Amor Sacro. Venere

dipinto, 1842 - 1842

Della composizione tizianesca, il dipinto in oggetto riproduce la figura di Venere (Amor sacro), seduta sulla vasca marmorea nelle cui acque un putto immerge una mano

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 130 cm
    Larghezza: 100 cm
  • ATTRIBUZIONI Riccardi Bernardino (1814/ 1854)
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è il primo saggio di pensione di Riccardi, inviato da Roma al corpo accademico parmense nel dicembre del 1842 (Atti 1839-1846 c. 247, 29 dicembre 1842). Nella città pontificia il pittore si era trasferito nei primi mesi dello stesso 1842, a più di un anno di distanza dalla vincita, con "Socrate fa da scudo in battaglia ad Alcibiade", del Gran Premio annuale di Pittura, bandito nel 1840 e per il quale risultò unico concorrente (Atti 1839-1846 cc. 90-106; Pomelli 2001 p. 114). Fu solo "dopo aver dato compimento a diversi suoi lavori e affari" che Riccardi poté infatti partire per Roma, dando inizio a quel soggiorno formativo di 18 mesi previsto dal Regolamento per i vincitori del Premio. Il 1840 era stato d'altra parte un anno denso e cruciale per la carriera del pittore, che portando a termine importanti committenze ducali, si affermò come uno degli artisti privilegiati dalla corte luigina (Sivieri 2001 p. 114), fedele interprete di quel neoclassicismo rinnovato dall'opzione purista su cui era saldamente attestato il gusto artistico della sovrana. Adempiendo al primo obbligo imposto dallo Statuto al pensionato, una copia anche parziale di un quadro "di qualche gran Maestro della scuola Romana", Riccardi scelse di confrontarsi con il primo grande capolavoro tizianesco, selezionando non a caso la figura di Venere: il nudo poteva dare più evidente prova dei progressi dell'allievo nello studio della figura, impegno centrale nel percorso accademico. Inoltre l'immagine dell'Amor Sacro corrispondeva più dell'altra a quella scelta di essenzialità compositiva e iconografica, contraria ad ogni abbondanza descrittiva verso cui si stava sempre più decisamente indirizzando l'arte di Riccardi. Il quale troverà a Roma, dove si trattenne oltre il pensionato, fino alla morte precoce, conferme e stimoli a questa istanza purista già espressa: i dipinti per la volta di S. Maria sopra Minerva saranno pienamente in linea con lo spirito neomedioevale dall'accolita nazarena romana. La copia "fu giudicata lodevolissima per molti riguardi, e soprattutto per la bravura ond'è reso il carattere proprio di questo grande originale. Il lavoro non solo supera in grandezza" - era sufficiente che la copia parziale non fosse minore di 50 cm nella sua maggior lunghezza - "e in complicazione di soggetto l'obbligo imposto ai giovani pensionati, ma è tale altresì....da far prova non dubbia dei ragguardevoli suoi progressi". Giudizio, come di consueto, assai indulgente che si limita a rilevare "alcune piccole durezze...nel disegno" quando ciò che Riccardi, prevedibilmente, non riesce a restituire sono, in primis, gli straordinari valori cromatici del modello tizianesco, valori certo non facilmente raggiungibili. Esposto nella camera di S. Paolo, "stanza a destra entrando", all'epoca della direzione Pigorini (1887), l'Amor Sacro di Riccardi, spesso erroneamente citato come Amor Profano, è tra i dipinti ceduti nel 1893, con una valutazione di 200 lire, dalla Regia Pinacoteca al Regio Istituto di Belle Arti, dove fu collocato, insieme ai dipinti più apprezzati, nel Museo e da qui successivamente trasferito nell' aula"figura a matita" (Inventari 2 cass. 246; Ricognizione inventariale...1941)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800447017
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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