La Poesia. figura allegorica femminile

dipinto, 1856 - 1856

Una figura femminile alata appare seduta su di un trono marmoreo, poggiato su nubi e affiancato da due putti; gli attributi - corona d'alloro sul capo, il libro nella destra, la lira nella sinistra - identificano il personaggio come la Musa della Poesia

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 144 cm
  • ATTRIBUZIONI Scherer Giorgio (1831/ 1896)
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è il primo saggio di pensione inviato da Scherer all'Accademia parmense nel gennaio del 1856. Tre anni prima lo studente, allora ventiduenne, si era aggiudicato il Gran Premio di Pittura con "Abdolomino salutato re di Sidone, oggi in Galleria Nazionale. La vittoria, come di consueto, valse a Scherer il cosiddetto pensionato, un ambitissimo soggiorno formativo di diciotto mesi a Roma, con l'obbligo- così prevedeva lo Statuto accademico - di realizzare e inviare a Parma, durante il periodo di permanenza fuori sede, due lavori: entro i primi nove mesi "la copia di qualche grande Maestro della Scuola Romana", successivamente un dipinto d'invenzione. Scherer assolve al primo obbligo confrontandosi con il Raffaello vaticano della Stanza della Segnatura, un testo figurativo sempre apprezzatissimo dalla cultura accademica, che individuava nel "grande Urbinate" il proprio modello per eccellenza. Lo studente riproduce un brano per così dire marginale, una delle figure allegoriche della volta: La Poesia. Il giudizio dei docenti non fu del tutto positivo, lamentando che la copia fosse stata presa non da un dipinto ad olio di Raffaello ma da un affresco "...che presenta troppe difficoltà per la luce e pel luogo e pel disagio a cui è necessario all'artista esporsi". Consisderazioni che stupiscono visto l'entusiamo con cui furono accolte anni prima le copie della "Disputa del Sacramento" dello studente Barbieri e quella della "Scuola di Atene" di Bandini. Forse il riferimento ai problemi di un modello ad affresco servì nel caso di Scherer a giustificare le debolezze ravvisate nel disegno quanto nelle proporzioni e delle figure. Il giudizio pare tuttavia fin troppo severo: la struttura compositiva risulta in realtà discretamente interpretata, sebbene il brano, riprodotto su un supporto quadrato, sia notevolmente ridimensionato. D'altra parte l'esame del lavoro si conclude con parole che contraddicono quanto espresso poco prima, elogiando la restituzione dei toni originali "con tutta freschezza e discreta abilità", quando invero è proprio riguardo ai toni che la copia non convince, tradendo la morbide stesure cromatiche dell'originale.Dopo il rientro da Roma, Scherer, artista decisamente prolifico, si dedica in gran parte alla pittura di genere, dove il purismo iniziale, mutuato dal maestro Scaramuzza, lascia spazio ad un attenta resa degli interni borghesi e popolari, anche se il realismo rimane inscritto in una poetica ancora tutta romantica. La sua produzione non esclude naturalmente la pittura di storia, genere privilegiato in ambito accademico, e qualche concessione all'arte sacra, anche ad affresco, nella chiesa di S. Maria dell'Orto a Chiavari
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800447000
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ISCRIZIONI sulle tavole rette dai putti - Numine// Afflatur - capitale - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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