Ritratto di Pietro Ciurani (Giurani)

dipinto, post 1679 - post 1690

Ritratto di uomo a mezza figura con folta barba grigia. Indossa una veste scura coperta da un ampio mantello damascato cremisi e oro allacciato al collo In testa porta un copricapo che ripete la fantasia del mantello. La mano destra fuoriesce dal mantello e posta davanti al petto accenna un gesto. Sullo sfondo a sinistra stemma con cervo bianco su fondo marrone

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 130 cm
    Larghezza: 89 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneto
  • ALTRE ATTRIBUZIONI ambito emiliano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Collegio S. Carlo
  • INDIRIZZO Via S. Carlo, 5, Modena (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Quarto dei sette figli maschi di Antonio di Bertucci Ciurani e di Chiara di Giovanni Badoer, Pietro nacque a Venezia il 16 gennaio 1623. Entrò al S. Carlo di Modena come collegiale nel 1634. Compiuti gli studi e suggestionato dall'esempio del padre assurto a rilevante posizione, Pietro si diede alla vita politica, al pari dei fratelli, quattro dei quali persero la vita nel corso della guerra di Candia. Il 19 giugno 1645 sposò Paolina di Agostino Nani, che gli darà una figlia, Chiara, andata poi in sposa a Giacomo Marcello di Andrea, e numerosi figli maschi: Antonio, che morirà giovane nel 1679, Agostino, che diverrà abate, Bertucci che morirà in un naufragio, Girolamo, che si farà francescano, Alvise, Giuseppe, Giovanni, Francesco e Nicolò. Pietro fu membro dei Dieci Savi, la magistratura responsabile delle finanze della Serenissima, in qualità di ufficiale alle “rason vecchie”: aveva dunque compiti di revisore dei conti, di vigilanza sui debitori e di giurisdizione criminale sulle sottrazioni di denaro pubblico. Nel 1655 partecipò ad una delle commissioni di deputati che portarono alla difficile elezione del doge Carlo Contarini. Per due volte poi nella "zonta" dei pregadi e successivamente senatore ordinario, Ciurani venne così descritto in una relazione, anonima, del 1664 sul patriziato veneziano: "è gentiluomo di strettissimo parentado, di fisionomia venerea, d'ingegno dolce, erudito, gentile, amico dell'equità e di mediocre spirito". Più cortese che energico, dunque, più compito che autorevole. Capo, in seguito del consiglio dei Dieci, di nuovo membro del senato e della "zonta", provveditore all'artiglieria, consigliere di Cannaregio, provveditore all'arsenale e poi alle fortezze, fu nominato nel 1673 provveditore generale in Dalmazia e Albania. Nel corso della permanenza dalmata (tra il marzo 1673 e l'agosto 1675) si adoperò in numerosi incarichi. Ritornato a Venezia, fu salutato dalle "universali acclamazioni" dei Dalmati e in effetti il provveditorato in Dalmazia segnò un rafforzamento del prestigio di Civran, anche se non mancarono le critiche. Dapprima fu accusato di voler assecondare le mire al cardinalato del fratello Giuseppe e, cosa ben più grave, dopo che fu nominato nel 1678 bailo a Costantinopoli, Pietro fu accusato dalle autorità turche di approfittare della valigia diplomatica per sottrarre cospicui quantitativi di merce al pedaggio doganale. A poco valsero le sue proteste: per evitare l'umiliazione di una perquisizione non gli restò che sottoporsi all'ingente donativo di 25.000 reali. Solo così l'incidente si sgonfiò e fu possibile una sua permanenza decorosa a Costantinopoli. Un più grave infortunio, di lì a poco, aggravò ulteriormente la situazione già pesantemente compromessa: nelle navi che avevano scortato Ciurani e che attendevano di ripartire con il predecessore Giovanni Morosini furono scoperti casualmente numerosi schiavi fuggitivi e questo suscitò l'ira furibonda dei turchi. Ancora una volta non vi è fu altra soluzione che l'esborso di 50.000 reali per tacitare l'ira del primo Visir e dei suoi ministri. Il senato veneziano, però, che aveva già in precedenza severamente proibito versamenti sprovvisti di preventiva autorizzazione, disconobbe l'operato dei due baili e non ammise che fossero addossati al pubblico erario i dispendi sostenuti per tacitare la "questione degli schiavi", donde l'imposizione al Morosini e al Ciurani del risarcimento di tutte le spese. Ciurani, inviso ormai al governo turco, aveva dovuto sborsare al primo visir una somma notevole per essere ammesso a Costantinopoli ma la sua posizione, ormai irrimediabilmente compromessa, subì un nuovo colpo quando il Senato veneziano il 26 aprile 1680 gli ingiunse bruscamente il rientro. Rientrato a Venezia nell'ottobre del 1681 Ciurani si dichiarò innocente, chiedendo per sè un regolare processo nel quale dimostrare l'assoluta estraneità ai fatti e lamentando la pericolosa situazione turca. Anche se non risulta che Ciurani abbia avuto la soddisfazione di un processo, certo l'adesione di Venezia alla lega santa dovette riflettersi positivamente sulla valutazione della sua condotta: in fin dei conti seppe destreggiarsi in un ambiente ostile e incline alla provocazione costante. Queste considerazioni portarono alla rivalutazione della sua figura politica e Ciurani fu più volte senatore tra il 1683 e il 1686. Morì nel gennaio 1687, mentre ricopriva la carica di uno dei sei deputati alla "reparatione de' Lidi". Ampia e corposa la bibliografia dedicata a questo diplomatico, in gran parte riassunta nella scheda a lui dedicata nel DBI. Il ritratto è fra i più antichi conservati in Collegio. Ragghianti nella schedatura del 1939 preferisce assegnare il dipinto alla mano di un artista anonimo di ambito veneto anziché circoscrivere l’ambito di provenienza all’ambiente modenese o emiliano. Della stessa mano, secondo lo studioso, altri tre ritratti in Collegio
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800438647
  • NUMERO D'INVENTARIO 0168
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Fondazione Collegio San Carlo
  • ISCRIZIONI in alto su una fascia grigia che circonda il ritratto - PETRUS CIURANUS AD MAEMET IV ORATOR MDCLXXIX - lettere capitali - a pennello - latino
  • STEMMI in alto a sinistra - Stemma - cervo bianco
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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