La Galleria Estense. La Galleria Estense

dipinto olio su tela, ca 1894 - ca 1896
Andrea Becchi (attribuito)
Carpi, 15 novembre 1851 - Modena, 15 settembre 1926

dipinto ad olio su tela - cornice in legno dorata coeva di cm 54x85

  • OGGETTO dipinto olio su tela
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 43 cm
    Larghezza: 75 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Emiliano
  • ATTRIBUZIONI Andrea Becchi (attribuito): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Estense
  • LOCALIZZAZIONE Gallerie Estensi
  • INDIRIZZO Largo Porta Sant’Agostino, 337 - 41121 MODENA tel. 0594395727 - fax 059230196 pec: mbac-ga-esten@mailcert.beniculturali.it ga-esten@beniculturali.it, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto di Andrea Becchi offre un’immagine dell’allestimento museale del 1894. Oltre il grande arco, appena sopra la statua di Giuseppe Obici col Gladiatore ferito è ben distinguibile il Guerriero con cavallo di Jean Boulanger. Nella grande sala, accanto allo stipite della porta, si mostra il busto in bronzo e alabastro d'onice con l’Antinoo; i santi Pietro e Paolo di Jacopo Bassano sono ben ravvisabili nei tratti corsivi dei suoi piccoli tocchi pittorici. Sopra il divano rosso svetta l’Amor sacro e l’amor profano di Antonio Raggi. La giovane visitatrice, ritratta nell’opera, è, probabilmente, intenta ad osservare due dipinti di difficile identificazione, vista la visione in tralice e per accenni sommari, ma soprattutto è intenta a visitare la Regia Galleria Estense che, nel 1894, tornava a rivivere. Tutto ciò ci obbliga a riassumere, per sommi capi, una lunga storia. Come scrive Adolfo Venturi, con decreto del 4 febbraio 1851, la Galleria Estense venne risistemata in un’ala «a settentrione del Palazzo[ducale], e nel 1854 […] fu aperta al pubblico». Nel 1859 il ducato estense fu annesso al Regno d’Italia e la Galleria, aggregata all’Accademia di Belle Arti, fu affidata alla direzione di Adeodato Malatesta. Ma a questo punto occorre mettere in evidenza un’altra vicenda che si stava sviluppando a seguito della L. n. 755 del 10 agosto 1862, relativa ai beni della corona, che faceva sì che buona parte dei locali del Palazzo Ducale venissero ceduti dal Ministero della Real Casa al Ministero della Guerra per la scuola degli Ufficiali di fanteria. Le esigenze dell’accresciuta Accademia Militare portarono, negli anni, alla acquisizione di tutti gli spazi del Ducale. Il 15 giugno del 1880 il consiglio Comunale approvava, a sanatoria di quanto era già avvenuto, lo spostamento «provvisorio» delle collezioni dal Palazzo Ducale. In brevissimo tempo, le opere della Regia Galleria erano state sfrattate dalla loro storica sede. Le opere furono portate presso i locali dell’Istituto di Belle Arti, nei locali del Museo Civico (in due ambienti del Convento di San Bartolomeo) e in buona parte immagazzinate. Nel frattempo, nel 1878, Adolfo Venturi vinceva il concorso per ispettore della Regia Galleria Estense di Modena. Veniva immediatamente incaricato di redigere il catalogo delle opere e così iniziava la sua prestigiosa carriera di storico dell'arte. Usciva, pochi anni dopo, la sua grande monografia (1883). Nel 1893, dopo la morte di Adeodato Malatesta, Giulio Cantalamessa (Ascoli Piceno, 1846-Roma, 1924) fu nominato direttore della R. Galleria Estense. Furono dunque necessari più di dieci anni prima che si arrivasse al 3 giugno 1894 con la riapertura e l’inaugurazione della galleria, grazie proprio al prof. Giulio Cantalamessa e alla fondamentale collaborazione di Adolfo Venturi. Il dipinto di Andrea Becchi, illustra questo travagliato punto d’arrivo del 1894 e si pone, perciò, come importante documento per la storia delle collezioni ducali e per tutta la comunità che ruota attorno alla Galleria Estense e alle Gallerie Estensi, coi vari spazi in cui si conserva un patrimonio unico e multiforme d’arte, di codici e di oggetti di inestimabile valore storico e culturale. Il dipinto offre un’immagine dell’allestimento museale del 1894. Una nota biografica sull’autore Andrea Becchi fu ammesso al Regio Istituto di Belle Arti di Modena nel 1866, grazie a un sussidio concessogli dal Comune di Carpi. La sua formazione fu precocissima, a cominciare dalla Scuola comunale di disegno di Carpi in cui fu ammesso il 7 novembre del 1861. Le sue basi sono dunque solide. L’artista, con il suo insegnante Ferdinando Manzini, inizia precocemente un percorso produttivo che lo vede operativo nei cantieri del Duomo di Modena (decorazione nel catino absidale della Cappella del santissimo sacramento) e del Tempio Israelitico di Modena, prima di partire per Buenos Aires dove si tratterrà un paio d’anni (decorazione della Chiesa del Salvatore a Buenos Aires). Al ritorno in patria lavorerà come scenografo insieme al Manzini. Andrea Becchi, per quanto più ci riguarda, è attivo nel Palazzo dei Musei intorno al 1885. Qui decora la Sala Gandini in cui ora si trova il «Gladiatore ferito», opera che compare nel dipinto in argomento e che fu spostata prima del nuovo riallestimento della Galleria Estense del 1924. Nel 1896 Becchi riceve la nomina di professore «aggiunto» alla cattedra di Ornato presso il regio Istituto di Belle Arti (ne sarà il titolare nel 1904). Nel 1899 è investito della carica di Assessore ai Musei presso il Comune di Modena. Per quanto riguarda le istanze espressive e di poetica, il pittore agisce in un momento cruciale di passaggio testimoniato da opere variabili per tematica e tecnica esecutiva. Caratterizzante e di grande successo fu la una intensa attività da scenografo e da decoratore attraverso progettazioni che toccarono immobili e decorazioni interne di case patrizie locali. Riuscì, pur nella sua molteplice e diversificata attività, a dialogare con la tradizione accademica e con quel gusto “eclettico” di cui si faceva interprete tra fine Ottocento e gli inizi del nuovo secolo. I suoi molteplici cicli decorativi furono in grado di fondere, insieme al tramonto della stagione neoclassica modenese, un certo revival degli stili, inteso nella sua doppia accezione, sia come ampia gamma di linguaggi figurativi da impiegare a seconda delle funzioni e della collocazione dell’organismo architettonico, sia come repertorio formale da cui estrapolare i caratteri distintivi dei diversi stili, da combinare in disinvolte elaborazioni. I suoi dipinti, in particolare, spaziarono tra vari generi: paesaggistico, storico aneddotico, naturalistico, scene di genere e di costume e vedute cittadine
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800676914
  • NUMERO D'INVENTARIO R.C.G.E. 18525
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA GALLERIA ESTENSE
  • ENTE SCHEDATORE GALLERIA ESTENSE
  • DATA DI COMPILAZIONE 2019
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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