Trionfo di Mardocheo. Trionfo di Mardocheo

dipinto, 1868 - 1868

In primissimo piano, con un ardito scorcio di sottinsù, Mardocheo su un cavallo bianco è portato in trionfo da soldati persiani

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 70 cm
    Larghezza: 50 cm
  • ATTRIBUZIONI Preti Cletofonte (1842/ 1880)
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE “Questa città mi ha veramente sorpreso e commosso, alla vista del mare restai sbalordito, ora andrò a visitare le cose principali”. Così scriveva da Venezia, il 4 agosto del 1868, Cletofonte Preti al direttore dell'Accademia parmense (Archivio anno 1868). Il pittore, allora ventiseienne, era appena giunto nella città lagunare, grazie all'assegnazione in suo favore della cosiddetta pensione minore o provvisoria, soggiorno formativo trimestrale o quadrimestrale non subordinato a concorso, previsto dallo Statuto del 1860 e finanziato dalle Accademie attingendo ad una somma conferita appositamente ai vari Istituti dal neonato Stato unitario (Archivio 1860, cass.1, Statuti). La sede parmense poteva disporre annualmente a questo scopo di 2000 lire: a Preti furono riconosciute, in prima istanza, 250 lire al mese per tre mesi, mettendo in conto da subito, tuttavia, una possibile ulteriore assegnazione per un quarto mese, una volta verificati gli esiti dell'investimento accademico.(Atti 1864-1877 cc. 175-176, 18 maggio). Il pensionato aveva infatti l'obbligo di inviare saggi di profitto, obbligo che Preti assolse a metà ottobre spedendo a Parma due copie: “Il trionfo di Mardocheo” da Paolo Veronese e “La consegna dell'anello al Doge” da Paris Bordone, anch'esso già presso il Liceo Toschi e oggi purtroppo disperso (Atti 1864-1877 c. 189, 14 ottobre). Tra “le cose principali” che lo studente visitò, i dipinti della chiesa di S.Sebastiano, tra i vertici della pittura veronesiana, dovettero attrarlo particolarmente così da indurlo a cimentarsi in una prova non certo facile, con un modello visibile solo a distanza (sul soffitto dell'edificio) e alquanto impegnativo per gli scorci vertiginosi di architetture e figure. Preti rivela un'indubbia solidità tecnica nel tradurre il modello, di cui è capace di restituire correttamente, pur nelle dimensioni alquanto ridotte, la complessità compositiva, ma anche,“con succosa franchezza,”gli accenti cromatici, mostrando “quel vero profitto di cui ha scopo la pensione”. Lo studente aveva peraltro già dato prova, a queste date, di una raggiunta maturità tecnica e stilistica. Conclusi brillantemente gli studi accademici ottenendo il premio di I classe di Pittura nel 1862 e di Disegno Superiore nello stesso anno (Atti 1857-1863, cc. 326-327, 30 luglio 1862), Preti aveva esposto alle mostre della Società d'Incoraggiamento del 1865 e del 1866 rispettivamente “La lattante” e “La toilette”: due dipinti di indubbia qualità e di grande successo, in cui il purismo del maestro Scaramuzza si stemperava in aperte suggestioni romantiche, specie nell'assolo femminile della Toilette, così scopertamente hayeziano. Le due tele furono selezionate e sorteggiate al Ministero della Pubblica Istruzione, che, come di consueto, ne fece dono alla Pinacoteca parmense (Sivieri 2001, pp.185-186). Probabilmente furono proprio questi exploit, più volte replicati, a sostenere la pronta accoglienza della sua richiesta di pensione minore nel maggio del 1868 (anche in considerazione della sfortunata partecipazione dell'allievo al concorso per il Premio triennale di Bologna l'anno prima, Archivio anno 1867, fasc. Premi e Concorsi). Credito che si rivelerà meritato quello che l'Accademia accorda a Preti, considerate le ottime prove veneziane: di fronte ad esse Scaramuzza, allora direttore dell'Istituto, sempre solerte e prodigo nei confronti dei propri allievi, ebbe buon gioco a deliberare il prolungamento della pensione, che fu in seguito più volte reiterata. Nel gennaio del 1869 Preti è a Roma, da dove l'11 del mese richiede, ottenendola, un'ulteriore assegnazione di lire 500 (Atti 1864-1877 c.196). Dall'Urbe invierà “Una ciociara”, esposta nella mostra della Società d'Incoraggiamento del 1869 e sorteggiata all'Accademia dove tuttora si conserva; nel marzo, grazie a un nuovo finanziamento di lire 400 è a Napoli (Atti 1864-1877 c. 202, 8 marzo). Un lungo, proficuo percorso formativo che si arricchirà di lì a poco, grazie alla vincita del Concorso indetto dai tre Corpi accademici dell'Emilia nel 1871 , di un pensionato triennale tutto fiorentino, durante il quale verrà nominato dall'Accademia parmense socio onorario (Atti1864-1877 c. 303, 22 dicembre). “Il trionfo di Mardocheo” sarà esposto nella Camera di S. Paolo “a destra entrando” (Pigorini 1887), risultando poi tra i dipinti che nel 1893 la Regia Pinacoteca cedette al Regio Istituto di Belle Arti (Inventari 2 cass. 246): nell'elenco la tela compare con il titolo erroneo “Trionfo di Alessandro”(n. 441) e con la valutazione di lire 40, davvero irrisoria se confrontata con quella di lire 1000 assegnata alla Venere di Urbino, sempre del Preti, ma comprensibile se si pensa alle ridotte dimensioni della copia veronesiana e alla ripresa di un modello assai meno noto (e amato) di quello tizianesco
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800447015
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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