San Girolamo

dipinto, 1836 - 1836

Il Santo, le cui nudità rivelano vecchiaia e sofferenza, è accompagnato dal leone, suo canonico attributo, e sorretto da una figura maschile, mentre una donna appare inginocchiata al suo cospetto

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 157 cm
    Larghezza: 116 cm
  • ATTRIBUZIONI Gaibazzi Giovanni (1808/ 1888)
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è il primo saggio di pensione inviato al corpo accademico parmense da Giovanni Gaibazzi, vincitore del Gran Premio annuale di Pittura del 1832, bandito tuttavia solo nel marzo del 1834 con una modifica del regolamento: al requisito, richiesto ai concorrenti dallo Statuto luigino, di essere scolari dell'Accademia da almeno tre anni senza interruzione, si sostituì la sola condizione di aver compiuto gli opportuni studi pittorici nello Stato. La prova si tenne nel maggio dello stesso anno ed ebbe come tema "Filottete, abbandonato nell'isola di Nasso, nell'atto che gli si presentano Ulisse e Pirro incaricati di condurlo al campo greco di Troia", soggetto di storia mitologica squisitamente accademico, che vide cimentarsi Giocondo Viglioli, Giuseppe Varoli, il piacentino Bernardino Pollinari, oltre a Gaibazzi che risultò vincitore (Atti...1825-1838, pp. 207-208; Cavalca C., 2001, pp.95-96 ). Nell'ottobre dello stesso 1834 venne aperto il concorso previsto per quell'anno, cui ancora parteciparono, unici iscritti, Gaibazzi e Viglioli (Atti...1825-1838, pp. 207,245): l'istanza avanzata dal corpo accademico di estendere il premio ad entrambi i concorrenti – istanza che, se accolta, avrebbe consentito al Gaibazzi di raddoppiare il periodo di pensionato – venne respinta per espresso volere della Duchessa e il premio assegnato nell'aprile del 1835 al solo Viglioli (Atti 1825-1838, 29 aprile). I due dovettero raggiungere Roma nell'estate di quell'anno e nell'aprile Gaibazzi inviò il primo saggio richiesto, la copia di un grande maestro, scegliendo di confrontarsi, non scontatamente con “La Comunione di S. Girolamo”di Domenichino di cui riprese la sola figura del Santo. La prova fu “meritatamente esaltata....E di vero la diligenza e il buon intendimento onde apparve condotto un simil lavoro, esteso da esso ancora al di là dell'obbligo che gli apparteneva "( riguardo la misura, che nel caso di una copia parziale era sufficiente “non essere minore di 50 centimetri nella sua maggior lunghezza”, Atti...1794-1825, Decreto...) , "concorsero ad attestare i progressi fatti in breve giro di tempo da quel volenteroso alunno e quindi a non rendere vana la speranza che in lui si ripose” ( Atti... 1825-1838, 28 aprile). La copia, sollevando l'alunno da un proprio impegno compositivo, che non avrà esiti felicissimi nella prova d'invenzione, Il gladiatore (Cavalca 2001, pp. 95-96), inviata l'anno successivo, rivela le doti migliori di Gaibazzi: una notevole sensibilità cromatica che si esprime in impasti ricchi e luminosi, capaci, in questo caso, di interpretare al meglio il modello, così come un'indubbia solidità tecnica fatta di finiture accurate. Doti che si apprezzeranno, insieme al superamento degli impacci pregressi, anche nel saggio aggiuntivo, sempre d'invenzione (Cavalca 2001, p.96), richiesto dal corpo accademico dopo aver accolto l'istanza, da parte degli artisti pensionati a Roma in quel momento, di prolungare di sei mesi il loro soggiorno (Atti... 1825-1838, 15 luglio, 19 agosto 1837). Dopo il rientro Gaibazzi divenne dal 1847 professore aggiunto e dal 1850 professore consigliere con voto, godendo sempre, nel suo tempo, di grande consenso di pubblico e di critica; non così successivamente, a cominciare da Quintavalle (1939) che, lodando eccezionalmente l'Autoritratto della Galleria (Cavalca 2001, pp. 97-98), definì “convenzionali e gelidi “ i suoi dipinti, giudizio peraltro esteso a buona parte della pittura accademica parmense e non supportato da una conoscenza completa del catalogo dell'artista, allora ancora non ricostruito. Il dipinto in oggetto sarà esposto, all'interno della Pinacoteca, nella sala IX con la Venere di Tiziano di Cletofonte Preti e Un Borgomastro di Rembrandt, opera di Burlazzi (Pigorini 1887). Ceduto dalla Regia Pinacoteca al Regio Istituto di Belle Arti nel 1893 (nell'elenco la tela compare con il n. 729 e la valutazione di lire 200) il S. Girolamo entrerà a far parte del Museo dell'Istituto stesso (Inventari 4, cass. 248), mentre successivamente lo si ritrova collocato nell'aula di figura a matita (Ricognizione inventariale...1941)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800447013
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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