 1843, gli aveva affidato l’incarico di scolpire la statua di Borso d’Este che oggi svetta al centro del cortile del palazzo dei Musei. Il dono dovette compiacere il duca che, successivamente, si avvalse dello scultore per il rinnovo della sua reggia. Sul busto di Radetzky spiccano la «Gran Croce dell’ordine di Maria Teresa» e il «Toson d’oro», onorificenze guadagnate dopo le vittorie di Custoza e di Novara. Una vena malinconica di fondo allontana però la rappresentazione al rischio dell’encomio. Lo scultore dunque non si sofferma sull’aspetto celebrativo con pose eroiche o marziali. Immortala l’uomo senza alcun atteggiamento volitivo, cercando la resa interiore di un personaggio che ha già varcato gli ottant’anni, pronto a lasciare le vicende di questo mondo in cui è stato o sarà ancora protagonista (nel bene e nel male). L’artista, per far ciò, utilizza una semplicità formale che sembra rimandare al primo rinascimento. Nel suo marmo non alberga il risentimento del risorgimento. Un registro di familiarità ci porta a contatto semmai con la consuetudine di rapporti fra Radetzky e Francesco V, cui spettava il ruolo di generale dell'esercito asburgico. È nota infatti la memoria del loro incontro a Milano, nell'ottobre del 1848; inoltre lo stesso Radetzky si sarebbe recato a Modena, l'anno successivo, per porgere omaggio a Francesco V, in occasione della sua ascesa al trono (T. Bayard De Volo, Vita di Francesco V, duca di Modena [l8l9-l875], Modena, Tipografia dell'Immacolata Concezione, 1878, I, pp. 149, p. 149 e pp. 302-303). Ferdinando Pelliccia suggerisce dunque confidenza, bonarietà e intensità espressiva in una dimensione fuori del tempo, al di là di ogni idealizzazione
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800676919
  • NUMERO D'INVENTARIO R.C.G.E. n. 2646
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA GALLERIA ESTENSE
  • ENTE SCHEDATORE GALLERIA ESTENSE
  • DATA DI COMPILAZIONE 2019
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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