Arpa Estense. Arpa

arpa arpa miniata con ornati intagliati ed ornati 1581 - 1593
Giacomelli Giovan Battista (scuola Di) (attribuito)
Brescia, 1550 ca. - Firenze, 1603 ca

Arpa miniata con ornati intagliati e decorati. Troviamo, sulla parte interna, diverse piccole figure allegoriche. L'esterno della stessa cassa contiene ornati imitanti lavori ad agemina; l'arco nella parte inferiore ha rami di gelsomini in tutta la sua lunghezza; all’esterno fiori e piccoli uccelli in volo. Lo strumento porta quarantanove corde fisse alla cassa con chiavettine dipinte. Alt. magg. m. 1,52, larg.magg. m. 0,49. Riportato nell'inventario del 1866 al N. 1222

  • OGGETTO arpa arpa miniata con ornati intagliati ed ornati
  • MATERIA E TECNICA legno di pero, d'acero, di cirmolo, dipinto a tempera, laccato e dorato
  • AMBITO CULTURALE Ambito Fiorentino
  • ATTRIBUZIONI Giacomelli Giovan Battista (scuola Di) (attribuito): costruttore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Estense di Modena
  • LOCALIZZAZIONE Gallerie Estensi
  • INDIRIZZO largo Porta S. Agostino, 337, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'arpa estense venne riscoperta da Luigi Francesco Valdrighi mentre Adolfo Venturi (1882, pp. 107-112) ne diede un'estesa e precisa descrizione, esaltandone il pregio. Le vicende relative all'arpa sono state recentemente indagate e risolte da Elio Durante e Anna Martellotti (Durante, Landi, Martellotti, Renzi, 1990). Si tratta di uno dei primi esempi di arpa doppia (o cromatica), commissionata, nel 1581, a un liutaio della cerchia di Giovanni Battista Jacomelli, musicista bresciano attivo a Roma. La commissione giunse da parte di Giulio Masetti, ambasciatore romano di Alfonso II d'Este. L'arpa è decorata alla "damaschina" e presenta ornati allegorici, a carattere musicale e floreale, realizzati da Giulio Marescotti tra 1587 e 1598, già attivo presso i Gonzaga, per i quali aveva lavorato a vari strumenti musicali. Le dorature furono eseguite da Giovan Battista Rosselli, gli intagli vegetali da Orazio Lamberti (tra 1588 e 1591). Le dodici raffigurazioni allegorico-mitologiche realizzate sulla cassa sonora rimandano ad analoghi corredi iconografico-parietali presenti a Ferrara nella seconda metà del XVI secolo. Queste figure, inserite nelle rispettive cornici in un’alternanza tra un'immagine monocroma ad una policroma su fondo giallo, verde o di lacca rossa, rappresentano le divinità che presiedono all'ispirazione artistica. A sinistra, dall'alto verso il basso, sono raffigurati ARS, con globo (monocromato); CLIO, musa della storia, con libro e cartiglio (policromata); OPULENTIA, matrona che tiene una corona in capo e una coppa in mano piena di monete d'oro (monocromata); EUTERPE, musa della musica e della poesia lirica, con flauto (policromata); TALIA, musa della commedia e della poesia pastorale, con cartiglio e piccola viola (policromata). A destra, dall'alto verso il basso, sono invece rappresentate una figurina policroma di difficile interpretazione; POLIMNIA, musa degli inni eroici, con organo portativo (monocroma); HONOR, figura in stato di veglia che tiene uno scettro gigliato in mano e mostra una corona d'oro (policroma); ERATO, musa della poesia lirica ed amorosa; TERMINE (policroma); TERSICORE, musa della danza e del canto. Due altre figure policrome, LABOR e DILIGENTIA, sono raffigurate l'una accanto all'altra nel punto in cui l'arco dello strumento si congiunge con la cassa armonica. L'arpa era suonata da Laura Perperara, componente del Concerto delle Dame, insieme cameristico - formato da tre musiciste - voluto da Alfonso II e molto apprezzato da sua moglie Margherita Gonzaga (Durante, Landi, Martellotti, Renzi, 1990; Bernardini 2006, pp. 99-100; Zanrè 2014, pp. 5-6). Commissionata nel 1581 dal duca Alfonso II d’Este, appunto per il concerto delle Dame Principalissime della moglie Margherita Gonzaga, l’arpa era destinata alla mantovana Laura Peperara, che, con Livia d’Arco e Anna Guarini, formava quel “concerto di musica secreta” che fece di Ferrara un raffinato centro di cultura musicale. Caratterizzato da una doppia fila di corde, lo strumento è una testimonianza rarissima della cultura musicale rinascimentale. Fu decorato, fra il 1587 e il 1593, dal pittore Giulio Marescotti e da altri artisti attivi presso la corte estense, quali Orazio Lamberti, il Bastarolo e Giovan Battista Rosselli
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800675927
  • NUMERO D'INVENTARIO 2024
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA GALLERIA ESTENSE
  • ENTE SCHEDATORE GALLERIA ESTENSE
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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