Dormizione della Vergine
Tavoletta eburnea facente presumibilmente parte di un dittico, composta da due lastre di avorio di diversa deformazione igroscopica. Sono visibili tracce di colore (verde nello sfondo, oltre al rosso ed al porpora) sulla superficie eburnea. Il rilievo mostra la Dormitio Virginis secondo il classico schema compositivo bizantino, in cui il primo piano è dominato dal letto funebre della Vergine, con coperta cascante e ottomana sul catafalco, attorno al quale si dispongono i due gruppi degli Apostoli, guidati a sinistra da Pietro e a destra da Paolo. Giovanni Evangelista, minuti, è raffigurato reclinato sul corpo senza vita della Vergine, mentre alle sue spalle Gesù Cristo tiene in mano l'animula della madre, assistito da due angeli volanti in cielo, che recano mantelli per accoglierla
- OGGETTO formella di dittico
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MATERIA E TECNICA
avorio, intaglio
- AMBITO CULTURALE Ambito Bizantino Costantinopolitano
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Ambito Bizantino-ravennate
manifattura francese
Manifattura Veneta
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Ravenna
- LOCALIZZAZIONE Monastero benedettino di San Vitale (ex)
- INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Questa formella eburnea, facente evidentemente parte di un dittico, proviene dalle collezioni che i monaci camaldolesi del cenobio ravennate di Classe, dove era giunta ab antiquo da un altro convento camaldolese, quello veneziano di San Michele in Isola, esistente già dal 1212 sull’isola posta tra Fondamente Nuove e Murano, e per questo noto anche come San Michele di Murano. Non è noto quando la tavoletta dovette confluire nelle raccolte che i classensi di Ravenna, soprattutto nel XVII e XVIII secolo, avevano messo insieme spaziando in varie tipologie di materiali e mostrando un vivo interesse per l’eterogeneità collezionistica, che per gli oggetti in avorio e in osso riferisce a molte aree di produzione e che rappresenta molti secoli, dall’età tardoantica a quella barocca. L’opera è quindi confluita nel demanio comunale, insieme al resto delle collezioni classensi, con le soppressioni del 1797 ed esposta nella chiesa di San Romualdo come parte del Museo Classense Municipale, passando quindi al costituendo Museo Nazionale di Ravenna a partire dal 1885, le cui collezione vennero trasferite nella nuova sede del medesimo, l’ex-monastero benedettino di San Vitale, tra il 1913 ed il 1914. Similitudini molto importanti si possono riscontrare tra il presente oggetto ed altre tavolette di analoga fattura e destinazione presenti nelle collezioni del Museo Nazionale di Ravenna, corrispondenti ai numeri di inventario 1009, 1010 e 1011 (NCTN 0800635619, 0800635621 e 0800635620) raffiguranti rispettivamente Cristo in gloria, la Natività e la Deposizione e sepoltura di Cristo. Ulteriori confronti sono possibili con esemplari di stretta osservanza iconografica dei modelli bizantini e costantinopolitani (vedi MARTINI 1993 pp. 72-73 anche per bibliografia relativa). La già espressa tendenza a riconoscere in tale gruppo, probabilmente afferente ad un'unica bottega, una imitazione dei modelli provenienti da Bisanzio, realizzata da officine occidentali italiane (Ravenna o Veneto) o francesi, viene tuttavia rivista da Luciana Martini che pensa piuttosto ad una produzione imperiale definita tuttavia da alcuni elementi di serialità. In questa ottica si giustificano alcune cadute stilistiche e qualitative, operandosi per committenze secondarie, verosimilmente all'inizio del XII secolo
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CONDIZIONE GIURIDICA
detenzione Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635618
- NUMERO D'INVENTARIO Museo Nazionale di Ravenna RCE 1008
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 1980
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2016
- ISCRIZIONI sullo sfondo sopra l'aureola del Cristo - H KOIMHCIC - a pennello - greco
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
scheda catalografica (1)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0