La buona ventura. La buona ventura

dipinto olio su tela ca ca. 1620 - ca 1620

Tela che rasppresenta un cavaliere davanti ad una zingara che gli predice la sorte... Cornice dorata di sag.a M. 0,12. Riportato nell'inventario del 1866 al n. 534

  • OGGETTO dipinto olio su tela
  • MATERIA E TECNICA Olio su tela
  • AMBITO CULTURALE Ambito Bolognese-emiliano
  • ATTRIBUZIONI Spada Lionello (attribuito): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Estense - Modena
  • INDIRIZZO largo Porta S. Agostino, 337, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Notizie Storico Critiche «Una zingara che porge la buona ventura a un giovane, opera che tiene tra il gusto caraccesco e il caravaggesco, e che orna oggi la Galleria»: così scriveva il Campori (1885, p. 450) per descrivere il dipinto di Lionello Spada. L’opera, proveniente dalla raccolta del cardinale Alessandro d’Este, entrò nelle collezioni ducali alla morte del prelato, quando la principessa Giulia, sua nipote, lo ricevette in eredità. Il quadro fu presto destinato alla Rocca di Scandiano e tornerà a Modena solo nel 1750-51 con i dipinti scelti da Antonio Consetti per reintegrare la Galleria, impoverita a seguito della vendita del 1746. Risulta evidente che La Buona ventura di Caravaggio, sia l’opera della Pinacoteca Capitolina sia quella del Louvre, ha fatto scuola. Il soggetto, ampiamente diffuso e replicato in ambito romano, mescola la scena di genere all’ammaestramento morale. Nacquero persino, nell’esercizio del tema, veri capolavori, come la Buona ventura di Georges de La Tour o quella di Simon Vouet, conservata alla Galleria d’arte antica di Palazzo Barberini. Anche nell’opera di Lionello Spada emerge la medesima impostazione del soggetto: una zingara legge la mano e un complice sfila la borsa dei denari dalla tasca. In questo caso il pittore accentua l’aspetto popolaresco e tragicomico, dando alla scena un aspetto quasi grottesco, da commedia dell’arte. La raffinatezza dei costumi o la mimica accentuata dei protagonisti o il generale accurato descrittivismo trasformano l’essenzialità di Caravaggio in una descrizione piuttosto piatta di gesti affettati, in una presentazione banalmente priva di storia. Il pittore, formatosi a Bologna, si dedicò inizialmente al quadraturismo, entrando poi in contatto con i Carracci. Trasferitosi a Roma e a Malta studiò l'opera di Caravaggio. Mise così a punto uno stile pittorico caratterizzato da un accentuato tenebrismo, tanto che gli fu attribuito il soprannome di «simia del Caravaggio». Nel 1611, ritornato a Bologna, esibiva costantemente opere toccate dall’adesione alla lezione caravaggesca. Come nella vita, anche nella pittura l’autore era però meno radicale del pittore lombardo: Lionello Spada sapeva andare incontro al gusto della sua committenza altolocata, sottolineandone i caratteri più appariscenti. Era consapevole di godere di alte protezioni e sapeva come avvantaggiarsene: è quindi da presumere che la sua chiamata a Reggio, dove avrebbe dato avvio alla decorazione ad affresco della basilica della Ghiara, non sia avvenuta senza l’autorevole appoggio del cardinale Alessandro d’Este, suo estimatore. Negli anni successivi, gli intenti naturalistici vennero tuttavia superati dal rinnovato interesse per Correggio Bibliografia Gian Filiberto Pagani, Le pitture e sculture di Modena, Eredi di Bartolomeo Soliani, Modena, 1770, pp. 155-156. Ferdinando Castellani Tarabini, Cenni storici e descrittivi intorno alle pitture della Reale Galleria Estense, Regio-Ducal Camera, Modena, 1854, p. 97 n. 348. Giuseppe Campori, Gli artisti italiani e stranieri negli Stati Estensi. Catalogo critico, (catalogo storico), Regio-Ducal Camera, Modena, 1855, p. 450. Adolfo Venturi, La R. Galleria Estense in Modena, (Ristampa anastatica: Panini, Modena 1989), Toschi, Modena, 1882, p. 160. Serafino Ricci, La R. Galleria Estense di Modena. Parte I. La Pinacoteca, Orlandini, Modena, 1925, pp. 149-150 n. 366. Rodolfo Pallucchini, I dipinti della Galleria Estense di Modena, Cosmopolita, Roma, 1945, p. 132 n. 291. Augusta Ghidiglia Quintavalle, La Galleria Estense di Modena, Istituto poligrafico dello Stato, Roma, 1967, p. 17. L'arte degli Estensi: la pittura del Seicento e del Settecento a Modena e Reggio: catalogo critico, Catalogo della mostra (Modena, Palazzo comunale, Palazzo dei Musei, Galleria e Museo Estense, Galleria civica, giugno-settembre 1986), Panini, Modena, 1986, p. 164 n. 83. Sovrane passioni. Le raccolte d'arte della Ducale Galleria Estense, Catalogo della mostra (Modena, Galleria e Museo Estense, 3 ottobre – 13 dicembre 1998), Motta, Milano, 1998, p. 276 n. 77. Caravaggio and his Followers in Rome, Catalogo della mostra (Ottawa, National Gallery of Canada, 17 giugno – 11 settembre 2011; Fort Worth, The Kimbell Art Museum, 9 ottobre 2011 – 8 gennaio 2012), Yale University Press, New Haven, 2011, n. 15. Caravaggio to Canaletto. The glory of italian baroque and rococo painting, Catalogo della mostra (Budapest, Szépművészeti Múzeum, 25 ottobre 2013 – 16 February 2014), Szépművészeti Múzeum, Budapest, 2013, p. 148 n. 7. Barbara Ghelfi, "Rifar Ferrara a Modena". Mecenatismo e collezionismo alla corte di Cesare d'Este (1598-1628), in Gli Este. Rinascimento e Barocco a Ferrara e Modena, catalogo della mostra a cura di Stefano Casciu, Marcello Toffanello, Catalogo della mostra (Reggia di Venaria, 8 marzo – 6 luglio 2014), Panini, Modena, 2014, p. 48, fig. 20 p. 46. Barbara Ghelfi, "Rifar Ferrara a Modena". Mecenatismo e collezionismo alla corte di Cesare d'Este (1
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800675956
  • NUMERO D'INVENTARIO Inventario R.C.G.E. n. 243
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA GALLERIA ESTENSE
  • ENTE SCHEDATORE GALLERIA ESTENSE
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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