Ritratto del Cardinale Gaetano Fantuzzi

dipinto, 1759 - 1760

Ritratto di cardinale a mezza figura, seduto su una poltrona a un tavolo. Indossa mazzetta rossa e rocchetto, tiene nella mano sinistra un foglio, mentre la destra tiene il segno in un libro appoggiato sul tavolo sulla sinistra. Sempre sul tavolo si vedono un altro libro, un foglio con una iscrizione, un set da scrittoio con calamaio e due penne bianche e una campanella. Sul fondo si riconosce una parete con una lesena. Dipinto a olio su tela ovale; cornice modanata, dipinta di bianco avorio la parte centrale, dorata sul bordo interno e quello esterno

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 130 cm
    Larghezza: 102 cm
  • ATTRIBUZIONI Ceccarini Sebastiano (1703/ 1783): ESECUZIONE
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Collegio S. Carlo
  • INDIRIZZO Via S. Carlo, 5, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Figlio del conte Antonio Fantuzzi di Primaro, patrizio ravennate, e di Olimpia Laura Gottifredi, dama romana parente del superiore generale della Compagnia di Gesù, Alessandro Gottifredi, Gaetano nacque a Gualdo presso Savignano sul Rubicone, in territorio riminese, il 1 agosto 1708. Rimase orfano di padre in tenera età e fu educato dalla madre fino a dodici anni. A partire dal 1719 entrò nel Collegio S. Carlo di Modena dove rimase per quasi sette anni, durante i quali si dedicò alle belle arti, alle lingue e alla poesia, ma in particolar modo alla storia e alla filosofia, ottenendo la stima di convittori e insegnanti. Completato quel ciclo di studi, nel novembre 1727 passò a Pisa, dove seguì i corsi di istituzioni di diritto civile del prof. G. Averani, anche se fu nell'università di Ravenna che conseguì la laurea "in utroque iure" il 14 novembre 1730. Pochi mesi prima aveva ricevuto gli ordini minori, ovvero i ministeri che precedono il sacerdozio vero e proprio nella gerarchia ecclesiastica. Trasferitosi a Roma, divenne segretario di monsignor A. Peralta, uditore di Rota per la Spagna e giurista di fama, creandosi una buona reputazione. Nel 1738 fu nominato da Clemente XII prelato domestico; nel 1740, subito dopo l'elezione di Benedetto XIV, ricevette la mantelletta prelatizia come referendario dell'una e dell'altra Segnatura. Il 14 ottobre 1743 fu nominato uditore di Rota per la città di Ferrara, distinguendosi per i suoi costumi austeri e per la passione che dedica al lavoro e agli studi. In quegli anni diede avvio a quella che diverrà l'Accademia di diritto e teologia che per molti anni si riunì in casa sua. Nel suo secondo anno di uditorato, Fantuzzi fu ordinato sacerdote. In quel tribunale si era subito procurato grande prestigio, fino a venire reputato il più esperto legale della Sacra Rota. Oltre ai compiti ordinari si assunse anche quello di archivista di quel tribunale. Benedetto XIV lo nominò reggente della penitenza apostolica e consultore della congregazione dei Riti ma nel 1758 la morte colse anzitempo il papa che aveva ormai deciso di concedergli la porpora. A ciò provvide Clemente XIII il 24 settembre 1759 creandolo cardinale prete e conferendogli il titolo di S. Agostino, che Fantuzzi nel 1767 muterà con quello di S. Pietro in Vincoli, continuando nonostante la carica a mantenere il suo austero stile di vita. Il nome di Fantuzzi fu nella rosa dei candidati al pontificato nel conclave che seguì la morte di Clemente XIV, ma la sua candidatura fu bloccata dalla tenace opposizione del cardinale Orsini, che lo considerava "amico dei Gesuiti". Fu di nuovo considerato eleggibile al soglio pontificio nel conclave successivo, del 1774-1775, quando risultò secondo solo al cardinale Giovanni Angelico Braschi, eletto papa con il nome di Pio VI, risultato che lo deluse moltissimo e che ne determinò in parte il ritiro dalla vita pubblica. Negli anni successivi Fantuzzi infatti non figurò quasi più, se non nelle congregazioni, cui dedicava quasi tutto il suo tempo. Fu anche appassionato di oggetti d'arte e raccolse una cospicua collezione di dipinti, strumenti musicali, libri, monete ed erbari esotici: queste le attività di svago negli anni della sua vecchiaia. Morì a Roma il 1° ottobre 1778 e fu sepolto nella sua chiesa di S. Pietro in Vincoli. Il suo ritratto giunse al Collegio nel 1760 insieme al ritratto del cardinale Giuseppe Castelli, entrambi già allievi del San Carlo ed entrambi creati cardinali nel 1759, promozione celebrata nel loro ex collegio all’inizio del 1760 con una grande festa, un’Accademia in loro onore tenuta nella sala grande e un baldacchino ornato di damaschi sotto il quale furono collocati i ritratti appena arrivati da Roma. Fantuzzi si era speso per far ottenere indulgenze perpetue per la chiesa del Collegio ed era perciò ritenuto una sorta di protettore dell’istituzione. Il ritratto di Fantuzzi è firmato dal pittore Sebastiano Ceccarini di Fano, Virtuoso al Pantheon nel 1739, attivissimo fra Roma e le Marche, ben noto in ambiente ecclesiastico e apertamente stimato da Clemente XII, autore di numerose opere di soggetto sacro e gradito ritrattista celebrato già all’epoca. Secondo Ragghianti (1939) la tela mostrerebbe ancora una derivazione da Francesco Mancini, temperata con lo studio dei pittori bolognesi. Il cartiglio reca erroneamente il nome di “Giuseppe” anziché “Gaetano”. Ampia bibliografia su entrambi i personaggi – ritrattato e ritrattista – è reperibile nelle schede del Dizionario Biografico degli Italiani
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800438670
  • NUMERO D'INVENTARIO 0212
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Fondazione Collegio San Carlo
  • DATA DI COMPILAZIONE 1975
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2016
  • ISCRIZIONI sul foglio appoggiato sul tavolo - S. E. Gius. e/ Fantuzzi/ Per/ Sebastiano Ceccarini Pittore - corsivo -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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