trionfo della Trinità e della Resurrezione

dipinto, post 1686 - (?) 1690

Decorazione del catino absidale rappresentante una gloria d'angeli che reggono la Croce, a sinistra, e un globo, a destra. In basso la figura di Cristo (?) con un ampio panneggio rosso, a sinistra, Dio Padre a destra - riconoscibile dal triangolo di luce sul capo - e al centro una zona di luce gialla dove dovrebbe trovarsi la Colomba dello Spirito Santo, nascosta dal fastigio del Traeri

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Consetti Jacopino (attribuito): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Carlo
  • INDIRIZZO via S. Carlo, 7, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1684, concluso il lungo percorso di acquisizione degli stabili di proprietà Tomasi che avevano fino a quel momento impedito la costruzione del presbiterio, si avviarono i lavori per la definitiva sistemazione della zona absidale. In attesa della sistemazione definitiva con la strutturazione dell’imponente apparato di Traeri e Franceschini fu fatto eseguire un affresco complesso analizzato per la prima volta da Enrichetta Cecchi Gattolin nel 1982, dopo il complesso restauro della chiesa che lo ha liberato dalla calce restituendolo di nuovo alla visione. La studiosa ne ha identificato il soggetto come il “Trionfo della Resurrezione e della Trinità”, letto altrimenti come “Trionfo della Trinità e della Redenzione”, assegnandone l’esecuzione a Jacopo e Antonio Consetti, forse coadiuvati da Francesco Stringa. Per ragioni anagrafiche deve essere esclusa la presenza di Antonio Consetti, decisamente troppo giovane all’epoca, mentre è del tutto probabile l'assegnazione del dipinto al padre, autore anche di altre decorazioni all’interno del Collegio: intervenne sicuramente nella cappella della Confraternita del Rosario, posta accanto alla sagrestia nei locali che oggi ospitano la sala conferenze, e nell’antica cappella interna del collegio, demolita a metà del XIX secolo: di entrambe le decorazioni non è rimasto nulla. La difficoltà attuale nella lettura dell’affresco, di per sé non in cattivo stato di conservazione ma oggettivamente difficile da raggiungere e non visibile nel suo insieme, rende poco praticabile una lettura stilistica efficace. Che poi questo affresco proseguisse oltre il catino d’altare investendo anche la zona oggi occupata interamente dalla decorazione a stucco è difficile dire; di certo l’insieme fu visibile per non più di una quindicina d’anni e che per l’affidamento di un incarico che, forse, già si sapeva destinato ad un’opera “provvisoria”, la Congregazione si sia rivolta ad un pittore modenese di facile reperibilità e coinvolto a Corte o nel Collegio è un’ipotesi tutt’altro che peregrina. Una lettura del tutto in linea è stata offerta di recente da Sonia Cavicchioli che torna a parlare dell'affresco nel 2017, ascrivendolo di nuovo a Jacopino Consetti, pittore non di eccelse qualità ma allievo di Francesco Stringa, presente in chiesa con una pala d'altare, e successore dello stesso Stringa nel come soprintendente della collezione di pitture ducali a partire dal 1709 (Cavicchioli S. in Altini C. (a cura di), La Fondazione Collegio San Carlo a Modena", Modena, Panini 2017, p. 74)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800648857
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Fondazione Collegio San Carlo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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