Altarolo formato da una tabella di legno sulla quale è riprodotta, attraverso elementi sia in avorio che in osso, una prospettiva architettonica a quattro colonne, sormontata da un’edicola e arricchita da numerosi particolari decorativi. Negli spazi scanditi dagli ordini troviamo una piccola rappresentazione sacra

  • OGGETTO altarolo
  • MATERIA E TECNICA avorio, intaglio
    CORNO
    LEGNO
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italiano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Ravenna
  • LOCALIZZAZIONE Monastero benedettino di San Vitale (ex)
  • INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’altarolo devozionale è formato da una tabella di legno dipinta di nero, con una cornice dello stesso colore, sulla quale sono impostati, sia in avorio che in corno, gli elementi architettonici di un prospetto a quattro colonne, sormontato da un’edicola e arricchito da numerosi particolari decorativi. Negli spazi scanditi dagli ordini troviamo una piccola rappresentazione sacra. In alto è raffigurato l’Eterno Padre attorniato da due angeli in volo e da colonnine estremamente raffinate; il soggetto è rappresentato in atto benedicente con la mano destra mentre nella sinistra tiene un globo crocesegnato. Ai lati, appoggiati sulle estremità degli spioventi del timpano, stanno due angioletti osannanti con le palme. Al centro, perfettamente in asse con la figura di una colomba rivolta verso il basso, è applicata una placchetta che riproduce l’immagine della Madonna della Ghiara, venerata a Reggio Emilia. La Vergine è rappresentata seduta su un basamento lunato, di profilo, a mani giunte in atto di adorazione del Bambino, collocato ignudo su un cuscino di fronte a lei. Indossa una veste ampiamente panneggiata, caratterizzata da un fermaglio ben visibile sulla manica della tunica, e poggia il piede sulla testa di un cherubino. Al di sopra di questo nucleo centrale due angioletti in volo sostengono una corona sul capo della Vergine. Ai lati, negli intervalli delle colonne, sono disposte due statuette di santi. A sinistra San Francesco con il crocifisso e il libro della regola, mentre a destra San Carlo Borromeo con le braccia incrociate sul petto e il crocefisso. Tutta la struttura termina con una cartella fissata alla cornice superiore. L’altarolo è completato da diversi e finissimi motivi ornamentali, sempre in avorio, che definiscono e arricchiscono gli spazi restanti, come basi, capitelli, foglie, festoni e ghirlande che decorano finemente tutta la scena. Si tratta di una composizione molto bella e raffinata, di gusto classicheggiante. Tutte le figure rappresentate sono elegantissime, composte e dignitose. I vari motivi ornamentali completano la scena donandole raffinatezza e al tempo stesso, grande espressività. Il modo di rendere il panneggio dei due santi, ottenuto attraverso fitte pieghe longitudinali parallele ricorda gli avori gotici (si possono trovare esempi in “A cura di Lamberto Vitali, Avori gotici francesi, Milano, 1977”) mentre la resa stilistica della Vergine riconduce ai sontuosi virtuosismi di epoca barocca (M. Carrà, Gli avori in occidente, 1966, Milano, Fratelli Fabbri Editori, fig. 71). L’opera si inserisce cronologicamente nel XVII secolo. Le placchette rappresentati la popolare Madonna della Ghiara si riferiscono all’immagine miracolosa venerata nell’omonimo santuario a Reggio Emilia. La sua iconografia risale ad un dipinto del 1573, elaborato in base ad un’interpretazione di una più antica immagine elaborata da Lelio Orsi in un disegno del 1569. Ebbe grandissima diffusione e fu propagata tramite numerose incisioni, a loro volta riprodotte anche su targhe devozionali in maiolica. Placchette isolate riferite alla Madonna della Ghiara sono alquanto frequenti: oltre alle quattro presenti nella stessa collezione del Museo Nazionale di Ravenna (numeri inventario: 5815, 1105, 5813, 5814) troviamo esemplari anche alle Civiche Raccolte di Milano (O. Zastrow, Museo d'arti applicate. Gli avori, Milano, 1978, numeri 158-162) al Museo di Palazzo Venezia (G. Bernardini, Il nuovo museo di palazzo Venezia: arte bizantina, oggetti in osso e in avorio, Articolo pubblicato su “Rassegna d'arte antica e moderna”, Volume I, 1917, fig. 24) nella raccolta Reiner Winkler (C. Theuerkauff, Elfenbein: Sammlung Reiner Winkler, Monaco, 1984, n. 141) nella Walters Art Gallery di Baltimora (R. H. Randall, Masterpieces of ivory from the Walters Art Gallery, Baltimora, 1985, n. 458) e quello con complessa montatura devozionale, di Bruxelles (Tardy, Les Ivoires, évolution décorative du Ier siècle à nos jours, Parigi, 1972-1979 p.53). Più raro è trovarle montate nel contesto di un oggetto più complesso secondo il gusto seicentesco come nel nostro caso. Si ricorda però l’utilizzo alla base di un crocefisso nelle Civiche Raccolte di Milano (O. Zastrow, Museo d'arti applicate. Gli avori, Milano, 1978, numero 143). Esistono anche esemplari a tutto tondo montati su basette (Catalogo Casa d’Aste Semenzato, Firenze, 1988, n. 98-99). Generalmente questo copioso materiale devozionale viene attribuito all’Italia settentrionale stessa ritenendo che presso il santuario omonimo esistessero laboratori attivi in questo genere di riproduzioni. Di fatto però gli esemplari conosciuti hanno un aspetto alquanto diverso che forse non è spiegabile solo attraverso l’arco temporale nel quale questi oggetti vennero presumibilmente realizzati o con la diversa qualità delle botteghe. A questo proposito è stato sottolineato (O. Zastrow, Museo d'arti applicate. Gli avori, Milano, 1978) il rapporto di alcune redazioni con la produzione dell’Italia
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635693
  • NUMERO D'INVENTARIO Museo Nazionale di Ravenna RCE 5812
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2016
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA scheda catalografica (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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