motivi decorativi a candelabra

candelabro, (?) 1700 - (?) 1799

Due grandi candelabri in legno sagomato e dipinto con sostegno retrostante per essere autoportante. Su una base rettangolare poggia una seconda base ornata a foglie d'acanto, un corpo con ovale centrale con strumenti della passione circondato da festoni di fiori e dal quale partono, ai lati, le sagome dei due candelieri a braccio che culminano in cinque chiodi per l'innesto di vere candele. In alto, sopra l'ovato, una testa di cherubino, un vaso ornato con candelieri laterali a braccio e in sommità un puttino che regge un ultimo supporto da candele di cera. Il secondo candelabro: su una base rettangolare poggia una seconda base ornata a foglie d'acanto, un corpo con ovale centrale con strumenti della passione circondato da festoni di fiori e dal quale partono, ai lati, le sagome dei due candelieri a braccio che culminano in cinque chiodi per l'innesto di vere candele. In alto, sopra l'ovato, una testa di cherubino, un vaso ornato con candelieri laterali a braccio e in sommità un puttino che regge un ultimo supporto da candele di cera

  • OGGETTO candelabro
  • MISURE Altezza: 312 cm
    Larghezza: 115 cm
  • AMBITO CULTURALE Bottega Emiliana
  • LOCALIZZAZIONE Collegio S. Carlo
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questi due candelabri in legno sagomato sono dipinti a trompe l’oeil, tecnica che induce lo spettatore a pensare che gli oggetti dipinti siano in realtà tridimensionali. Le due torciere presentano una decorazione pittorica che vuole ricreare l’effetto dell’intaglio, come se fossero appunto scolpite e decorate secondo un gusto neoclassico. Sono opera di bottega emiliana del XVIII secolo. Queste opere sembrano far parte di quei beni detti "cartelami". I cartelami erano sagome lignee che facevano parte di apparati complessi come le Quarantore, una manifestazione del culto eucaristico durante la quale si esponeva il SS. Sacramento all'adorazione dei fedeli per quaranta ore continue. L’intenzione era quella di trattenere il più possibile i fedeli in chiesa, mantenendo viva la preghiera e la loro attenzione; il prestito dal mondo del teatro, accentuato a partire dal Seicento e abbandonato solo in tempi recenti, portava ad allestire gli altari come vere e proprie scenografie ascensionali molto suggestive, costituite da sagome lignee decorate a trompe-l’oeil, con finti elementi architettonici, finti rilievi o oggetti vari e, talvolta, centinaia di candele. L’effimero era una tendenza ormai consolidata nella città del ducato estense ancor prima che in altri centri. Queste attrezzature smontabili entrarono stabilmente a far parte della suppellettile liturgica, all’interno delle chiese modenesi. Tele e tavole dipinte in grisailles componevano il cosiddetto Sepolcro, montato in occasione della liturgia del Giovedì Santo. Per quello che riguarda la chiesa di San Carlo alcune informazioni ci vengono fornite dalle note spese, le quali riferiscono di una «Apparatura della chiesa p. le 40 Ore p. metà colla festa della V. Ausiliatrice» sia nel 1843 che nel 1845 (ACSC, “Estratto d'amministrazione … per funzioni, spese, ed altro nella Chiesa San Carlo”, C.II.6, fasc. 2). Ancor prima il Soli racconta che nel 1772 fu fatto un macchinario per "rendere movibile lateralmente la ferriata" di un altare, in modo da potervi eseguire il sepolcro del Giovedì Santo (Soli G., La chiesa di S. Carlo del Cantone, in: Atti e memorie. Deputazione di Storia Patria per le antiche provincie modenesi, 1979, p. 327). In base a queste testimonianze risulta che all’interno della chiesa si praticavano i “teatri” effimeri del Giovedì Santo e, molto probabilmente, le due torciere facevano parte dell’apparato scenico. In soffitta sono stati trovati altri due candelabri da chiesa (invv. 3796 e 3797, NCTN 00649011) più piccoli, anch'essi 'cartelami' in legno sagomato e dipinto a tempera, di identica fattura. Sicuramente facevano parte dello stesso apparato effimero che allestiva l'altare maggiore durante le varie manifestazioni del culto eucaristico
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800648761
  • NUMERO D'INVENTARIO 0922
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Fondazione Collegio San Carlo
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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